Stabat Mater – ‘Anonimu, innovazione nella tradizione firmata ShloQ [VIDEO]
AUGUSTA – Torna d’attualità, con le celebrazioni della Settimana Santa in corso ad Augusta, l’apprezzato lavoro prodotto da “ShloQ Association” di rielaborazione del Canto tradizionale della Settimana Santa augustana.
Come viene ricordato nella recensione di Luca Di Giacomo, nella città di Augusta sono due le composizioni storiche per “Stabat Mater” prodotte: quella più aulica e orchestralmente complessa del rinomato Emanuele Rincon D’Astorga, e quella elaborata da un altro augustanese, ma anonimo, più popolare e legata alla tradizione corale e bandistica della città, la cui suggestiva esecuzione dalla cantorìa della chiesa di San Giuseppe, il “Giovedì Santo”, rappresenta il cuore delle manifestazioni religiose legate alla Pasqua.
Ed è proprio lo “Stabat” composto dall’anonimo autore a costituire l’oggetto di studio per questa prima tappa del progetto “Passio Hominis” (clicca qui per la seconda tappa) ideato da Salvo Tempio, che terminerà con un corpo unico, in cui verranno raccolti gli elementi più significativi della tradizione musicale di Augusta legata alla “Settimana Santa”.
Alla rielaborazione in oggetto ha collaborato Luca Aletta, che ha curato l’arrangiamento mediante sintetizzatori e l’adattamento del brano, conferendogli una veste contemporanea, aperta verso l'”opera storica”. Le melodie principali sono state mantenute, pertanto la parte solistica e le parti corali risultano fedeli all’originale. La ricomposizione, della durata di undici minuti, assume un nuovo e più ampio respiro. La voce baritonale del solista è stata sostituita dal sax baritono. Inseriti inoltre i sintetizzatori e altri sax, ma principalmente il soprano. Il lavoro fotografico è stato opera di Sebastiano Alicata.
In definitiva, basandosi sulle tendenze musicali contemporanee, si è voluta ottenere una sintesi di contaminazioni, unendo musica sacra, elettronica-new age europea, bandistica e improvvisazione. È stato, infine, aggiunto un “terzo atto”, in cui si avverte, non solo con l’udito, un'”ascensione” che porta chi ascolta a “guardare” oltre la sofferenza e ad acquisire una tangibile, benefica speranza per l’avvenire.