13 maggio, Augusta ricorda le vittime del bombardamento del ’43


AUGUSTA – Settantatré anni fa, il 13 maggio del 1943, in piena guerra mondiale, gli Americani con i loro bombardieri rasero al suolo Augusta, allora tutta contenuta nell’isola, sganciando un’impressionante quantità di bombe sulla città e causando la morte di almeno 62 persone, tra cui alcuni bambini, oltre a un gran numero di feriti.
Augusta fu praticamente rasa al suolo dal furioso bombardamento dei Liberators americani, imponenti velivoli con quattro motori, detti altrimenti fortezze volanti, e la popolazione era stata preavvertita, il giorno prima, attraverso il lancio di migliaia di volantini e invitata a evacuare la città. Gli augustani, perciò, cercarono rifugio nei paesi vicini, Sortino, Melilli, o nelle grotte dei rilievi prospicienti l’isola. Non tutti fuggirono. Ci furono coloro che non ne ebbero la possibilità. Ci furono coloro, invece, che non vollero, perché credettero alla propaganda ufficiale, secondo cui la notizia dell’imminente bombardamento era solo un espediente di guerra psicologica, una smargiassata del nemico.
Morirono di certo 62 persone, 23 maschi e 39 femmine (età media 32 anni), imprecisato il numero dei dispersi. Il 13 maggio 1943 fu un giorno di disperazione e di lutto per la gente di Augusta, che aveva l’unica colpa di abitare in un’isola molto importante dal punto di vista strategico-militare.
Dopo i due bombardamenti delle ore 12,50 e delle ore 13,40 da parte dei 53 aerei americani “Liberators” Augusta si presentava “come un enorme calcinaccio fumigante, oppresso da una coltre di polverone gialliccio e adagiato su un mare stravolto da cerchi che ribollivano, colorati dal fango, dall’argilla e dall’alga”, come ha scritto l’avvocato Francesco Migneco nel suo libro “Augusta, 13 maggio 1943, l’inferno scese dal cielo”, autoprodotto. Migneco, testimone di quel bombardamento, per oltre un decennio ha lottato perché Augusta ricordasse questi morti, tanto che nel 2011 l’amministrazione comunale istituì con delibera ufficiale “Giornata della memoria delle vittime civili e militari di Augusta nel secondo conflitto mondiale“. Al riguardo, anche un altro augustano, lo scomparso docente Giovanni Satta, scrisse una lunga poesia su quel bombardamento, recitata più volte in varie circostanze da un altro docente liceale, Giorgio Casole.
Migneco ha sottolineato che “quei morti rappresentano l’olocausto che Augusta ha tributato alla seconda guerra mondiale e meritano d’essere ricordati da noi ogni anno nelle scuole cittadine, come ogni anno sono ricordati a livello nazionale i morti nei lager nazisti e i morti nelle foibe titoiste; la memoria di quella giornata non appartiene al singolo né ad alcun sodalizio e neanche a coloro che l’hanno vissuta ma a tutta la città”. L’avvocato Migneco vorrebbe, dunque, che quel giorno e quei morti fossero ricordati nelle scuole cittadine.
Intanto, venerdì 13 alle ore 19, nella chiesa di San Domenico sarà celebrata una messa dall’arciprete don Palmiro Prisutto, alla presenza del sindaco e di altre autorità civili e militari. Subito dopo la messa, è prevista la deposizione di una corona d’alloro davanti al “memoriale” posto lo scorso anno nel giardino della stessa chiesa.
(Nella foto del 1943 in evidenza: macerie in mezzo alla via Principe Umberto, nel tratto compreso fra via Limpetra e via Generale La Ferla)