L’edificio con copertura “presumibilmente” di amianto infuoca il Consiglio. Mozione bocciata, ecco le variegate tesi
AUGUSTA – “Interventi urgenti e indifferibili nell’edificio sito ad Augusta in via P. Umberto angolo via C. Colombo”. Questo l’oggetto di una mozione di indirizzo presentata il 15 novembre scorso dal consigliere comunale di opposizione Marco Niciforo, inerente a un manufatto privato con coperture sul tetto presumibilmente di cemento-amianto che versa in stato di degrado da decenni, e che ha infuocato la seduta consiliare di ieri sera, lunedì 15 gennaio, suscitando un vespaio di polemiche da parte di consiglieri della minoranza, in particolare sulle motivazioni per cui è stata bocciata. Si è registrato, però, un voto difforme tra i pentastellati, contrari in maggioranza, con il voto favorevole della presidente dell’aula Sarah Marturana, l’astensione del consigliere Vittorio Meli e l’uscita dall’aula di Giacomo Casole.
La mozione sostenuta dalla minoranza intendeva impegnare l’amministrazione alla bonifica del sito, benché privato, attraverso la rimozione dei pannelli presumibilmente di cemento-amianto, e ad acquisire l’immobile al patrimonio comunale per destinare l’area a fruizione pubblica. Questo secondo punto è poi stato oggetto di emendamento abrogativo dello stesso Niciforo, comunque bocciato, dacché la commissione competente era venuta a conoscenza di un progetto di ristrutturazione da parte dei proprietari.
“Questa mozione non s’ha da fare, né domani, né mai. Nella seduta di ieri sera i consiglieri comunali di maggioranza del M5s votano contro la mozione che avrebbe dovuto impegnare l’amministrazione comunale a bonificare dall’amianto l’edificio ubicato in P. Umberto ad angolo con via C. Colombo e di tutti gli edifici nelle stesse condizioni“, questa la sintesi di quanto accaduto in aula secondo il proponente, Marco Niciforo.
Il capogruppo consiliare di “Augusta 2020” giudica la bocciatura della mozione “un gesto irresponsabile esercitato dal M5s al solo fine di non consentire l’approvazione di un documento importante che aveva il vizio di portare in calce la mia firma come proponente“, e si sente però “in dovere di ringraziare il presidente Marturana e i consiglieri Casole e Meli che hanno preso le distanze dal loro gruppo consiliare, dissociandosi dal voto contrario“.
Il consigliere conclude: “Come è ormai noto infatti a questa opposizione non è consentito svolgere con serenità e senso di responsabilità il proprio ruolo, anche quando si propongono azioni a tutela della salute dei cittadini che, evidentemente, per il M5s sono solo slogan per riempire le pagine dei programmi elettorali che mai troveranno attuazione. Rabbia, rancore e odio verso gli avversari politici, sono gli unici sentimenti che prevalgono sul resto e non importa se a perderci sia il cittadino. Questo è il modus operandi della maggioranza che governa la città. Chissà cosa ne pensano quei cittadini che, a vario titolo, hanno avuto a che fare con i danni alla salute provocati dall’amianto“.
Dello stesso tenore l’intervento del consigliere di “#perAugusta”, Giuseppe Di Mare, che sulla seduta afferma: “Ha del paradossale e preoccupante, non si può avere l’arroganza di amministrare a proprio piacimento la Città“.
“Sentire per bocca della maggioranza alcune affermazioni, dimostra l’inconcludenza e l’inadeguatezza ad affrontare le sfide ed i problemi della Città – entra nel merito, Di Mare – Che senso ha non votare una mozione a tutela della salute dei cittadini, anche quando le richieste di tutti vengono accolte rimane un mistero, così come insistere in tutti i modi (con affermazioni anche grottesche tipo “non si tratta di amianto”), anche quelli che rasentano il ridicolo, con comportamenti comici in Aula“.
Ricorda inoltre il Piano amianto, di cui, afferma Di Mare, “nel 2015 l’Amministrazione affidò la redazione ad un consulente esterno“, mentre, obietta, “stiamo ancora aspettando che la bozza definitiva giunga in Aula nonostante l’ex Assessore all’Ecologia affermò che tutto era pronto e che era stato mandato stranamente alla Regione per un controllo preliminare“.
Sul Regolamento per il decoro urbano “ancora peggio“, prosegue Di Mare, poiché a suo dire “nel settembre 2015 abbiamo donato gratuitamente insieme all’ing. Marco Meloni un regolamento che ancora giace nei cassetti di lor signori, solo perché portano firme antipatiche a chi concepisce la cosa pubblica come casa propria“.
Durissima l’accusa politica finale: “Dinanzi a questo modo di “occupare” le istituzioni cittadine, dinanzi alla fame di “occupazione” di ogni “poltrona” disponibile piazzando parenti e/o amici ad ogni competizione elettorale futura, deve giungere forte un grido di allarme alla Città per porre fine ad una pagina che di equità, garanzia e pluralismo non ha niente, ma che ormai ha assunto i connotati delle pagine più buie e pericolose che purtroppo hanno rappresentato parte della storia passata“.
Contattato dalla redazione, replica a stretto giro Roberto Casuccio, capogruppo consiliare del M5s, sostenendo che “la mozione di Niciforo, seppur in linea di principio possa essere condivisa, presentava un vizio già in sede di commissione, ovvero la specificità in quanto rivolta unicamente a un edificio privato ove si può configurare un interesse personale (…) Il consiglio non può impegnare l’amministrazione per una cosa che ha una specificità“.
Per Casuccio, c’era un’alternativa: “L’ho invitato a ritirarla e a presentarla sotto forma di mozione a carattere generale, dove si invitasse l’amministrazione, seppur in maniera più onerosa a fare: un censimento, una mappatura o un’ordinanza a carattere generale volta al recupero degli immobili, rimozione dell’amianto o la messa in sicurezza e quant’altro“.
Sull’emendamento per il quale Di Mare ha sostenuto che “la maggioranza vota un emendamento che accoglieva le loro richieste, la commedia finisce con il voto contrario sullo stesso atto votato qualche secondo prima favorevolmente“, Casuccio replica: “Canigiula ha fatto l’emendamento per allargare a tutti (gli edifici, ndr), ma quell’emendamento quando l’80 per cento della mozione era articolata con quel carattere di specificità non aveva senso“.
Quindi il capogruppo pentastellato ribatte, a sostegno dei dubbi manifestati in aula: “Oggi ho appurato per il tramite dell’ispettore Boschetto, che ha fatto il sopralluogo con Vadacca dell’Asp, che nel verbale di sopralluogo non c’è scritto ‘presenza’ di amianto ma ‘presumibilmente’ amianto. Perché è così: ogni qualvolta si va a fare una verifica, finché non si fanno le analisi, non si può dire con certezza che c’è amianto”.
La presidente Sarah Marturana, che, come i due consiglieri di maggioranza Casole e Meli, ha votato diversamente rispetto al gruppo M5s, ci ha spiegato il suo voto favorevole alla mozione: “Penso che la salute dei cittadini sia da tutelare a prescindere da tutto. Mi sono lasciata ulteriormente convincere dall’emendamento di Canigiula, che ha allargato la specificità non solo a quell’edificio ma a tutti gli edifici privati che ricadono all’interno territorio”.
(Foto in evidenza: Google street view)