Nuovi impianti per trattamento rifiuti liquidi in contrada S. Cusumano, ricorso Intec Sud: “Uno autorizzato a 140 metri dal nostro”
AUGUSTA – Il presidente della “Intec Sud Srl“, Gianluca Magrì, ha tenuto una conferenza stampa lunedì mattina per chiarire la posizione dell’azienda, che gestisce un impianto per il trattamento di rifiuti liquidi in contrada San Cusumano, al momento l’unico, in merito ad alcune dichiarazioni rese dal sindaco Cettina Di Pietro nelle quali riferiva che l’amministrazione è “contraria alla costruzione di qualsivoglia impianto che impatti su un territorio già martoriato”.
Posto che “l’impianto della Intec esiste già da due anni”, come ha precisato il presidente della Intec, Magrì, la questione, dunque, riguarda un secondo e terzo impianto di cui sarebbe prevista la realizzazione nella medesima zona, e da parte di altre società. Uno di questi due impianti da realizzare farebbe capo alla società “Rigenia Srl”, e l’Intec Sud ha presentato ricorso contestando il presunto mancato rispetto dei limiti imposti sulle distanze minime. “L’impianto della Rigenia che è stato autorizzato (Aia, ndr) ad agosto”, non ancora costruito, “insiste a una distanza di 140 metri“.
“Facendo seguito a un decreto ministeriale del 2015 che stabilisce che impianti equivalenti non possano esistere a una distanza inferiore a 1 chilometro – asserisce Magrì –, abbiamo sollevato il problema quando scoprimmo, per puro caso, che la stessa aveva ottenuto la Valutazione di impatto ambientale (Via, ndr) positiva, necessaria per dare avvio all’iter autorizzativo arrivato poi tramite Aia. In tutto ciò non siamo mai stati interpellati come controinteressati nell’iter autorizzativo della Rigenia”.
Quindi il presidente della Intec Sud ha esposto ciò che è seguito al ricorso al Tar di Catania avverso la concessione della Via da parte dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente: “All’inizio del 2016 presentiamo una richiesta al Tar per una richiesta di sospensiva della Via. Nello stesso periodo, l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, alla nostra richiesta in via cautelativa sull’autorizzazione, ci risponde che siccome il polo petrolchimico di Siracusa è già devastato da tutta una serie di attività industriali, acciaierie, cementerie, e che insistono nella zona altre attività simili come la discarica di Lentini, quella di Melilli, la discarica di Siracusa, può esistere un’altra attività”. Dopo la prima udienza nel luglio del 2017, il Tar dovrebbe entrare nel merito il prossimo 22 febbraio.
“Di tutti questi passaggi – ha sottolineato Magrì – abbiamo tenuto a conoscenza il Comune di Augusta”. L’ente comunale, secondo il responsabile commerciale della Intec Sud, Carmelo Parrino, “deve farsi carico di evitare che la Regione possa consentire il rilascio di autorizzazioni a impianti uno accanto all’altro, in violazione di una norma che stabilisce che le distanze per impianti equivalenti siano di almeno un chilometro, perché in questo modo si creerebbe un precedente e una concentrazione tale per cui viene meno il principio di precauzione e del ‘chi inquina paga’, perché i soggetti non possono poi essere individuati come responsabili del danno ambientale”.