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Allagamenti e frane dei “lungomari” di Augusta, arrivano le proposte. Tempi non definiti

AUGUSTA – Il periodico allagamento del noto tratto del lungomare Rossini-Granatello e di via delle Saline e il persistente smottamento delle pendici di via Marina di Levante sono stati oggetto delle interrogazioni presentate dal consigliere di minoranza Salvo Errante, durante l’ultimo consiglio comunale.

Sul problema dell’allagamento che si verifica nei periodi delle piogge insistenti nel tratto di strada che va da via della Saline a lungomare Rossini, Errante ha specificato “che il livello dell’acqua arriva anche oltre i 30 centimetri dal piano strada”. Ciò, come più volte segnalato dai residenti, causa notevoli disagi. Quando piove molto, infatti, l’acqua alta impedisce agli abitanti della zona di uscire di casa, come documentato più volte dalla stampa, i garage sono sistematicamente allagati e, come se non bastasse, via delle Saline è impraticabile se non si vuole finire impantanati con l’automobile.

Errante ha, quindi, chiesto quali interventi l’amministrazione intende compiere per risolvere l’annosa problematica. La risposta tecnica l’ha fornita l’ingegnere Carmelo Bramato. “Le case in questione sono il punto minimo di un’area che si estende sino alla zona della chiesa S. Cuore. In tutta la zona non esistono caditoie per la raccolta delle acque, che, pertanto, si riversano nelle strade – ha spiegato sulla situazione preesistente – Nel passato l’acqua veniva incanalata attraverso una cunetta, parallela alla strada ferrata, che un tempo scaricava nelle saline attraverso un sottopassaggio ferroviario, ormai ostruito dai detriti. Oggi non è più così“.

Quindi ha evidenziato il problema tecnico dalla realizzazione del nuovo “lungomare”: “L’acqua della caditoia è stata incanalata in un sistema più moderno di raccolta e smaltimento delle acque, fatto quando fu realizzata la via di fuga del lungomare Rossini. Da lì passa attraverso un disoleatore come da normativa e finisce a mare. Purtroppo, la scarsissima pendenza limita fortemente la quantità di acqua smaltita”.

Due sono le soluzioni proposte da Bramato: “La prima è la creazione di una caditoia a nastro posta ortogonalmente alla strada che costeggia la ferrovia, che intercetti a monte delle case soggette ad allagamento e le convogli direttamente nel canale di scarico fognario presente lungo la via delle Saline. La seconda è la posa nel pozzetto, a valle del disoleatore, di una pompa di rilancio che aumenti la portata delle acque smaltite dal sistema esistente”. Il consigliere interrogante, Errante, non si è ritenuto del tutto soddisfatto perché non stati specificati i tempi di realizzazione.

L’altra interrogazione di Errante verteva sui “Fenomeni franosi sulle pendici di levante”. Bramato ha evidenziato che si tratta di “un problema principalmente di erosione della costa”. “Nel passato – ha precisato – è stato fatto un intervento nella zona da parte della protezione civile, una ricarica di massi a protezione di quel tratto di costa, che però non ha sortito l’effetto dovuto. Per quanto riguarda un intervento tecnico, sono due gli aspetti che devono essere affrontati: uno relativo alla difesa dell’erosione, l’altro su un consolidamento statico. Esistono due progetti che furono commissionati dal dipartimento della protezione civile anni addietro che risolverebbero da un lato il problema del consolidamento e dall’altro il miglioramento del traffico con una grossa via di deflusso che dovrebbe collegare il lungomare Paradiso al ponte Federico II”.

L’assessore al lavori pubblici, Roberta Suppo, ha rassicurato che “c’è stata una continua comunicazione con l’ing. Spampinato, responsabile per la Sicilia orientale del dipartimento di Protezione civile, che ha confermato un incontro venerdì con l’ingegnere regionale, Foti, per discutere non solo sulla fattibilità progettuale, ma anche sul reperimento dei fondi per poter realizzare i progetti già previsti dallo stesso dipartimento di protezione civile. Abbiamo chiesto anche la presenza del Genio civile – ha concluso l’assessore – perché vorremmo, in attesa che si realizzino i progetti, poter predisporre una messa in sicurezza che abbia dei tempi un po’ più celeri e che permetta di fermare il fenomeno che sta avvenendo lungo la costa”.

(Foto: repertorio)


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