Politica

Hotspot di Augusta, Fratelli d’Italia e Vinciullo chiedono “coerenza” a Salvini. C’è anche una mozione in consiglio

AUGUSTA – L’hotspot per migranti di Augusta è in costruzione, dentro il porto commerciale, nonostante quasi tre anni di dibattito dal primo documento del consiglio comunale, contrario alla realizzazione dell’opera, e interventi infuocati sui due successivi bandi Invitalia (2016 e 2017), con il primo che era stato sospeso in via cautelare dal Ministero dell’Interno. I lavori per ciò che tecnicamente viene chiamato Cpsa (Centro di primo soccorso e accoglienza), in sostituzione dell’attuale tendopoli, sono stati recentemente consegnati dalla Prefettura e prevedono la conclusione entro il mese di agosto (vedi articolo).

Fratelli d’Italia porta avanti dall’inizio la battaglia politica di opposizione alla realizzazione di quest’opera, coinvolgendo la leader nazionale, Giorgia Meloni, giunta lo scorso luglio sulla banchina della Nuova darsena per sollevare la questione anche mediaticamente.

I coordinatori cittadini di Fratelli d’Italia, Marco Failla ed Enzo Inzolia, in una nota congiunta, ricordano che la “ricetta” rilanciata da Meloni su scala nazionale per fermare gli sbarchi e tutelare gli stessi migranti sia “istituire un dispositivo italiano o europeo per difendere i confini e bloccare le partenze dai porti nordafricani, nei quali invece istituire i centri di identificazione europei da cui poi ripartire le quote di profughi per ogni Stato membro dell’Unione europea“.

La costruzione di questo hotspot per noi significa una cosa sola: la nostra città dovrà ancora a lungo sopportare questa incombenza insostenibile, che continuerà ancora ad affossare le sue potenzialità economiche e commerciali, rimettendoci così tutta la nostra comunità cittadina“, affermano Failla e Inzolia.

I coordinatori di Fratelli d’Italia, i cui parlamentari si sono astenuti sul voto di fiducia al governo M5s-Lega, lanciano un appello al neo ministro dell’Interno: “Se del M5s sappiamo bene dover diffidare, tenendo sempre un comportamento di opposizione intransigente, facciamo appello al neo ministro dell’Interno Salvini, che in un suo comizio in campagna elettorale per le Regionali ad Augusta si dichiarò contrario alla realizzazione dell’hotspot nella nostra città, chiedendo che intervenga immediatamente sulla questione. Fratelli d’Italia non lascerà mai abbandonata al proprio destino la città di Augusta“.

Questa mattina torna sulla vicenda Vincenzo Vinciullo, già parlamentare regionale e presidente della commissione Bilancio all’Ars, che afferma: “Già negli anni precedenti, questi lavori erano stati bloccati perché non si capiva il motivo per il quale il Porto commerciale di Augusta dovesse essere sacrificato per finalità che nulla avevano a che fare con il nostro territorio. Oggi, nonostante la politica del Governo sia radicalmente cambiata, si vuole continuare a realizzare questo Centro di primo soccorso e accoglienza e non se ne comprendono più le ragioni“.

Vinciullo si aggiunge all’appello al neo responsabile del Viminale: “Al nuovo Ministro dell’Interno, che a novembre venne ad Augusta e si dichiarò contrario alla realizzazione di questa struttura, chiedo di mantenere l’impegno assunto e di bloccare la realizzazione di questo hotspot. Quello che colpisce in tutta questa vicenda – chiosa Vinciullo – è il silenzio assordante dell’Amministrazione comunale e delle forze politiche e sociali, come se questa struttura non minasse definitivamente il futuro del porto di Augusta“.

Proprio in merito al coinvolgimento dell’Amministrazione pentastellata, il consigliere comunale d’opposizione, Giuseppe Schermi, ha nei giorni scorsi presentato una mozione di indirizzo, per impegnare il sindaco “ad interagire con il Ministero dell’Interno per impedire la realizzazione di un’opera pubblica che risulterebbe non solo inutile ma anche e soprattutto dannosa per lo sviluppo economico del territorio“. “Né la destinazione del Porto commerciale a Porto commerciale Core europeo, né la nuova strategia governativa di rifiutare gli sbarchi di migranti nei porti italiani – queste le principali motivazioni contenute nella mozione – sembrerebbero compatibili con la spesa di denaro pubblico per una tale opera“.

(Foto in evidenza: repertorio)


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