Augusta, Covid, donna ospedalizzata scrive lettera aperta sui social: “Fate attenzione, è subdolo e non perdona”
AUGUSTA – Sono 87, a ieri, gli attualmente positivi al Covid-19 nel territorio di Augusta. Un calo significativo di contagi in città, rispetto al mese di gennaio quando il 29 si è raggiunto il “picco storico” di 222 positivi, ma l’attenzione è rivolta ai progressi della campagna di vaccinazione in corso, che da questi giorni coinvolge la categoria 70-79 anni. Nell’ansiogeno andamento dei numeri locali, manca il dato degli augustani ospedalizzati, ufficiosamente contenuto in poco meno di una decina tra i diversi Covid center della rete ospedaliera provinciale. Perché, purtroppo, ci sono ancora diversi augustani per i quali si è reso necessario il ricovero, che si trovano a lottare strenuamente contro il virus pandemico. Lo ricorda con una lettera aperta sui social Maria Grazia Morello, nota in città quale direttore della corale polifonica “Anthea Odes” e promotrice della rassegna di canti polifonici “Voci dal mondo”, attualmente ricoverata per Covid all’ospedale “Umberto I” di Siracusa.
“Cari amici, buongiorno! So bene che è prestissimo ma, quando ci si ritrova in un letto di ospedale giorno e notte, sono solo scanditi da passi nel corridoio, silenzi, la luce del sole che arriva da una finestra e in tutto questo mille pensieri. Mi trovo qui da mercoledì, da quando il maledetto Covid ha voluto regalarmi una delle sue conseguenze: polmonite bilaterale… Dopo giorni di febbre incessante, dopo aver detto “no” al primo tentativo di ricovero due giorni prima. Ringrazio ancora chi con garbo ma profonda fermezza, chiamandomi, mi disse “Dai Maria Grazia, rispetto la tua paura ma preparati, le conseguenze potrebbero essere importanti, non c’è più tempo da perdere”. E quella voce mi ha quietata, era la cosa giusta da fare! Tra le lacrime ingoiate, perché accanto a te chi ti vedeva andare in ambulanza aveva pur bisogno di conforto e sostegno, si arriva al Covid center dell’Umberto Primo… Immediatezza, assoluta tempestività grazie alla professionalità dell’Usca, avevano già tutto il mio trascorso fino a quel momento e allora via ai prelievi, alla misurazione della saturazione spesso bassa o ballerina, alla Tac, al responso! E quindi… ricoveriamoci! La febbre ancora non molla malgrado tutto, ma, si sa, con la polmonite non si scherza, la tosse non mi permette nemmeno di dare un saluto a casa con la mia voce se non solo ad una mamma anziana che aspetta quel secondo quella voce per farti sentire quanto ti è vicina e con quale amore ed apprensione.
Amici, vi prego, scrivo la mia vicenda ancora in corso per dirvi “Fate attenzione”, il maledetto è subdolo e non perdona, si insinua tra gli affetti più cari in un abbraccio non dato da mesi, in una serata che ha il profumo di casa e parvenza di normalità. Non sono mai stata ossessionata dalla paura del Covid, ho sempre osservato tutte le misure di sicurezza, ho fatto di casa mia la mia protezione, ma arriva un momento in cui da casa tua il bastardo ti sbatte fuori e ti mette alla prova. Sì ma… ha fatto male i conti !!! Se ci avissuru cuntatu (“gli avessero raccontato”, in siciliano, ndr) che io mollo si sbaglia di grosso, perché più giorni passano e più incazzata sono e se lui è maledetto io sono tosta assai. Torneremo, si spera, tutti alla nostra vita. Io al momento voglio tornare presto a casa dalla mia famiglia, cuore pulsante costantemente accanto a me… ai miei amici a cui va un grazie immenso per tutti i messaggi infiniti ogni attimo… al vostro sostegno alle vostre preghiere… un plauso ai medici che mi hanno seguita e a tutto il personale sanitario, di una professionalità e cortesia disarmante. Se non riuscirò a rispondere ai vostri messaggi, non abbiatevene a male, non sono molto social per ovvi motivi e di questo vi chiedo già scusa ma vi prego diffidate da chi ancora continua ad insinuare l’idiozia del complotto o continua a dire “ma è una influenza”… Beh, io sono alla soglia dei 51 anni e a mia memoria un’influenza così non la ricordo! Vi voglio bene, vi abbraccio tutti con enorme affetto, come quello che mi state incessantemente dimostrando. Forza, pazienza e coraggio“.
(Nella foto di repertorio in copertina: percorso Covid del pronto soccorso dell’ospedale “Umberto I” di Siracusa)