Augusta, “Toxic Sicily”, si gira documentario sul quadrilatero industriale. È una coproduzione italo-francese
AUGUSTA – Si sono svolte nella seconda metà di maggio, nel quadrilatero industriale di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa, le riprese del documentario “Toxic Sicily” che la casa di produzione veneziana “Ginko film” sta realizzando in coproduzione con la società francese “Elda productions” e con il sostegno di Eurimages, del fondo per co-produzioni Francia Italia Cnc Mic e della Regione siciliana.
Il documentario, scritto a quattro mani dal regista francese François-Xavier Destors e dal geografo italiano Alfonso Pinto, è un film sul territorio e gli abitanti della zona nord di Siracusa a settant’anni dall’arrivo delle prime raffinerie.
““Meglio morire di cancro che di fame” è il tragico motto che si può sentire sulla spiaggia siciliana di Priolo – si legge nella sinossi pubblicata sul sito web della casa di produzione veneziana – All’ombra della splendida Siracusa batte il cuore di uno dei più grandi complessi petrolchimici d’Europa. A settant’anni dall’arrivo delle prime raffinerie, questo territorio sembra essere stato abbandonato a sé stesso e all’inquinamento del cielo, della terra e del mare. Costruito attorno agli abitanti che resistono e a quelli ridotti invece al silenzio e alla rassegnazione, il film “Toxic Sicily” si avventura sulle tracce di una zona sacrificata sull’altare del progresso, della modernità e della mondializzazione“.
“Gli autori esplorano il tema dell’ “ecocidio” e del sacrificio ambientale – si legge nella nota stampa diramata dall’agenzia di comunicazione per conto della co-produzione – mettendo al centro l’umano, restituendo la pluralità dei punti di vista degli stessi abitanti sul disastro ambientale che colpisce il territorio in cui vivono, raccontando le storie di chi resiste, indagando il rapporto tra uomo e industrializzazione in una terra ricca di contraddizioni come la Sicilia che ospita le spiagge e i siti archeologici più belli d’Italia ma che si confronta anche con inquinamento e rifiuti. L’obiettivo è allora quello di rivelare attraverso l’inquadratura, il movimento, la distanza focale, la durata o il ritmo, gli organi vitali, i tentacoli e le frontiere del territorio“.
Il regista François-Xavier Destors ha già all’attivo due documentari che ruotano attorno alla relazione tra uomo e territorio e alla questione ambientale. Il coautore del soggetto Alfonso Pinto, geografo e ricercatore, lavora da anni sul tema delle catastrofi industriali con un’attenzione particolare al ruolo dei linguaggi audiovisivi all’interno della questione ambientale e dell’Antropocene. La fotografia del film ricopre un ruolo essenziale ed è stata affidata al francese Jean-Gabriel Leynaud, talentuoso direttore della fotografia, mentre la presa diretta del suono è curata da Sebastiano Caceffo diplomato al Centro sperimentale di cinematografia sede Sicilia.