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Augusta, abbattuti gli ultimi alberi di piazza Mattarella: tutti i dubbi sulla ‘rigenerazione’

AUGUSTA – Sono stati abbattuti, nella mattina di lunedì 11 novembre, gli ultimi 17 ficus microcarpa rimasti in piazza Mattarella, circa sette mesi dopo la rimozione di altri 7 ficus microcarpa e diverse palme nane. L’azione è stata eseguita dalle pale meccaniche della ditta augustana aggiudicatrice dei lavori di “rigenerazione urbana, da 5 milioni di euro complessivi (finanziati dal Pnrr), che stanno modificando l’aspetto complessivo delle aree limitrofe al cavalcavia di corso Sicilia.

Ad alzare nuovamente la voce è il comitato ambientalista “Salvare Augusta“, ricordando che l’associazione di promozione sociale “Piano Terra” e il coordinamento “Punta Izzo possibile”, sui primi abbattimenti di alberi lo scorso aprile, avevano presentato un esposto alla Procura, dopo il quale il cantiere di piazza Mattarella si è quasi fermato mentre i lavori sono proseguiti nelle altre vie oggetto di riqualificazione.

Con l’abbattimento degli ultimi 17 ficus microcarpa di piazza Mattarella, consumato ieri mattina, si è portato a termine l’albericidio iniziato ad aprile e finora fermato dagli esposti e dai sit-in di protesta di associazioni e cittadini – si legge nella nota odierna del comitato composto da Legambiente Augusta e Natura sicula onlus – Il sindaco e l’amministrazione di Augusta sono responsabili di una operazione di pseudo rigenerazione urbana che anziché tutelare il verde e la qualità dell’ambiente urbano, abbatte a colpi di pala meccanica alberi pluridecennali di grandi dimensioni e palme nane, cementifica e crea invivibili isole di calore“.

Sul concetto di rigenerazione urbana, viene osservato che “non è tale senza la condivisione e la partecipazione dei cittadini ed il concreto rispetto per l’ambiente. Altrimenti è speculazione ai danni della qualità urbana e della vita“.

Già lo scorso aprile, senza una preventiva relazione agronomica e in dispregio di regolamenti e direttive – asserisce il comitato ambientalista – si erano abbattuti i primi 7 ficus e le palme nane quando invece sarebbe stato possibile e doveroso salvaguardare tutte le piante e – se davvero necessario – le si sarebbe potute tranquillamente trapiantare altrove. E ciò è ampiamente dimostrato dalla perizia prodotta dalle associazioni ambientaliste, e consegnata alla Procura, che nei fatti contesta e smentisce la relazione eseguita dal tecnico di parte dell’impresa solo dopo le proteste dei cittadini e le interrogazioni dei consiglieri comunali“.

Secondo la nota odierna, “a seguito dell’ondata di proteste, dell’esposto-denuncia delle associazioni “Punta Izzo possibile” e “Piano Terra” e dell’apertura del procedimento penale per danneggiamento che ne è scaturito, gli abbattimenti in piazza Mattarella furono sospesi. Ma adesso, nonostante l’indagine penale non risulti archiviata, l’albericidio è stato completato con un improvviso blitz e dispiego di uomini e mezzi. Di conseguenza anche le migliaia di uccelli che in questo periodo trovavano riparo tra le fronde di quegli alberi sono stati crudelmente sfrattati“.

Perché, che fretta c’era, quali interessi ci sono dietro questa mossa?“, chiede il comitato, annunciando una prossima richiesta “alla Procura europea che vigilia sui fondi Pnrr di verificare se – come appare – sono state violate le norme che prevedono rigorose valutazioni ex-ante, ossia prima di interventi suscettibili di produrre rilevanti impatti ambientali. E ciò tenuto conto del principio Dnsh (Do no significant harm) che vieta l’impiego dei fondi europei per opere che arrechino danni significativi all’ambiente“.

L’ennesima nota del comitato ambientalista è stata preceduta da un esposto trasmesso ieri alla Procura aretusea da parte della consigliere comunale d’opposizione Milena Contento.

Sottolineando che sono stati “sradicati complessivamente 60 alberi nel raggio di pochi metri di distanza“, nell’esposto scrive che “si sta cercando di spacciare un presunto intervento di riqualificazione urbana con un atto criminoso nei confronti del patrimonio arboreo della città e con la totale cementificazione del territorio senza che il progetto fosse provvisto di uno straccio di relazione agronomica, che è stata prodotta dalla ditta aggiudicataria dei lavori solo (dopo, ndr) che la scrivente ne ha fatto richiesta e quindi a posteriori rispetto alla normale procedura di predisposizione di un progetto della pubblica amministrazione“.

Poiché riteniamo, contrariamente al sindaco Di Mare, che il patrimonio arboreo è patrimonio di tutti i cittadini augustani, vogliamo sapere che fine hanno fatto gli alberi sradicati, dove sono stati messi a dimora in attesa di essere eventualmente collocati in altra area, come sono stati sradicati e quale destino finale avranno – prosegue Contento nell’esposto – Tale azione, in barba alle indagini che la Procura della Repubblica ha attualmente in corso, denota non solo il totale ed irresponsabile disprezzo da parte del sindaco DI Mare per la sostenibilità e per la tutela ambientale, ma anche la mancanza di rispetto verso la magistratura“.

È stato, invece, Domenico Tringali, presidente del neonato movimento “Edicola libera – Lista civica per una visione comune”, a sottolineare oggi la previsione del progetto esecutivo in merito alla piantumazione di nuovi alberi, che sarebbero “in piazza Mattarella solo undici“, segnatamente dieci cerri egualmente ripartiti a sud e a nord della piazza e un tiglio nostrano al centro. “Il Comune – chiosa Tringali – ha cercato di correre ai ripari inserendo più alberi in queste zone, rispetto a quelli previsti da progetto“.

La Gazzetta Augustana.it ha preliminarmente chiesto una replica e posto alcuni interrogativi al sindaco Giuseppe Di Mare, che al momento non intende intervenire.


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