Accuse da Vinciullo sull’hotspot, replica stizzita del sindaco Di Pietro: “Quattro anni di chiacchiere e null’altro”
AUGUSTA – Sull’hotspot o Cpsa (Centro di primo soccorso e accoglienza) per l’immigrazione ad Augusta da realizzare, come da documento del ministero dell’Interno, “temporaneamente” sulla banchina del porto commerciale di Punta Cugno, si è aperto uno scontro politico tra partiti e rispettivi esponenti in città e in provincia, tra l’altro con le elezioni regionali alle porte. All’accusa di “complicità devastante” nei confronti dell’amministrazione Di Pietro mossa dal parlamentare regionale di Alternativa popolare Vincenzo Vinciullo (vedi articolo), ha replicato il sindaco pentastellato.
Riportiamo integralmente qui di seguito la replica del sindaco Cettina Di Pietro.
“Quando un politico ha l’abitudine di rilasciare comunicati ad ogni “sospiro della sua attività”, c’è sempre il rischio che alla fine dichiari “tutto ed il contrario di tutto”. Questo è quello a cui mi ha abituata l’on. Vinciullo in questi due anni del mio mandato! È c’è anche da comprendere le ragioni di cotanto accanimento, dopo la cocente sconfitta del candidato sindaco che ha con tanto fervore sostenuto. In questi due anni ha continuato, senza soluzione di continuità, a sferrare attacchi alla mia Amministrazione su tutti i fronti (come non citare la vicenda del personale precario e le sue dichiarazioni gravi –“il Sindaco si diverte a tormentare i precari, i soldi ci sono tutti”- senza poi provare pudore quando si è appurato che “i soldi promessi – 1.900.000 euro – non c’erano, ma ne sono stati assegnati dalla regione poco più di 1.600.000!). Insomma una continua campagna elettorale per lui e denigratoria per me!
Ho di rado risposto ai suoi attacchi, confidando nell’intelligenza dei miei cittadini, ma in questo caso non posso davvero tacere, perché non solo la misura è colma ma stavolta l’ha sparata davvero grossa. E allora mi tocca, caro onorevole, ricordarle quanto da lei dichiarato durante la campagna elettorale delle amministrative del 2015.
Queste le parole affidate alla stampa dall’on. Vinciullo in data 27 febbraio 2015: “Oggi, durante l’incontro con il ministro degli Interni, l’onorevole Angelino Alfano, Vinciullo ha presentato i problemi, anche di sicurezza che la presenza di un centro stabile per l’accoglienza degli extracomunitari può avere in un contesto altamente a rischio per la presenza di un’altissima concentrazione industriale attorno all’ Autorità portuale. Pertanto, non verrà realizzata alcuna struttura fissa all’interno Porto commerciale di Augusta e non verrà collocato alcun centro di identificazione dentro la struttura. Anzi, c’è la volontà di rendere meno impattante la presenza dell’attuale centro di primissima accoglienza, destinando un luogo meno centrale e con strutture solo mobili che diano maggiore dignità a chi arriva, coniugando gli interessi dei siciliani ad avere un porto che possa dare lavoro ed occupazione, con il dovere cristiano di chi accoglie bambini, donne e uomini che scappano dalla guerra che imperversa nei loro paesi”.
Questi i buoni propositi, le rassicurazioni e le “decantate vittorie” dell’on. Vinciullo oltre due anni fa. E allora ci spieghi caro onorevole perché per oltre due anni sono rimaste lettera morta? Ed ancora, ci spieghi perché sono state smentire dai fatti, considerato che subito dopo le dichiarazioni rilasciate da Alfano ad un Question Time presentato alla Camera dai deputati M5s, mentre lo stesso dichiarava che l’Hot-spot ad Augusta non sarebbe stato realizzato, in barba alle rassicurazioni, nel nostro porto veniva collocato il macchinario utilizzato negli Hot-spot per fare le identificazioni, trasformando così di fatto l’attendamento all’interno del porto in Hot-spot?
Comprendo che adesso siamo in piena campagna elettorale, ma le sue dichiarazioni hanno più il sapore di una legittima rabbia perché il Sindaco è riuscita da sola a concretizzare, senza troppi proclami, ciò che lei, con un Ministro della sua stessa appartenenza politica, aveva solo promesso, per poi fare il contrario! Le rammento che Augusta non è una “colonia”, o se lo è stata fino ad ora è solo per colpa della politica fatta dal suo Ministro. Infatti, a partire dal 2014, con l’operazione “Mare nostrum”, quando il suo ministro Alfano ha deciso di destinare il porto di Augusta agli sbarchi, con il suo silenzio, o meglio prendendo a prestito le sue parole, con la “sua complicità”, solo adesso e per la prima volta “le forze istituzionali del territorio sono state coinvolte”, contrariamente a quanto da lei dichiarato.
Se poi per “coinvolgimento delle forze politiche del territorio”, intendesse che il suo scopo è quello di riavviare le infruttuose interlocuzioni già avute con l’allora S.E. il Prefetto, dott. Armando Gradone, relative alla realizzazione dell’Hot-Spot, nella zona della Unicem, le ricordo che anche quella soluzione, è tecnicamente impraticabile per l’assenza di idonei fondali ove effettuare gli sbarchi, come le è stato già chiarito.
Per concludere, non so a chi lei si riferisca quando parla di “basisti locali, trattati peggio di una colonia” e trovo oltraggiose e gravissime le sue dichiarazioni, come sopra meglio chiarito, relative alla “complicità devastante dell’amministrazione comunale” perché semmai la “complicità devastante” è stata la sua in questi quattro lunghi anni fatti di chiacchiere e null’altro“.