Politica

Adsp Sicilia orientale, quali comuni nella governance oltre ad Augusta e Catania?

AUGUSTA – “Includere i Comuni ove ricadano le aree portuali nei Comitati di gestione del Sistema autorità portuale“. È questo uno dei punti della risoluzione approvata stamani nella quarta commissione all’Ars, che impegnerebbe il governo regionale a “farsi promotore con il il governo nazionale” di una modifica della composizione della governance, tra le altre, dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) del mare di Sicilia orientale, che attualmente ha sede ad Augusta e comprende i porti di Augusta, Catania e Pozzallo, con presidente Francesco Di Sarcina.

Sono stati il presidente della quarta commissione regionale “Territorio, Ambiente e Mobilità”, il deputato regionale nonché sindaco di Melilli Peppe Carta (Mpa), insieme a due colleghi all’Ars, il floridiano Tiziano Spada (Pd) e il modicano Ignazio Abbate (Dc), a promuovere la risoluzione titolata testualmente “Comitato di gestione dell’Autorità del sistema portuale e tasse a carico dei sistemi portuali”.

Va chiarita preliminarmente la differenza sostanziale tra Comuni, o meglio Porti, inseriti in un’Autorità di sistema portuale e Comuni rappresentati nella governance, cioè il comitato di gestione della stessa Adsp. Non è specificato nella risoluzione odierna quali sarebbero “i Comuni ove ricadano le aree portuali” da aggiungere alla governance, a fronte del recente inserimento nell’Adsp del porto di Pozzallo e dell’ormai prossimo dei porti di Siracusa.

L’attuale comitato di gestione dell’Adsp del mare di Sicilia orientale, con un mandato quadriennale in corso fino al 2026, prevede la rappresentanza, attraverso la designazione di un componente a testa, della Regione siciliana, della Direzione marittima della Sicilia orientale, della Capitaneria di porto di Catania, della Capitaneria di porto di Augusta, della Città metropolitana di Catania e del Comune di Augusta (sei componenti totali sulla carta, cinque allo stato attuale in quanto Direzione marittima e Capitaneria di Catania sono rappresentate dallo stesso soggetto).

Resta quindi un’incognita come la governance verrà rimodulata e se diluirà il peso specifico di Augusta e Catania, sedi rispettivamente di uno strategico porto petrolifero e di un rilanciato porto crocieristico.

Per comprendere il contesto normativo, ricordiamo che l’esteso decreto-legge numero 4 del 18 gennaio 2024, recante “disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico”, deve essere infatti convertito in legge dal Parlamento. Il relativo disegno di legge di conversione, che ha accolto tra l’altro l’emendamento finalizzato a inserire nell’Adsp anche le due principali rade di Siracusa (porto Grande e baia di Santa Panagia) e presentato dal senatore siracusano Antonio Nicita (Pd) in commissione con voto favorevole bipartisan, è stato già approvato in Senato, il 5 marzo scorso, con voto favorevole dei soli senatori del centrodestra. È imminente il passaggio del testo alla Camera dei deputati.

Intanto stamani è stato approvato alla Camera un ordine del giorno del deputato avolese Luca Cannata (Fdi), per impegnare il governo nazionale a “valutare l’opportunità di adottare, con il primo provvedimento utile, le disposizioni necessarie per inserire anche il porto Piccolo e la baia di Ognina“, le altre due rade ricadenti nel Comune di Siracusa.

(Nella foto di copertina: scultura all’ingresso del porto commerciale di Augusta)


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