Alcuni consiglieri di opposizione dopo la riunione con Fichera: “Navigazione al buio, si dimetta subito”
AUGUSTA – “La presidente Lucia Fichera pensi al bene della città e ci dica subito la data delle sue dimissioni“. Questa la conclusione politica a cui sono giunti cinque consiglieri comunali della minoranza, Alfredo Beneventano Del Bosco, Salvo Errante, Franco Lisitano, Marco Niciforo e Giancarlo Triberio, a cui si aggiungerebbe idealmente anche Enzo Canigiula, che però non avrebbe sottoscritto la nota congiunta “urgente” poiché “irraggiungibile” per il suo compleanno.
Una posizione di fatto confermata da parte di questi consiglieri di opposizione dopo che alcuni di loro in rappresentanza dei rispettivi gruppi hanno partecipato all’incontro nell’ufficio di presidenza con la stessa Fichera, tenuto al posto della seduta consiliare revocata, seppure “con grande senso di responsabilità istituzionale e grande sforzo personale“, incontro invece disertato dai consiglieri Di Mare, Pasqua e Tribulato, autori di una nuova durissima istanza formale inoltrata agli enti preposti (vedi articolo).
I cinque consiglieri spiegano: “È stato l’ultimo tentativo di provare a far ragionare sia lei che il Movimento 5 stelle, nell’illusoria speranza che tutti volessero realmente ritrovare il dialogo costruttivo sulle urgenti problematiche di Augusta. Non è stato affatto così. Ancora una volta abbiamo dovuto prendere atto che per i grillini le logiche corporative interne prevalgono su qualsiasi considerazione, anche di comune buonsenso. In sostanza non è emerso nulla di nuovo, con la sola prospettiva di una navigazione al buio“.
Sebbene l’intento dichiarato dalla presidente Fichera fosse quello di un “definitivo chiarimento”, per i consiglieri autori della nota “a questo punto non ci sono più le condizioni per tenere in piedi neanche il benché minimo dialogo politico che consenta al Consiglio comunale di tornare nella sua piena funzionalità, considerato che dal 31 marzo è paralizzato per le bizze di chi ha completamente frainteso il ruolo di garanzia super partes, trasformando il Senato cittadino nel tinello di casa“.
Sarebbe una posizione assunta anche a garanzia della stessa maggioranza pentastellata, poiché a detta dei cinque “i metodi utilizzati nell’organizzazione, gestione e conduzione dei lavori consiliari non garantiscono più in alcun modo né il legittimo adempimento del mandato elettorale conferito ai consiglieri, compresi quelli del suo Movimento, né la necessaria serenità della stessa Amministrazione“. Come quando, ricordano, “durante l’ultimo Consiglio comunale il gruppo consiliare 5 Stelle e tutta l’opposizione avevano concordato il rinvio dei lavori proprio per andare incontro alle loro difficoltà, umane e politiche, nei confronti di una presidente che non offre alcuna garanzia del ruolo“.
Queste le più recenti iniziative della presidente Fichera oggetto della reprimenda del gruppo di consiglieri di minoranza: “Destano fortissima preoccupazione le sue ultime esternazioni all’Assemblea riguardanti la sua convocazione in Prefettura, della quale ha fornito una versione totalmente fuorviante a una corretta valutazione della situazione persino per la sua stessa maggioranza. L’ultimo atto di arrogante prepotenza con la convocazione di un Consiglio a suo piacimento, senza alcuna concertazione con i capigruppo, seguita dalla improvvisa cancellazione dei lavori sempre in base al suo umore personale unito agli interessi politici di qualche esponente del meetup M5s, costituiscono il punto di non ritorno per qualsiasi tentativo di composizione“.
Ma non risparmiano un richiamo forte anche ai colleghi della maggioranza: “Adesso a quello stesso gruppo consiliare 5 Stelle, che con la sua maggioranza assoluta e coi suoi metodi assolutistici è unico responsabile dell’attuale situazione di paralisi, chiediamo parole chiare e inequivocabili sulla reale intenzione di tornare a discutere costruttivamente dei problemi di questa città. Tutti siamo coscienti che senza concertazione politica le nostre istituzioni cittadine perdono autorevolezza, e fanno diventare Augusta terra di conquista dove perpetrare qualsiasi scippo“.
I cinque consiglieri concludono: “Tutti siamo coscienti che ci sono limiti oltre i quali nessuna carica istituzionale e, ancora meno, un presidente del Consiglio può andare. Non ci inducano a pensare che questo tergiversare sulle dimissioni del presidente sia collegato alle ormai famose rotazioni interne ma piuttosto a meccanismi di logica ripartitoria che nulla hanno a che fare con i problemi della città“.
(Foto in evidenza: repertorio)