Alla scoperta della costa augustana, l’avventura di “Marilighea”


AUGUSTA – Scarpe da trekking, zaino in spalla e una buona dose di voglia di conoscere e conoscersi. Questi sono alcuni dei tratti di un’Augusta che ha sete di riscoperta. La trama del sottobosco culturale della città è un intreccio di associazioni che hanno l’intento di valorizzare il territorio, raccontando le sue storie e quelle delle persone che lo hanno attraversato e attraversano ancora.
Così, l’associazione culturale “Marilighea“, tramite il progetto “A Rucazioni”, ha ideato e concretizzato per la scorsa domenica mattina un’escursione naturalistico-culturale, conducendo un nutrito gruppo sia di associati che di aggregati per l’occasione tra i luoghi, la storia e la natura del litorale di Monte Tauro, primo atto di un percorso denominato “Il mare del monte”.
Alla partenza, programmata alle ore 9,30 dalla villa comunale, il gruppo si è concesso un breve focus sulla costruzione del nuovo porto turistico nel golfo Xifonio, potendosi confrontare direttamente con l’imprenditore augustano Alfio Fazio sull’eventuale impatto ambientale che avrebbe la sua opera.
La cinquantina di escursionisti, guidati da Luca Di Giacomo, si sono quindi avviati per il primo tratto, quello lungo i bastioni che circondano il castello federiciano, in questo momento tristemente noto per lo stato di abbandono e per il sequestro posto dalle autorità , ma l’escursione guidata ha permesso ai partecipanti di vederlo con gli occhi degli storici: dalla sua costruzione alle modifiche aragonesi fino alla sua trasformazione in prigione.
Per gli automobilisti si è trattato di un inatteso spettacolo, vedere un folto gruppo di persone che attraversa a piedi la città.
Una breve sosta alle ex saline del versante sul lungomare Granatello. L’intervento di Enzo Parisi, esponente di Legambiente Sicilia, ha approfondito gli oltre due millenni di storia delle saline, la cui attività è stata interrotta a causa dell’inquinamento negli anni Sessanta.
La passeggiata procede veloce ma senza affanno, anzi, l’entusiasmo cresce ad ogni passo. Entrati nell’area militare di Punta Izzo, Antonello Forestiere, direttore del Museo della Piazzaforte, da anni trasferito al Municipio, ha introdotto l’importanza strategica sotto l’aspetto bellico di quel litorale, mostrando una delle ultime postazioni che si arrese negli scontri del 1943.
La storia è fatta di uomini, di guerre ma soprattutto di natura. Proseguendo su questo tratto di costa solitamente non percorribile ma che, con l’autorizzazione della Marina Militare in via del tutto eccezionale, è stata aperta all’iniziativa, gli escursionisti sono entrati in contatto con alcuni posti davvero poco noti ma di estremo fascino.
Tra le meraviglie naturali, la “Grotta lunga” o “Grotta del monaco” è un anfratto di origine carsica in cui ci si può soffermare spegnendo le torce e rimanendo in silenzio ad ascoltare le gocce d’acqua che dalle stalattiti piovono giù, un momento in cui si perde la percezione dello spazio e del tempo per ritrovare se stessi.
La costa e il mare che Tomasi Di Lampedusa decantava nel racconto “La sirena” sono lo sfondo costante del percorso. Le piante autoctone come il mirto (“murtidda” in dialetto), il timo, l’euforbia dendroides e il lentisco diventano motivo per soffermarsi a osservare, indagare e imparare tanto per gli adulti quanto per i bambini.
Ogni scoglio, ogni insenatura, ogni grotta e ogni costruzione hanno una storia da raccontare ai visitatori e la guida Di Giacomo ha aiutato ad ascoltarla: “A Rucazioni è un progetto che ha l’intenzione di ripartire dalle origini, dalla tradizione e dalla zona di Brucoli; non a caso “Aruca” è il nome in dialetto del piccolo borgo marinaro, puntando al futuro“.
Sempre Di Giacomo, responsabile dell’associazione “Marilighea”, ringraziando i soci che hanno avuto parte attiva nell’organizzazione, come Marina Bocchetti e Francesco Blancato, ha concluso: “Augusta è un territorio particolarissimo sia per quanto riguarda gli aspetti negativi che positivi, e proprio questi ultimi vanno messi in risalto e devono essere quelli da cui ripartire, andando a conoscerli; noi iniziamo da questo, dalla “arucazioni” (educazione), ma “Aruca” è anche Brucoli e l’azione che stiamo compiendo su di lei”.
Marcello Marino