All’innocenza / Il tempo
ALL’INNOCENZA di Elisabetta Ternullo
Il meglio di te l’ho perduto
nell’abisso arraffato
delle complicanze artefatte
dei percorsi scoscesi
che l’anticamera delle memorie
ha sigillato nell’ampolla
di vetro intatto.
Il meglio di te sta di là della distanza
[insormontabile]
di chi e di come
avvenivi
prima
che pervenisse la sterilità
nel divenire.
IL TEMPO di Marcella Di Grande
Sembra quasi che ci sia una distanza che separi irreversibilmente ciò che eravamo da ciò che siamo e ciò che siamo da ciò che saremo.
Sembra quasi che quel “non essere più”, quel sono e quel “sarò” abitino luoghi diversi nello spazio, come mondi che non si appartengono, né s’incontreranno.
Sembra quasi di sentirmi spezzettata dalla lama del passato e del futuro come se non ci fossero legami tra i “me”, come se non ci fosse continuità, quella che invece le esperienze generano per lasciare che io possa muovermi libera, avanti e indietro, nel mio tempo ed essere insieme, in ogni suo istante, ciò che “ero”, ciò che “sono” e ciò che “sarò”.
(Foto in evidenza: Totò Martorana)