Amianto da smaltire: cosa dice la normativa vigente
Nel 1992 in Italia e nel resto d’Europa c’è stato il riconoscimento della tossicità dell’amianto, per cui ne è stata vietata la produzione. L’ordinamento italiano in tal verso non ha potuto fare altro che, in primis, promuovere la bonifica completa dell’Eternit, e, parallelamente, emanare delle norme volte a regolare lo smaltimento di quello ancora in circolo. Nonostante siano passati 27 anni, è ancora presente in molti edifici in particolare nella nostra regione e spesso richiede l’intervento di ditte per lo smaltimento amianto Sicilia.
- Perché l’amianto è tuttora presente negli edifici
Non avendo dunque la legge nazionale sancito un obbligo di rimozione dell’amianto “a prescindere”, oltre al divieto di nuova produzione, ad oggi troviamo ancora delle strutture che sono fortificate da questo materiale.
In merito alla sua diffusione, bisogna ricordare che l’amianto è sempre stato utilizzato come materiale edile per la protezione dal fuoco, oltre al fatto che la sua particolare resistenza funge da sostegno ai fabbricati. Per cui, in virtù di queste sue peculiarità vantaggiosi, sono passati gli anni e in pochi hanno provveduto alla sostituzione e allo smaltimento di amianto.
- La legge non obbliga a rimuovere l’amianto
Sostanzialmente, la legge italiana non obbliga a liberarsi dell’amianto e a smaltirlo, ma a individuarlo e controllarlo. Questo perché si tratta di un materiale che, se resta integro, non diventa un rischio per la salute dell’uomo. Ciò che invece genera problematiche di rilievo è il suo deterioramento nel tempo, quando comincia a rilasciare delle particolari particelle tossiche che, se inalate, possono provocare tumori o malattie respiratorie.
La dispersione di tali particelle quindi sono il motivo della tossicità, per cui la legge impone ai proprietari di immobili e agli amministratori di condomini la valutazione del possibile rischio con la conseguente individuazione degli interventi attuabili alla luce dei risultati ottenuti. L’eventuale bonifica può avvenire rivolgendosi ad aziende di smaltimento rifiuti speciali Palermo che, lavorando con estrema sicurezza e professionalità, riusciranno a liberare l’edificio da eventuali residui di amianto.
Quando il materiale non risulta danneggiato, può rimanere dov’è e non arreca danni alla salute. La necessità di bonifica scatta allorquando la struttura viene catalogata come pericolosa per la nostra salute, quando cioè comincia a rilasciare fibre tossiche.
- Gli obblighi dettati dalla legge: amianto friabile e non friabile
Siamo in presenza di amianto friabile, quando l’usura del tempo, le calamità naturali, gli agenti atmosferici ne hanno deteriorato la struttura. Per cui il proprietario dell’immobile ha l’obbligo di avvertire la struttura sanitaria locale. L’Asp avvia una pratica con cui stabilisce le modalità di intervento e le tempistiche a scopo preventivo di salute. Ovviamente farà fronte alle spese di bonifica e smaltimento di amianto colui che è proprietario dell’edificio.
Viceversa, si ha amianto non friabile quando le sue condizioni si sono mantenute compatte nel tempo. Per cui la normativa vigente sottolinea che i proprietari di immobili devono semplicemente provvedere alla “Pianificazione di programma di controllo e manutenzione”. Quindi in tal caso non si ha l’obbligo di comunicazione, bensì di far valutare il livello di rischio da un tecnico abilitato. Qualora non dovesse accadere ciò, per il soggetto è prevista una sanzione cospicua, che va dai 3.615 euro ai 18.075 euro.
Dunque pur non essendo obbligatorio rivolgersi a ditte isolane per la bonifica amianto Sicilia, il consiglio nel solco della tutela della salute è quello di far provvedere comunque alla demolizione e alla rimozione di strutture in amianto nel più breve tempo possibile.
In fondo, oggi sono molte le ditte di smaltimento rifiuti speciali che si occupano di effettuare sopralluoghi e rilievi per poi rimuovere in totale sicurezza il materiale dal nostro edificio. Le tecniche di rimozione sono altamente professionali e partono dal sopralluogo sul posto fino allo smaltimento nelle apposite discariche. E intervengono nell’ambito di un preciso quadro normativo di riferimento, quindi, improntato alla prevenzione.