Arriva Raitre ad Augusta, servizio sul “caso” depuratore
AUGUSTA – C’è stato un disastro ambientale nel golfo di Augusta e in quello di Brucoli? Lo dovrà accertare la Procura della Repubblica a Siracusa, su mandato del giudice augustano Andrea Migneco. Che sia stato doloso, cioè per volontà, o colposo, cioè per incapacità, inefficienza o altro, alla popolazione questo importa poco. Alla comunità augustana e a quella di Brucoli, frazione di Augusta, importa che la gente possa tornare a bagnarsi nelle acque del mare circostante, come oltre cinquant’anni fa quando gli augustani si riversavano nelle contrade di Augusta-isola, quali il “Paradiso”, la “Badiazza”, o fuori, come il “Granatello” o Punta Izzo, o Brucoli.
Sono tutte aree queste dove la balneazione oggi è interdetta. Ed è interdetta da quasi cinquant’anni. È dagli anni Settanta, infatti, che si parla di un collettore unico fognario per scaricare al largo le acque reflue che attualmente inquinano di coli batteri le acque di Augusta e Brucoli dove sfociano le fogne. Il progetto Olivotti non fu mai realizzato, ma nel 1984 fu costruito l’imponente impianto di depurazione dell’Istituto acque siracusane (Ias). Fu l’allora pretore di Augusta, Antonino Condorelli, l’ultimo dei cosiddetti pretori d’assalto, che diede la spinta per la costruzione dell’Ias, in seguito ai processi da lui promossi perché i colossi del petrolchimico presenti nell’area siracusana non continuassero a inquinare il mare
Gli amministratori comunali di Augusta avrebbero potuto fare realizzare una canalizzazione per allacciare la rete fognaria comunale al depuratore Ias, ma non lo fecero. Negli anni Novanta ci fu anzi chi decise che occorreva costruire un depuratore cittadino a Punta Calcarella nell’area Terravecchia-Paradiso, ma gli abitanti della zona si opposero strenuamente e furono interrotti i lavori, con sciupio del pubblico denaro. Trascorsi inutilmente gli anni, siamo arrivati alle sanzioni europee nei confronti dell’Italia inadempiente per non aver realizzato capillarmente i depuratori. Il governo Renzi, per correre ai ripari, decise di nominare per la depurazione in Sicilia l’assessore Vania Contrafatto della giunta Crocetta. L’assessore, venuta ad Augusta, si dichiarò contraria all’allacciamento al depuratore Ias, ma, in ogni caso, tutto è rimasto fermo. Nell’aprile 2017 il governo Gentiloni ha nominato un commissario unico nazionale per la depurazione delle acque, il professor Enrico Rolle.
Nell’attesa che questo nuovo commissario venga d Augusta per decidere se si potrà realizzare il depuratore cittadino o il collegamento al depuratore Ias, la Procura aretusea dovrebbe nominare consulenti per accertare se ad Augusta e a Brucoli si è avuto un disastro ambientale e a chi si deve attribuire la responsabilità. Di questo si è parlato nella tarda mattinata di questo martedì 23 gennaio, sulla scogliera di Brucoli, dal momento che una troupe di Raitre, guidata dal giornalista Pier Damiani D’Agata ha realizzato un servizio sulla petizione sottoscritta da trecento brucolani che reclamano giustamente il depuratore non solo per sé, ma per lo sviluppo turistico della frazione. I firmatari della petizione sono rappresentati legalmente, a titolo gratuito, dagli avvocati Dario Fazio e Puccio Forestiere, intervistati, come i rappresentanti di associazioni e comitati locali, da Pier Damiani D’Agata, per il servizio che andrà in onda nei prossimi giorni.