Augusta, 11 arresti per scommesse online illegali e usura
AUGUSTA – Fin dalle prime luci dell’alba, personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Siracusa, nei confronti di undici augustani ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse online attraverso siti illegali, esercizio abusivo dell’attività di credito e usura.
Alle operazioni, iniziate all’alba, hanno partecipato circa cinquanta poliziotti della Questura di Siracusa, che hanno rintracciato tutti i soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi, segnatamente quattro misure cautelari in carcere e sette misure cautelari degli arresti domiciliari, ed eseguito attività di perquisizione nei confronti degli stessi (vedi foto di copertina, ndr).
Le indagini dell’operazione denominata “Ludos“, svolte dagli investigatori della squadra mobile di Siracusa e del commissariato di pubblica sicurezza di Augusta, coordinate dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dai sostituti procuratori Donata Costa e Francesca Eva, hanno consentito di fermare una presunta associazione per delinquere il cui “core business” si sarebbe sostanziato nell’esercitare l’attività di gioco e scommesse abusivamente, in quanto privi di concessione autorizzatoria o licenza ai sensi dell’art. 88 Tulps. Secondo le ricostruzioni investigative, coloro che sono ritenuti i capi dell’associazione fungevano da raccordo tra i due distinti gruppi di gestione dei siti illegali di scommesse e, avvalendosi del rapporto con i gestori nazionali ed esteri, ottenevano dagli stessi il credito necessario per l’esercizio del gioco senza anticipare denaro, così fidelizzando i giocatori e assumendo credito, anche usurario (con tassi di interesse fino al 300 per cento), nei loro confronti. Il tutto con la contestata aggravante della transnazionalità, avendo l’associazione per delinquere propaggini anche all’estero, in particolare a Malta.
Inoltre, le casse dell’organizzazione si sarebbero arricchite anche grazie all’esercizio abusivo dell’attività bancaria, poiché i sodali, a detta degli inquirenti, esercitavano nei confronti del pubblico le attività riservate previste dall’art. 106 primo comma del Tub (Testo unico bancario). In sostanza, secondo le indagini, i presunti associati, sostituendosi alle banche, avrebbero svolto “attività di credito garantendo anche servizi di ricarica online di conti gioco dei clienti, conti utilizzati per l’esercizio di scommesse sui siti illegali in quanto non rientranti nel circuito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli“.
Nei confronti di numerosi “clienti” affetti da ludopatia sarebbero quindi stati “elargiti prestiti di danaro contante a fronte della corresponsione e/o della promessa di interessi usurari da capogiro“. Alcuni degli odierni indagati talvolta “esigevano dalle vittime, quale garanzia sulla restituzione del danaro, le chiavi delle vetture dei poveri malcapitati che, pur di vedere soddisfatta la loro richiesta di danaro, cedevano alla pretesa“.
Nonostante il “giro di affari di centinaia di migliaia di euro“, alcuni dei partecipi all’associazione avrebbero pure richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. “Mediante dichiarazioni mendaci, senza i requisiti prescritti, percepivano il reddito di cittadinanza – si apprende dagli inquirenti – producendo, inoltre, un contratto d’affitto fittizio al fine di aumentare l’importo del sussidio percepito“.
Il quadro probatorio ricostruito è emerso all’esito di quasi due anni di attività investigativa che ha avuto origine nel dicembre 2019, allorquando personale del commissariato di Augusta fu informato da una coppia di anziani coniugi che loro figlio aveva contratto importanti debiti gioco, che loro stessi dovevano coprire. Sono state, pertanto, immediatamente avviate le attività investigative del caso volte a quantificare l’ingente somma dovuta dalla vittima.
Da questo filone di indagine, è emerso che sebbene alcuni degli indagati avessero regolare licenza di pubblica sicurezza per l’esercizio di giochi e scommesse in agenzie nazionali ufficialmente riconosciute, gli stessi avrebbero spinto i loro clienti a effettuare le giocate e le scommesse sui siti illeciti, che cambiavano indirizzo per impedirne l’individuazione con nuove credenziali per gli scommettitori, traendone così un rilevante vantaggio economico dato dalla totale assenza di tassazione sui guadagni da parte dello Stato. Secondo gli investigatori, le perdite registrate in alcuni casi hanno superato i 100.000 euro per il singolo giocatore.
Infine, gli inquirenti evidenziano che il presunto promotore dell’associazione, colui che è anche ritenuto soggetto principale dell’attività di gestione dei siti web, “nonostante l’elevatissima disponibilità di denaro, fosse anche percettore del reddito di cittadinanza“. Nel tempo, pur avendo “un tenore di vita elevatissimo con viaggi e vacanze estive di lusso“, al variare delle proprie condizioni familiari, il soggetto avrebbe effettuato “una serie di dichiarazioni mendaci per aumentare l’importo mensile del sussidio ricevuto dallo Stato arrivando a percepire la soglia massima di reddito di cittadinanza grazie a contratti e dichiarazioni false“.