Augusta, 13 maggio, Giornata della memoria cittadina. Ore 12,50 “risuonerà” il ricordo del primo bombardamento
AUGUSTA – Ricorre oggi la Giornata della memoria cittadina, che sarà celebrata in forme che si sono dovute adeguare alle restrizioni governative per l’emergenza Coronavirus. Con deliberazione di giunta numero 34 del 12 marzo 2018, il Comune di Augusta ha riunito nella giornata del 13 maggio due commemorazioni fino ad allora distinte, quella del 13 maggio già istituzionalizzata nove anni fa che si riferisce al bombardamento aereo americano del 1943 che devastò il centro storico provocando oltre sessanta vittime e quella del 17 luglio in riferimento alla distinta tragedia causata due mesi dopo da una bomba sganciata da un velivolo tedesco, colpito dalla contraerea, che finì tragicamente su una grotta di Brucoli ove trovavano riparo decine di sfollati.
A seguito della unificazione delle due giornate, su proposta formalizzata dall’associazione storico-culturale “La Gisira di Brucoli“ presieduta da Giampiero Lo Giudice, il 13 maggio ricorre quindi la “Giornata della memoria delle vittime civili e militari di Augusta e della frazione di Brucoli nel secondo conflitto mondiale”. È stata celebrata in questa forma il 13 maggio del 2018 nella chiesa Madre, quando per la prima volta sono stati letti i nomi dei caduti civili del 13 maggio, a cura dell’allora presidente della Commissione comunale di storia patria, Giorgio Casole e alla presenza di Francesco Migneco, testimone diretto del tragico evento nonché autore della monografia dal titolo “Augusta, 13 maggio 1943, l’inferno scese dal cielo”.
Alle ore 12,50 di oggi il Comando Marisicilia commemora le vittime civili e militari, con le sirene di tutte le navi militari ormeggiate nel porto Megarese, per un minuto, insieme al suono a rintocco delle campane delle chiese cittadine. Tra le iniziative delle associazioni che si occupano di valorizzazione della storia locale, la Società augustana di storia patria, presieduta da Giuseppe Carrabino, ha invitato i cittadini a osservare “un minuto di silenzio nel ricordo dei caduti” alle ore 12,50.
La Gazzetta Augustana.it ricorda quel 13 maggio 1943 proponendovi il seguente contributo del direttore del Museo della Piazzaforte di Augusta, Antonello Forestiere.
Il 13 maggio 1943 una formazione di cinquantadue quadrimotori B-24D Liberator americani del 376th Bomber Group “Liberandos” (ventisette velivoli) e del 98th Bomber Group “The Pyramiders” (venticinque velivoli) decollati dalla Libia, attaccarono in due ondate tra le ore 12.50 e 13.40 la città di Augusta.
Furono sganciate 484 bombe di grosso calibro e 1500 spezzoni incendiari. La città subì pesanti distruzioni all’abitato ed al patrimonio monumentale (distrutte le chiese di Gesù e Maria e di Sant’Andrea) e sotto le macerie rimasero 61 morti e numerosi feriti, tutti civili. Il ricovero dei Cannizzoli crollò, seppellendo quanti vi si erano rifugiati. Unico caduto militare, il giovane finanziere di mare Pietro Tomai Pitinca.
Fu un bombardamento del tutto inutile rispetto al suo obiettivo iniziale, in quanto la nave cisterna Quarnaro era già stata allontanata (per ordine dell’Ammiraglio in sede al Comando Marina) in un punto della rada lontano dall’abitato, proprio per scongiurare l’attacco. Le bombe furono invece sganciate lo stesso su un porto praticamente vuoto andando a finire in buona parte sull’abitato del centro storico. Nessun aereo fu abbattuto dalla reazione delle batterie della Piazzaforte, per via della quota mantenuta e della velocità dei quadrimotori durante i due passaggi su Augusta.
Efficaci e rapidi furono i soccorsi per la popolazione, prestati immediatamente dai militi dell’UNPA, dai marinai ed avieri qui di base e dai Vigili del Fuoco del 79° Corpo giunti da Siracusa, ai quali si aggiunsero aliquote da Vittoria e Reggio Emilia.
Oggi, nel 77° anniversario dell’evento per il quale è stata da qualche anno proclamata dal Comune la “Giornata della Memoria Cittadina”, ricordiamo i lutti e le distruzioni di quel giorno. Il 13 maggio infine, sotto il profilo dell’analisi storica, per gli esiti che ne scaturirono tra militari e popolazione anche a livello psicologico, costituì la naturale premessa dei successivi tragici eventi della caduta della Piazzaforte nel luglio 1943.