Augusta, associazione “Il sorriso che vorrei” dona biliardino al reparto di psichiatria del Muscatello
AUGUSTA – L’associazione di clownterapia “Il sorriso che vorrei Ets” ha donato un calcio-balilla, anche detto biliardino, al reparto di Psichiatria (Uos Servizio psichiatrico diagnosi e cura) dell’ospedale “Muscatello”, dove si trovano ricoverati diversi pazienti psichiatrici di giovane età.
La consegna è avvenuta ieri l’altro da parte di una rappresentanza dell’associazione (nella foto di copertina, ndr), che da diversi anni svolge attività di volontariato nella provincia di Siracusa e non solo, intervenendo quale supporto psicologico nell’ambito di ospedali, cliniche e case accoglienza, e collaborando altresì con la Caritas e con varie associazioni che operano nell’ambito dell’assistenza sociale. Un servizio fortemente limitato dalle misure di contenimento sanitario introdotte nell’ultimo anno e mezzo.
Il presidente dell’organizzazione di volontariato, Mauro Cacace riferisce: “Il Covid ha condizionato molto le nostre attività di volontariato; non possiamo più svolgere servizi in presenza e di conseguenza anche il servizio attivo nei reparti ospedalieri si è dovuto interrompere. Tuttavia, con una serie di iniziative, eventi e donazioni stiamo cercando, anche se in piccola parte, di sopperire a quello che era il nostro “stare accanto al prossimo, soprattutto a chi maggiormente bisognoso”. Questa donazione permetterà agli ospiti del reparto di psichiatria di poter dare un po’ di colore quotidiano a tutto questo “grigiore” e spezzare un po’ la monotonia legata alla degenza“.
Hanno accolto con piacere la donazione il direttore del dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Siracusa, Roberto Cafiso e il responsabile del reparto di Psichiatria dell’ospedale “Muscatello”, Rosario Pavone. In una nota congiunta scrivono: “Si vuole esprimere il più vivo ringraziamento per il graditissimo dono elargito dalla signoria vostra al Modulo di Salute Mentale di Augusta e Lentini. Un biliardino non soltanto assume un valore simbolico di vicinanza al disagio, ma costituisce un momento terapeutico per pazienti che vanno stimolati e coinvolti nella socializzazione“.