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Augusta, “Barca nostra”, di rientro al porto il relitto-simbolo della tragedia dei migranti. Destinazione Monte?

AUGUSTA – Ritornerà ad Augusta per la data stimata del 20 aprile la “Barca nostra“, nota alle cronache come “relitto della morte” trattandosi del peschereccio che il governo Renzi volle recuperare dai fondali del Canale di Sicilia circa un anno dopo il tragico affondamento del 18 aprile 2015 nel quale persero la vita diverse centinaia di migranti, numero mai definito, con soli 28 superstiti.

Prima barcone della traversata della speranza, poi tragica tomba di esseri umani sul fondo del Mediterraneo, quindi relitto-monumento alla 58ª Biennale d’arte di Venezia. In mezzo l’incertezza dei governi avvicendatisi, mentre stazionava al pontile Nato nel porto di Augusta, dove avvenne la pietosa estrazione dei resti umani, su cosa farne dopo aver speso 22 milioni di euro di fondi pubblici per il recupero e le successive operazioni (secondo fonti di stampa nazionale): una “provocazione” da piazzare dinanzi al Parlamento europeo quale monito, una macabra opera d’arte contemporanea o addirittura l’avvio a demolizione.

Una soluzione, quest’ultima, che intese prevenire il locale “Comitato 18 aprile“, nato su iniziativa di Cgil, Legambiente, alcuni parroci, con portavoce la giornalista Cettina Saraceno, proponendo, al fine di “promuovere la cultura dell’accoglienza“, la collocazione definitiva nell’ambito di un “Giardino della memoria” da prevedersi inizialmente presso il cimitero comunale poi nell’area della chiesetta cattolica all’aperto del Monte. Proposta, quella della musealizzazione, condivisa dall’allora amministrazione pentastellata guidata da Cettina Di Pietro e dall’intero Consiglio comunale (che nel 2018 approvò all’unanimità la mozione per musealizzare il barcone ad Augusta). Nel 2019 l’occasione costituita dalla cessione del relitto dalla Difesa al Comune, quando l’amministrazione comunale, di concerto con il “Comitato 18 aprile”, concesse il relitto in comodato d’uso per un anno all’artista svizzero (residente in Islanda) Christoph Büchel, noto tra l’altro per aver trasformato artisticamente un’antica chiesa cattolica sita nel centro di Venezia in moschea, quindi autore del progetto “Barca nostra”.

Dopo l’esposizione alla Biennale d’arte di Venezia del 2019, dove è stato visitato da migliaia di persone e da esponenti della cultura, delle istituzioni civili e religiose e del mondo dell’arte, il relitto del naufragio del 18 aprile 2015 è rimasto più a lungo del previsto sulla banchina dell’Arsenale – si legge in un comunicato congiunto diramato ieri del sindaco Giuseppe Di Mare e della portavoce del Comitato, Cettina Saraceno – Si è ora risolta positivamente la controversia che ne aveva ritardato la partenza da Venezia e il barcone ha iniziato il viaggio su una chiatta che lo riporta a casa ad Augusta, in Sicilia. Il suo rientro alla nuova darsena di Augusta è previsto per il 20 aprile ed è stato possibile grazie alla concreta sinergia tra la Capitaneria di porto, l’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale e la Marina militare a cui va il nostro ringraziamento“.

Il ritardo del rientro del barcone ad Augusta non ha indebolito l’idea e la volontà del Comitato 18 aprile, dell’Amministrazione comunale, degli organismi sociali, culturali e artistici e delle istituzioni scientifiche ed accademiche coinvolte – si legge ancora nel comunicato – affinché si realizzino sia il “Giardino della memoria” che il “Museo dei diritti”, un museo “diffuso” ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo. Nel tempo si è allargata e consolidata quell’area di gruppi e persone sensibili, giornalisti, ricercatori, enti, artisti e associazioni che guardano con interesse al progetto alla cui base è la conservazione della memoria e la difesa dei diritti“.

Il relitto dismette ora la sua funzione artistica e riassume pienamente quella di pungolo delle coscienze, di testimone non muto, simbolo di tutte le luttuose tragedie delle genti costrette ad attraversare deserti e mari per cercare la felicità – concludono il sindaco e la portavoce del Comitato – Noi continueremo ad impegnarci per farne il catalizzatore di iniziative di solidarietà, di pace e di fratellanza. Lavoreremo insieme perché esso rimanga un udibile ed ineludibile monito verso chi costringe all’esodo tanta umanità e poi, alzando recinti in terra e in mare, la respinge“.

(Foto crediti: “Il mare della memoria” di Federico Sutera)


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