Augusta, depuratore unico a Punta Cugno e opere di collettamento, le perplessità di Legambiente
AUGUSTA – Legambiente Augusta, attraverso una nota stampa, esprime delle perplessità in merito all’attuale studio di fattibilità per la depurazione delle acque reflue, in attesa di progetto esecutivo già affidato nell’aprile 2020. È noto che il depuratore di Augusta si farà a Punta Cugno, ricostruendo la struttura esistente e abbandonata al degrado. Ma è altrettanto noto che la complessità del progetto risiede nelle necessarie opere di collettamento fognario per un territorio vario ed esteso fino a Brucoli e Agnone Bagni.
Ciò emerse già dalla presentazione dello studio di fattibilità, sebbene mai pubblicato, presentato in un consiglio comunale monotematico nel gennaio 2019 dall’allora commissario straordinario unico per la Depurazione in Italia, Enrico Rolle. Oggi Legambiente esprime delle perplessità su alcuni dettagli contenuti nella documentazione finora conosciuta.
“Il progetto esecutivo che a gennaio di quest’anno si annunciava sarebbe stato pronto a breve, e sulla base del quale dovrebbe indirsi la gara d’appalto per i lavori, non è stato ancora reso noto. Sappiamo però – fa sapere Legambiente Augusta – che il mese scorso è stata presentata all’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione, ai fini della Verifica di assoggettabilità a Via e alla Valutazione di incidenza ambientale, la parte di progetto che prevede la realizzazione ex novo della condotta fognaria da Augusta (punto zero, PØ) a Punta Cugno, il rifacimento del depuratore semidistrutto e la posa lungo il pontile consortile (quello all’altezza della raffineria di Augusta, individuato dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale per il deposito di Gnl, ndr) di una condotta di scarico a mare dei reflui depurati“.
“Dalla documentazione presentata si deducono alcuni elementi. La esistente condotta – mai entrata in esercizio – che dalla stazione di pompaggio PØ (da realizzare in prossimità dell’ingresso della città) giunge fino a Punta Cugno è inutilizzabile e va costruita ex novo – asserisce Legambiente – Dei circa 5 chilometri esistenti si recupereranno solo i 30 metri di attraversamento sotterraneo della linea ferrata“.
“Benché il pertinente studio di fattibilità non sia stato pubblicato, si apprende che l’agglomerato di Agnone (1.000 residenti stabili che si stima diventino 16.000 in estate) non avrà, come invece si auspicava, un suo depuratore – questa l’ulteriore criticità secondo l’associazione ambientalista – L’impianto di depurazione di Punta Cugno sarà comunque dimensionato per trattare in un imprecisato futuro anche i reflui di Agnone. Una lunga condotta porterebbe i reflui da Agnone alla stazione di sollevamento PØ e poi, tramite la nuova condotta, fino a Punta Cugno. La soluzione, si afferma, “è stata già valutata in termini di fattibilità tecnico economica, mentre la realizzazione della progettazione esecutiva verrà attuata successivamente in un progetto separato”. Non ci sembra superfluo domandarsi quanto tempo e quanti soldi richiederanno progettazione esecutiva e realizzazione“.
Ricordiamo che l’iter per la depurazione delle acque reflue dei comuni costieri italiani è affidata dal 2017 a una Struttura commissariale unica, che ha chiuso in Sicilia la fase commissariale regionale e che a Roma ha visto avvicendarsi due commissari, con Enrico Rolle a cedere il testimone a Maurizio Giugni, attualmente in carica. Da due anni è al lavoro anche un sub commissario, Riccardo Costanza, con delega ai comuni siciliani. È noto che lo scorso anno il Ministero dell’Ambiente ha quasi raddoppiato le risorse disponibili, da 33 a 55 milioni di euro, per la realizzazione del depuratore e delle relative opere di collettamento fognario necessarie ad Augusta.
(Nella foto di copertina: il depuratore abbandonato a Punta Cugno nel servizio della trasmissione “Presa diretta” andata in onda su Raitre nel febbraio 2021)