Augusta, depurazione acque reflue, i timori del coordinamento “Smuoviamo le acque”
AUGUSTA – “Ad oggi nessun passo avanti è stato fatto e si teme ci si stia dirigendo verso una insoddisfacente e costosa “non soluzione”“. Questa l’amara constatazione del coordinamento “Smuoviamo le acque” sulla vicenda della mancata depurazione dei reflui della città di Augusta, che ricorda in lungo comunicato come alla fine di giugno 2017 scrisse una lettera al commissario straordinario unico per la Depurazione, Enrico Rolle.
Chiese allora di “sollecitare energicamente chi ne ha l’incombenza affinché si cominci a concretizzare l’avvio e la realizzazione delle opere e che, dopo un confronto tecnico con gli enti e le amministrazioni locali, si esaminino coscienziosamente le soluzioni da adottare assumendosi le conseguenti responsabilità e, non ultimo per importanza, si tengano strettamente informati i cittadini e l’amministrazione locale”.
Secondo quanto reso noto oggi dal coordinamento, quella lettera, inviata per conoscenza tra gli altri anche al presidente del Consiglio dell’epoca, al ministro per l’Ambiente, al sindaco ed ai consiglieri comunali di Augusta, al presidente dell’Irsap, è “rimasta senza risposta“.
Alla luce delle più recenti, seppure sporadiche, informazioni sulla vicenda, il coordinamento fa sapere che intende “evitare fraintendimenti e strumentali contrapposizioni“, sostenendo che “il tema centrale della questione non è “depuratore Ias contro depuratore Punta Cugno” ma è principalmente la domanda, finora inevasa, come e quando la città vedrà le sue acque reflue depurate ed il suo mare liberato dagli scarichi fognari“.
Anche se precisa: “Per noi è del tutto evidente che la soluzione più veloce, economicamente conveniente ed efficace, garante di assetti produttivi e di occupazione degli addetti, era e rimane quella di collegarsi direttamente al collettore per il consortile, questo una volta completate le opere di collettamento dei reflui della città. Qualora nel prossimo futuro si volesse differenziare l’adduzione dei reflui civili da quelli industriali, andrebbe preso in considerazione il possibile posizionamento di una seconda condotta a ciò dedicata“.
“Non appaia qui superfluo o sterile polemica il vigoroso invito che rivolgiamo all’amministrazione comunale – si aggiunge – di non rimanere in attesa di decisioni altrui. Dica chiaramente per quale ipotesi propende, sostenga attivamente e senza esitazioni la sua scelta e se ne assuma la responsabilità“.
Quindi, nella parte conclusiva del nuovo documento, dopo una approfondita ricostruzione storica e tecnica della questione, si legge quanto riportiamo qui di seguito.
“Dal commissariamento, prima con la dott.ssa Contrafatto iniziato il 5 giugno 2015 e proseguito con quello del prof. Rolle in vigore dal 5 giugno 2017, sono trascorsi ben 43 mesi e ci avviamo verso i 4 anni senza che nessun concreto cambiamento sia avvenuto nell’attuale deprecabile stato di cose. L’azione commissariale ha finora prodotto (ad aprile 2018, a distanza di quasi un anno e mezzo dal bando!) il solo affidamento dell’appalto per l’espletamento delle attività di rilievi topografici, video ispezioni, indagini geognostiche e strutturali propedeutiche alla progettazione degli interventi funzionali al superamento della procedura di infrazione, in altre parole una ricognizione sulle opere esistenti di cui però, al momento, non sappiamo quali sono stati gli esiti.
Augusta continua a sversare i suoi reflui nel porto Megarese, in quello Xifonio, a Brucoli e ad Agnone senza che si avverta quel sommovimento, quello scuotersi delle strutture pubbliche deputate a superare questo stato di cose.
A chi non ha memoria bisogna anche ricordare che quest’area è stata dichiarata “Area ad elevato rischio di crisi ambientale” nel 1990 anche a causa della mancanza di sistemi di depurazione dei reflui urbani. Otto anni dopo, nel 1998, è stata riconosciuta SIN, Sito di Interesse Nazionale ai fini delle bonifiche che colpevolmente tardano a realizzarsi.
Questa zona così martoriata sul piano ambientale e sanitario ha quindi diritto a quella precedenza che i suddetti provvedimenti le assegnano per vedere realizzati tutti quegli interventi con in primis depurazione acque e bonifica suoli che devono restituirle condizioni accettabili di salubrità e vivibilità, oltre che la possibilità di sviluppo economico che la non fruibilità della risorsa mare le nega.
Ma mentre nelle altre aree di intervento del Commissario si vede una certa attività, nessuna decisa azione diretta ad affrontare e risolvere la questione acque reflue di Augusta si scorge all’orizzonte e le dichiarazioni che rimandano da un anno all’altro l’inizio o, addirittura, il completamento dei lavori suscitano incredulità e scoramento. Di questa inerzia secondo noi sono in una buona misura corresponsabili tutti i rappresentanti politici del territorio che finora si sono limitati alle lamentele (ma a bassa voce, per non disturbare…).
Non possiamo continuare a pagare oltre 60 milioni di euro l’anno per le sanzioni comminateci, lamentarci e giustificare questo spreco a causa della complessità delle norme ed il personale insufficiente nelle strutture e nelle amministrazioni deputate a provvedere. È contro questo di immobilità permanente che il Sindaco, l’amministrazione comunale, il Governo Regionale, il Governo Nazionale, il Ministro per l’ambiente e lo stesso Commissario devono agire subito. Nessuno rimanga alla finestra in attesa che la situazione si risolva da sola!
Prendiamo atto che l’interlocuzione epistolare o verbale con la struttura Commissariale e con il Governo non ha prodotto nulla di positivo e tangibile. La protesta per questa insopportabile situazione di stallo deve necessariamente muoversi su più piani; da quello politico con le formali richieste e rimostranze dell’intera Amministrazione, a quello giudiziario con la denuncia alla magistratura, nonché dalla costante sollecitazione nelle sedi parlamentari delle deputazioni regionale e nazionale, per fino alla civile e democratica mobilitazione popolare.
In questa incresciosa vicenda della mancata depurazione l’impegno per la difesa della salute, dell’ambiente, del lavoro e dell’economia di Augusta si dimostra nel reclamare che si faccia finalmente ciò che è doveroso fare. Nessuno si tiri indietro!“.
Il coordinamento, almeno nell’ultima occasione in cui è stato reso noto, è composto da: Cgil Augusta, Cisl Augusta, Uil Augusta, Ufficio diocesano Pastorale del lavoro, Legambiente Augusta, Libera Augusta, Cna Augusta, Guardia costiera ausiliaria Augusta, Progetto Icaro Augusta, Decontaminazione Sicilia, Afi Associazione famiglie italiane Augusta, Augusta Ambiente, Progettiamo insieme Augusta.
(Nella foto di repertorio: lungomare Paradiso)