Augusta, Gea 2023, Megara Hyblaea pullula di visitatori, appassionati e archeologi
AUGUSTA – A seguito di una sinergia messa in campo dal Parco archeologico di Leontinoi e Megara, dal Centro studi storico militari Augusta (Cssma) e dall’Archeoclub di Augusta, il sito di Megara Hyblaea è stato luogo dell’iniziativa intitolata “Arti di guerra e pace a Megara Hyblaea; racconti d’armi e di commedia”.
Da un’idea di Domenico Collorafi, segretario del Cssma, la formula proposta è stata quella di una passeggiata culturale in cui si narrasse la vita dell’antica colonia sia nel suo aspetto bellico che artistico-culturale. Occasione propizia per concretizzarla, sabato 17 giugno, una delle Giornate europee dell’archeologia (Gea), che ricorrono ogni anno nel terzo fine settimana del mese di giugno, nate in Francia e promosse in Italia dal Ministero della Cultura per sensibilizzare il pubblico sull’importanza del patrimonio archeologico.
In prossimità della cinta muraria arcaica del sito nel territorio di Augusta (vedi foto di copertina), dove sono ancora visibili le torri, è iniziata la visita con la guida d’eccezione Lorenzo Guzzardi, già direttore del Parco archeologico di Leontinoi e Megara, dopo gli indirizzi di saluto di Giuseppe D’Urso, direttore ad interim del Parco succeduto proprio a Guzzardi, dei presidenti dei due sodalizi promotori Piero Monticchio (Cssma) e Mariada Pansera (Archeoclub), e dell’assessore comunale Ombretta Tringali.
Guzzardi ha esposto sulle due cinte murarie: la prima di età greca arcaica con le sue fasi costruttive, la seconda di età ellenistica con la fase delle torri circolari e quella delle torri quadrangolari. È stato anche fatto un riferimento alle notizie su Megara Iblea che si apprendono da Tucidide e alle ipotesi avanzate dagli studiosi per l’individuazione della fortificazione eretta dai Siracusani nell’inverno 415-414 a. C. durante la guerra con gli Ateniesi.
Presso l’agorà, invece, la docente Alessandra Traversa ha narrato di come quello spazio fosse uno spazio in cui si sono intersecate due concezioni di vita rese tali da spazi architettonici: quello arcaico e quello ionico. Una strada ha diviso quelle concezioni di spazio, ma la vita, quella comune, è rimasta tale: spazio per le azioni comunitarie e per quelle essenziali.
Infine presso l’Antiquarium (vedi foto all’interno), la docente Cettina Messina, attraverso il suggestivo monologo “Sul sorriso di Epicarmo… e me” ha evocato l’arte creativa del celebre commediografo e poeta siracusano Epicarmo, immaginando una sorella dell’autore che narra di sé quando da piccola giocava, curiosava e cresceva con lui nelle strade e nei quartieri dell’antica Megara e di Siracusa, parodizzando i più celebri personaggi mitologici, ascoltando di quell’epoca i filosofi che, pian piano, nel suo ingegno presero forma di idee. Intrecciando frammenti e parti di opere composte dall’autore, il monologo snoda i tratti fondamentali del suo pensiero e della sua arte comica, che gli resero fama di grande saggezza: “Epicarmo seppe ben presto che nel tempo col filo dei dolori ci si poteva ricucire il corpo. Non cercò nulla del passato, si attenne al divenire delle foglie, e fece del suo tempo perenne estate”.
Ha concluso la serata Carmelo Salemi, incantando il pubblico con le vibrazioni sonore del suo flauto di canna (in siciliano, friscalettu), strumento arcaico che lui stesso si costruisce artigianalmente. Un piccolo viaggio sonoro ricco di sperimentazioni contemporanee e qualche inedito.
A impreziosire l’iniziativa, l’autorevole presenza di Michel Gras, membro della École française de Rome di cui è stato direttore di studi dal 1973 al 1985, e direttore dal 2003 al 2011. È attualmente direttore della ricerca al Cnrs, la più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia, nonché socio straniero dell’Accademia nazionale dei Lincei e socio effettivo della Pontificia accademia romana di archeologia. Insieme a Henri Tréziny, Michel Gras raccolse l’eredità degli scavi a Megara Hyblaea di Vallet e Villard, per passare negli ultimi anni il testimone a Jean Christophe Sourisseau e Reine Marie Berard. Importanti passaggi di testimone che hanno segnato le scoperte sullo straordinario sito, di cui lo stesso Gras ha relazionato nel marzo dello scorso anno in occasione del suo primo intervento dinanzi alla cittadinanza augustana invitato dal Rotary club cittadino e dall’Archeoclub.
Il sabato all’insegna dell’archeologia locale ha registrato un’importante partecipazione, tant’è che i sodalizi promotori ribadiscono “la volontà di animare e mantenere vivo il dialogo culturale con il pubblico“. “Un ringraziamento particolare si rivolge a Buzzi Unicem, Gespi e Marina militare per il supporto – aggiungono, congiuntamente, i presidenti di Cssma e Archeoclub – ed ai custodi del sito sempre disponibili alla collaborazione per il rilancio e la promozione di questo preziosissimo sito archeologico che ricade sul territorio della nostra città“.