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Augusta, la forza del teatro inclusivo: il modello “20 novembre 1989 project”

AUGUSTA – Si è conquistato uno spazio nei cuori di un pubblico sempre più ampio, il teatro inclusivo promosso dall’associazione “20 novembre 1989 project“, tanto da ritagliarsi uno spazio anche nel cartellone comunale “Augusta d’estate“, con lo spettacolo messo in scena lo scorso 20 giugno nell’ambito dei festeggiamenti del quartiere Sacro Cuore.

La giara”, celebre commedia di Luigi Pirandello, si è ben prestata a uno dei progetti sociali di maggior successo dell’associazione presieduta da Ielsa Speciale, lampante esempio dell’influenza positiva che il teatro, così come la musica, possono ancora una volta esercitare a scopo didattico e formativo, per tutti e per ciascuno, demolendo così le barriere della diversità e valorizzando le diversabilità.

L’originario adattamento teatrale in atto unico della novella, della durata originaria di circa un’ora, è stato ridotto nei tempi, a circa 20 minuti, da parte di due degli operatori della stessa associazione, Enrico Melissa e la moglie Manuela Mendola, che hanno così contribuito a rendere più “immediata”, sia nell’interpretazione che nella fruizione, una delle opere più importanti della tradizione siciliana.

Enrico Melissa ci racconta che “l’idea di scegliere “La giara” e proporla ai nostri ragazzi è partita dalla nostra presidente, Ielsa Speciale, la quale, nell’ambito dei nostri numerosi laboratori educativi, ha proposto di creare il gruppo Teatro-Musica, iniziativa sostenuta sia da me, in qualità di operatore per l’ambito teatrale, che soprattutto dalla docente di musica Antonietta Salanitro“.

I ragazzi beneficiari del progetto, a prescindere dalla tipologia di disabilità psico-motoria, sono ormai smaliziati attori sul palco, lavorando già da un lustro anni sul miglioramento del tono della voce, sulla respirazione, sul rispetto della turnazione, sulla loro gestualità. Inoltre, la rappresentazione de “La giara” si è rinnovata virando verso il musical, rispetto all’esibizione di un anno fa organizzata in un noto locale cittadino, per ringraziare i privati che sostengono finanziariamente tali progetti di inclusione aderendo alla campagna nazionale “Sporcatevi le mani“ coordinata dalla fondazione “I bambini delle fate”.

La pièce annovera Peppe nel ruolo di Mpari Pè, Alessio nel ruolo di Zì Dima, Giorgia nei panni di Trisuzza, Noemi per Gnà Tana, Jessica per Carminidda, Daniele nelle vesti di Fillicò, Roberto per l’avvocato Scimè, Sebastiano nei panni di Tararà e poi i contadini interpretati da Micaela, Alessia, Alessandro e Giovanni, insieme agli operatori Maria, Vanessa, Loredana, ai volontari Gianluca e Valentina, con la partecipazione straordinaria di Enrico Melissa nei panni di Don Lollò.

Ad aprire la scena è Alba Oliverio Scali, tecnico della riabilitazione psichiatrica, recitando con Alessio una piccola parte di due innamorati. Ad accompagnare musicalmente la recitazione, il maestro Sebastiano Ramaci alla tastiera.

Il maestro Antonietta Salanitro, che insegna ai ragazzi i prerequisiti della musica e del canto, sottolinea come da una “didattica molto semplice e molto blanda, ovviamente accostata a tutte le esigenze dei sia fisiche che mentali dei ragazzi“, si è passati in pochi anni ad “abituare la memoria a opere più complesse, come “La giara”, che superano il nostro precedente operato fatto di recite e canti semplici e spesso di argomento natalizio“. Uno sviluppo continuo che ha consentito, in questo sesto anno, di “inserire nella commedia, asciugata e ridotta, alcuni canti popolari siciliani per spezzare la continuità della recitazione, trasformando “La giara” in una sorta di musical del tutto originale, inedito”.

Esprimendo soddisfazione dopo l’anno e mezzo dedicato a questo progetto, la presidente dell’associazione “20 novembre 1989 project”, Ielsa Speciale, progettista sociale, ricorda la messa in scena benefica al Teatro comunale di Siracusa nello scorso novembre ed evidenzia il “desiderio ritrovato da parte delle persone di venire a teatro per assistere anche a questo tipo di spettacoli, che dimostrano quanta volontà sta dietro le quinte per permettere alle persone con disabilità di essere poste nelle condizioni di poter esprimere al meglio tutte le proprie e uniche potenzialità“.

Sul palcoscenico, quindi, per tutti loro si annullano le categorie della diversità e si instaurano relazioni e fiduciosi legami, si riconoscono le unicità, si crea spirito di gruppo, materializzando le emozioni e portando in scena la vita, per tutti senza distinzioni fatta di realtà e sogno, paure e desideri.

Alessandra Peluso


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