Augusta, l’economia megarese prima di Augusta: le ricerche dell’archeologo Cacciaguerra
AUGUSTA – Partecipata conferenza dal titolo “Economia e società nell’area megarese tra l’età romana, bizantina e islamica – II secolo a.C. – XI secolo d.C.”, lo scorso 8 novembre nella sala dell’associazione filantropica liberale “Umberto I”. L’iniziativa è stata promossa dalla Società augustana di storia patria, nel programma del “Festival della storia patria – storie e Storia di Augusta”, prossimo alla conclusione. Ha registrato particolare interesse la puntuale e dotta relazione di Giuseppe Cacciaguerra, archeologo augustano dell’Istituto di scienze per il patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche (Ispc-Cnr).
Dopo il saluto di Carmelo Fazio, vicepresidente dell’associazione ospitante, ha preso la parola Giuseppe Carrabino, che presiede il sodalizio di storia patria, rammentando che il relatore oltre ad essere socio onorario della Società augustana di storia patria è innanzitutto “un innamorato della sua città e della sua storia“.
Nel suo intervento, Cacciaguerra ha illustrato le dinamiche che hanno interessato il territorio tra Augusta, Melilli e Priolo Gargallo dall’età romana all’undicesimo secolo, anche alla luce delle ricerche condotte nel corso degli ultimi quindici anni con importanti ritrovamenti di testimonianze relative all’economia che ha caratterizzato le dominazioni che si sono succedute. In particolare, il periodo compreso tra la distruzione di Megara Hyblaea da parte dei Romani nel 213 a.C. e la conquista normanna di Siracusa nel 1086 ha restituito una documentazione unica che offre informazioni importanti per ricostruire le dinamiche degli insediamenti rurali, l’economia agraria, la produzione artigianale, gli scambi commerciali e lo sfruttamento delle risorse naturali presenti nell’area.
Secondo quanto riferito da Cacciaguerra, le ricerche condotte nell’area megarese permettono di ricostruire aspetti fondamentali dell’economia e della società in un periodo di passaggio, ancora poco conosciuto, successivo alla distruzione romana di Megara Hyblaea e precedente la fondazione di Augusta nel tredicesimo secolo. “Questo periodo non corrisponde, tuttavia, ad una fase di decadenza o di bassa caratterizzazione economica e sociale“, ha premesso l’archeologo prima di snocciolare date e dati.
Viceversa, le ricerche raccontano “un quadro molto dinamico e alcune linee di tendenza nell’economia agraria che ritroveremo successivamente anche in età medievale e moderna“. “La conoscenza e la riscoperta di questi aspetti poco conosciuti – ha aggiunto – di reperti archeologici rimasti per decenni chiusi nei magazzini e di monumenti architettonicamente rilevanti, ma che a lungo sono rimasti in secondo piano, permettono oggi di avere una maggiore consapevolezza della storia economica e sociale del territorio e di poterne raccontare la sua storia e le sue trasformazioni nel corso del tempo“.
Nel ringraziare il relatore per il suo prezioso contributo, Carrabino ha rammentato la necessità di una mappatura di tutti i siti archeologici della città e del territorio, un argomento che “in passato è stato oggetto di interesse per pochi ma che merita una adeguata conoscenza e divulgazione“. In questo contesto si inserisce anche il lavoro di Cacciaguerra, che sarà oggetto di pubblicazione sul prossimo numero del Bollettino della Società augustana di storia patria.
Nel corso della serata è stato inoltre ricordato il primo anniversario della scomparsa dell’avvocato Elio Salerno, autore di numerosi articoli e pubblicazioni sul patrimonio materiale e immateriale della città, storico della città, fondatore della Commissione comunale di storia patria, istituzioni e ricerche, nonché primo direttore del Museo civico.
(Nella foto di copertina: grotte nel porto-canale di Brucoli)