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Augusta, navi con amianto, Marina militare: “Continua bonifica delle unità di vecchia generazione”

AUGUSTA – La Marina militare fornisce precisazioni in merito alla notizia, divulgata ieri dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona), secondo la quale “136 unità navali ancora in servizio contengono amianto“, di cui 31 sarebbero dislocate nella base navale di Augusta (nella foto di repertorio in copertina).

L’Ona ha evinto tali numeri dalla relazione tecnica a un emendamento dei parlamentari del M5s alla legge di bilancio, emendamento che permetterebbe di “stanziare 12 milioni di euro per il triennio 2020-2022, che saranno impiegati per avviare il processo di bonifica di circa 30 unità navali“. “Quindi ne rimarranno in servizio ancora un centinaio con l’amianto a bordo“, ha eccepito l’Ona evidenziando i numeri di malati e decessi collegabili all’amianto (“570 casi di mesotelioma fino al 2015; almeno 2.000 morti per amianto; 1001 casi segnalati alla Procura della Repubblica di Padova fino al 2015, da relazione Commissione parlamentare d’inchiesta“).

Il presidente nazionale dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni ha quindi chiesto alla Marina militare “uno scatto di orgoglio e di riconoscere tutte le vittime e di porre fine al contenzioso giudiziario“, ricordando il processo che inizierà dinanzi alla Corte di appello di Venezia il prossimo 6 febbraio.

La Marina militare precisa che “è attiva nell’opera di bonifica dell’amianto presente nelle unità navali e nei mezzi minori di vecchia generazione e, dal 1992, tutte le navi e le imbarcazioni minori sono state realizzate e poste in servizio con la certificazione “amianto free” da parte del cantiere costruttore“.

Sottolinea di aver “provveduto alla bonifica delle unità navali entrate in servizio prima del 1992, iniziando con la mappatura della presenza di amianto” e che “a oggi, delle 167 unità mappate con equipaggio fisso a bordo, inclusi i mezzi navali fino a rimorchiatori portuali, le attività di bonifica hanno interessato 156 unità, delle quali 147 sono state bonificate sulla base delle mappature iniziali di riferimento, a meno degli elementi diffusi; 9 unità sono state inizialmente bonificate in parte e il completamento dell’attività verrà eseguito nell’ambito dei prossimi interventi in programmazione, insieme a quelle per le rimanenti 11 unità“.

Ai predetti lavori, si aggiungerà un programma di bonifica di mezzi minori, potenzialmente interessati dalla presenza di amianto, nelle tre principali basi – fa sapere la Marina militare – I mezzi minori sono costituiti da galleggianti di varia tipologia (come bettoline e pontoni) senza equipaggio fisso a bordo e dedicati esclusivamente a servizi portuali. È altresì opportuno precisare che, in funzione dell’esito delle mappature, le successive operazioni di bonifica non determinano necessariamente la rimozione ma possono sostanziarsi, ove non vi siano rischi per il personale, nelle attività di incapsulamento e contenimento; in questi casi, è necessario svolgere periodiche operazioni di monitoraggio e rilievo di possibili fibre aero-disperse, secondo un protocollo definito con l’Università di Genova, sempre a salvaguardia della salute del personale imbarcato“.

L’attività di controllo e le eventuali ulteriori azioni di bonifica sono pertanto continue – evidenzia la Marina militare – nella consapevolezza che tutti i mezzi navali contraddistinti dalla presenza fissa di personale a bordo sono stati mappati e l’amianto residuo eventualmente presente è contenuto mediante incapsulamento, nel rispetto delle norme vigenti in materia evitando così rischi per il personale“.

La situazione afferente alla mappatura ed all’attività di bonifica infrastrutturale e relativa alle unità di prima e seconda linea – si precisa infine – era peraltro stata illustrata lo scorso 24 ottobre dal Ministero della Difesa a seguito di interrogazione a risposta immediata nr. 5/02978 nella IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Con la Legge di bilancio per il triennio 2020-2021-2022 è stato approvato un finanziamento annuale integrativo di 4 milioni di euro che permetterà quindi alla Marina Militare di proseguire nell’opera di bonifica dall’amianto presente a bordo delle unità navali e mezzi minori entrati in servizio prima del 1992“.


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