Augusta, poligono di Punta Izzo, lettera Stato maggiore al coordinamento. Che incalza l’amministrazione
AUGUSTA – “Ci opporremo con tutti i mezzi legali perché il poligono di tiro non sia riattivato a Punta Izzo, area naturalistica, paesaggistica, della cultura identitaria siciliana di gran pregio e chiediamo che l’Amministrazione comunale faccia sapere la sua posizione al riguardo”. Questa è la conclusione della conferenza stampa tenuta lo scorso fine settimana dal coordinamento “Punta Izzo possibile”, così espressa dal portavoce Gianmarco Catalano nei locali dell’associazione “936 pezzi” in via Capitaneria.
È l’ultima di una sequela di iniziative simili che risalgono a prima della pandemia, quando “Punta Izzo possibile” organizzava manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica nella direzione della richiesta di “smilitarizzazione” dell’area (vedi foto di repertorio in copertina, dell’estate 2016) per la realizzazione di un parco naturale, accessibile al pubblico, ottenendo una mozione di indirizzo approvata all’unanimità dal Consiglio comunale (22 su 30 i presenti) contro la paventata riattivazione del poligono di tiro, con il voto anche dell’attuale sindaco Giuseppe Di Mare. La conferenza stampa è stata indetta a ridosso della risposta da parte dello Stato maggiore della Marina militare, datata 25 febbraio 2022, dopo la richiesta di accesso agli atti da parte proprio di Gianmarco Catalano, inoltrata al ministero della Difesa il precedente 28 gennaio.
Dopo l’introduzione di Andrea Tringali, è Catalano a illustrare ai rappresentanti della stampa il contenuto della lettera ufficiale, mostrata attraverso una slide su uno schermo in fondo alla sala. La prima particolarità, fatta notare, è la risposta da parte dello Stato maggiore della Difesa, organo apicale della Marina militare, anziché da parte del ministro della Difesa, organo politico cui era stata indirizzata la richiesta agli atti. Così si legge: “Si rappresenta che il comprensorio, inteso nel suo complesso, riveste particolare interesse per la Marina Militare, essendo utilizzato dalle Forze Armate e dalle Forze dell’Ordine per attività addestrative periodiche che non richiedono l’uso delle armi come, a titolo esemplificativo, le esercitazioni di ricerca e soccorso (anche con mezzi navali e aerei) e le prove di allenamento e di efficienza fisica del personale militare”. Dopo questa precisazione, in cui si fa notare che queste esercitazioni “non richiedono l’uso delle armi”, la lettera di risposta prosegue: “Per quanto riguarda la messa in esercizio di un nuovo poligono, il relativo progetto preliminare per la demolizione e il rifacimento del poligono, elaborato nel 2012, non è stato ancora approvato definitivamente in quanto non sono state ultimate le fasi relative alle indagini ambientali. A conclusione di tali indagini, il progetto potrà essere aggiornato per la successiva approvazione, a valle della quale potranno essere stanziate le risorse per la relativa realizzazione”. Risorse finanziarie che, stando a quanto preventivato dal progetto risalente ormai a dieci anni fa, dovrebbero aggirarsi sui 4 milioni di euro.
La lettera dello Stato maggiore prosegue precisando che “oltre alla valenza operativo-addestrativa sopra evidenziata, per quanto attiene all’impiego futuro del sito, si rappresenta che sull’intera area in uso alla Marina Militare si trovano diverse sistemazioni alloggiative per il personale militare, gli stabilimenti elioterapici per ufficiali e sottufficiali e il Circolo ricreativo dipendenti Difesa, strutture che nel prossimo triennio beneficeranno di finanziamenti dedicati per le manutenzioni necessarie. Il sedime del Circolo ricreativo è stato inoltre impiegato, sin dallo scorso inverno, quale struttura temporanea di prevenzione e screening contro i contagi da Covid-19 e, recentemente, vi è stato realizzato, in collaborazione con l’Asp di Siracusa un hub vaccinale che assicura il relativo servizio contro il Covid-19, attività di particolare rilevanza in quanto svolta a favore della popolazione civile e dell’Amministrazione della Difesa”.
La lettera, firmata dal capitano di vascello J.P. Pierini, si conclude con questa ferma precisazione: “In tale contesto, si rileva pertanto che il comprensorio, nella sua interezza, riveste interesse istituzionale per le esigenze di carattere operativo, addestrativo, alloggiativo e di protezione sociale del personale militare e civile della Difesa ed è caratterizzato da valenza di pubblica utilità, atteso l’attuale impiego in ausilio alla popolazione civile, nell’ambito dell’emergenza epidemiologica in corso”.
Durante la conferenza stampa sia Tringali che Catalano ricordano che, al riguardo, si sono svolte due conferenze dei servizi, alla prima della quale, nel 2019, non partecipò l’allora Amministrazione comunale pentastellata. “Abbiamo chiesto il verbale della seconda conferenza per conoscere la posizione dell’attuale amministrazione – riferiscono – e abbiamo chiesto d’essere invitati a partecipare alla terza”. Catalano e Tringali hanno chiesto di poter prendere visione del verbale per capire se l’Amministrazione in carica abbia rispettato l’orientamento deliberato dalla precedente consiliatura. Nel 2018, infatti, su invito del consigliere Marco Niciforo, allora all’opposizione, oggi in maggioranza, il Consiglio comunale votò all’unanimità una mozione con cui impegnava l’Amministrazione a muovere i passi opportuni contro il poligono di tiro. Tringali e Catalano sottolineano che a votare contro la paventata riattivazione del poligono di tiro furono anche i consiglieri d’opposizione Giuseppe Di Mare, oggi sindaco, e Angelo Pasqua, oggi assessore.
A domanda posta da rappresentanti della stampa sulle azioni messe in atto dall’Amministrazione 5 Stelle, la risposta del coordinamento è: “Lettera morta”. Catalano conferma infine la posizione contraria: “Oltre a continuare a opporci alla ripresa del progetto di un nuovo poligono di tiro, noi chiediamo di allargare le indagini ambientali e la successiva bonifica anche ai dintorni del perimetro precedente visto che, quando si sparava, non c’erano recinzioni: i colpi andavano all’aria, a strapiombo sul mare, vicinissimo a zone naturalistiche importanti. Ricordiamo inoltre che l’autorizzazione della Soprintendenza al progetto per la riattivazione è scaduta e speriamo che non venga rinnovata. Non chiediamo nulla di sovversivo, ma solo di applicare la legge“.
Giorgio Càsole