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Augusta, restauro monumento ai Caduti, Società di storia patria scrive al sindaco: “Si colga opportunità risorse ministeriali”

AUGUSTA – Un “invito all’amministrazione comunale affinché colga l’opportunità delle risorse ministeriali per restaurare il monumento ai Caduti del primo conflitto mondiale di piazza Castello“. Questo l’oggetto di una missiva inoltrata nei giorni scorsi dalla Società augustana di storia patria all’attenzione del sindaco Cettina Di Pietro.

Secondo quanto scrive il presidente del sodalizio culturale, Giuseppe Carrabino, “c’è la possibilità di attingere a quelle risorse disponibili a norma dell’art. 1 comma 2 della legge 78/2001 e del decreto del Ministro per i beni e le attività culturali del 4 ottobre 2002“, dal momento che “nei giorni scorsi è stato pubblicato il bando per l’assegnazione di “contributi a progetti ed iniziative relativi al patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale”” e che “l’iniziativa della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio potrebbe includere anche la possibilità del restauro del nostro monumento onde arrestare l’azione di degrado che altrimenti potrebbe compromettere l’opera“.

Il monumento ai Caduti (nella foto di repertorio in copertina), noto in città come “Milite ignoto”, si trova in piazza Castello all’interno dei giardini pubblici e fu inaugurato il 9 maggio 1924. L’opera fu realizzata da Turillo (Salvatore) Sindoni (1868-1941) nell’ambito di un progetto nazionale che vide nascere in tanti comuni d’Italia dei monumenti che avevano la finalità di rammentare il sacrificio dei militari nel primo conflitto mondiale.

Il monumento è uno di quelli che destano particolare interesse per la sua mole e l’elegante postura del fante raffigurato con minuziosa rappresentazione dei particolari – ricorda Carrabino – L’opera fu pubblicata all’interno della rubrica della “Domenica del Corriere” che raccoglieva le fotografie dei monumenti realizzati, ben diciotto quelli di Sindoni riprodotti nel periodo dal 1919 al ’27. Purtroppo ormai da tempo tutto il monumento è in condizioni di precarietà necessitando di un intervento di restauro non più procrastinabile, del resto si tratta del “sacrario” della città e merita tutte le dovute attenzioni“.

Un monumento che è stato oggetto di studio e approfondimento negli anni scorsi, nell’ambito delle celebrazioni del primo centenario della Grande Guerra – prosegue nell’elencazione – grazie alle certosine ricerche archivistiche di Salvatore Romano e Angelo Patania che hanno curato una pregevole pubblicazione per la collana Claradea edita dalla Commissione Comunale di Storia Patria“.


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