Politica

Augusta, sbarcano 167 migranti “negativi” da nave Aurelia. È polemica politica sul dietrofront del sindaco

AUGUSTA – Alla fine di una vicenda politico-istituzionale convulsa consumatasi tra ieri e oggi, stamani dalla nave-quarantena “Aurelia” (nella foto di copertina, all’ingresso del porto Megarese) sono sbarcati al porto commerciale di Augusta 167 migranti. Si tratta di tunisini tra i 273 saliti a Lampedusa a bordo del traghetto noleggiato dal Viminale, che, citando le rassicurazioni del sindaco Cettina Di Pietro sulla propria pagina social, sono “risultati negativi al tampone, secondo i protocolli sanitari“.

I migranti sono stati “immediatamente trasferiti su 5 pullman e portati lontani dal nostro territorio, fuori provincia“, mentre “la nave farà rifornimento e partirà immediatamente“. Resterebbero a bordo 106 migranti per la quarantena prevista al largo, di cui 23 già nei giorni scorsi sarebbero risultati positivi al Covid-19.

Nessun problema, pertanto, per la salute e l’incolumità pubblica dei miei concittadini“, sottolinea il sindaco pentastellato Di Pietro, recatasi sulla banchina di Punta Cugno insieme all’assessore Omar Pennisi, quasi a ribadire il motivo del dietrofront arrivato ieri sera poche ore dopo la sua ordinanza anti-sbarco (divieto assoluto di sbarco“, aveva annunciato) sul modello del provvedimento “precauzionale” del primo cittadino dem di Trapani, che però aveva ottenuto dal Viminale il “dirottamento” della nave-quarantena verso altro porto.

Per quanti in queste ore stanno strumentalizzando la vicenda, ricordo che nel nostro porto commerciale, una intera area, dal 2013 al 2018, è stata stabilmente utilizzata come punto di sbarco e primo soccorso, nonché hot-spot di fatto – aggiunge il sindaco Di Pietro, a seguito di certe dichiarazioni politiche – Nulla di paragonabile con le operazioni che si stanno svolgendo stamattina. Ho condotto una vera e propria battaglia per restituire il porto alla sua naturale funzione. Battaglia vinta“.

Una difesa del proprio operato preceduta ieri pomeriggio dal coro di approvazione targato Movimento 5 stelle per l’ordinanza anti-sbarco, con il senatore augustano Pino Pisani, il deputato siracusano Paolo Ficara e il deputato catanese Filippo Scerra, oltre al deputato regionale priolese Giorgio Pasqua. “Nelle ultime ore ci siamo messi in contatto con il Ministero dell’Interno a cui abbiamo chiesto di rivedere le proprie scelte“, assicuravano ieri in un comunicato congiunto Pisani, Ficara e Scerra, aggiungendo che sul porto di Augusta “non si può commettere l’errore di un ritorno al passato, peraltro sotto il peso di una pandemia che ha richiesto più di una misura speciale“. Poi in serata le spiegazioni social del sindaco sul dietrofront a seguito di confronto in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Dietrofront non gradito da Fratelli d’Italia di Augusta, che in un comunicato del presidente del circolo cittadino, Enzo Inzolia, ricorda come i meloniani locali conducano le battaglie territoriali contro gli sbarchi già dal “gennaio del 2014” e che “oggi puntualmente si ripropongono aggravate dalla pandemia di Covid19 che impone misure di prevenzione e profilassi del tutto particolari quali l’impiego di navi sulle quali isolare e mettere in quarantena contagiati, effettivi e/o potenziali, dal virus“. “Ma tutto ciò – aggiunge – potrebbe essere efficacemente affrontato se non avessimo un governo dalle politiche schizofreniche: costretto, da una parte, dalle smanie buoniste ed accoglientiste della sinistra di voler far posto a tutti coloro che decidono di venire in Italia e, dall’altra, dalla necessità di evitare guai dalla portata difficilmente immaginabile“.

Ricostruendo la vicenda della nave-quarantena “Aurelia”, Inzolia ne commenta l’esito: “A questo punto, così dice sui social il sindaco, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica (dobbiamo pensare su necessario input del Viminale) interviene, smentisce l’ordinanza dello stesso sindaco di Augusta e decide che i clandestini trattenuti in quarantena sulla nave possano “trasbordare” (sic) per essere redistribuiti in adeguate strutture a terra fuori provincia costringendo il sindaco a precipitosa retromarcia“. “È il racconto – conclude l’esponente di Fratelli d’Italia – di una storia di straordinaria follia amministrativa: la conclusione della Prefettura di Siracusa non avrebbe potuto essere adottata fin dall’inizio? È una delle tante domande cui è difficile dare risposta ma che da il segno della confusione che regna nel governo nazionale e negli esponenti locali della maggioranza assillati dal confronto con le realtà territoriali. Davvero possiamo pensare che questi soggetti debbano continuare a governare l’Italia e, pensando a casa nostra, Augusta?“.

Tra i candidati a sindaco alle imminenti elezioni amministrative del 4-5 ottobre, a parte l’uscente, interviene sulla vicenda dello sbarco, che definisce “grottesca“, Massimo Casertano, leghista candidato per la coalizione di centrodestra. Oltre a a sostenere che il sindaco pentastellato avrebbe ceduto “alle “pressioni” del suo governo“, “smentendo se stessa e la sua ordinanza“, Casertano rileva “il silenzio assordante degli altri candidati sindaci su questa vicenda“. Sotto questo secondo aspetto, lancia quindi un invito agli altri contendenti per “chiarire ai cittadini augustani come si comporterebbero davanti alla richiesta del governo di creare un centro di identificazione dei migranti (hot-spot) ad Augusta“.


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