Augusta, servizio Asacom, Comune condannato per “condotta discriminatoria”
AUGUSTA – Il Comune di Augusta è stato condannato dal Tribunale di Siracusa per “condotta discriminatoria” nei confronti di un alunno diversamente abile a cui veniva riconosciuto, per fruire della didattica nell’istituto comprensivo di appartenenza, un assistente all’autonomia e alla comunicazione (servizio Asacom) con un numero di ore settimanali dimezzato (3 ore) rispetto a quanto individuato nel Pei (6 ore), cioè il Piano educativo individualizzato.
Il genitore dell’alunno minore “portatore di handicap in condizione di gravità” è stato assistito legalmente dall’avvocato catanese Maurizio Benincasa, presidente nazionale dell’associazione “20 novembre 1989”. Ha adito il giudice ordinario del Tribunale contestando una possibile “discriminazione indiretta, posta in essere dal Comune” per il riconoscimento di un orario dimezzato, nonostante la richiesta aderente al Pei formalizzata all’ente da parte dell’istituto comprensivo, prima dell’inizio dell’anno scolastico, il 6 settembre 2021.
Secondo quanto si legge nell’ordinanza emessa il 28 febbraio scorso dalla seconda sezione civile del Tribunale aretuseo, non può considerarsi “satisfattivo un adempimento parziale giustificato unicamente dal dissesto finanziario dell’Ente erogatore e che non sia accompagnato da una corrispondente riduzione dell’offerta formativa per gli alunni non disabili“.
In definitiva, il giudice ordinario ha accolto la domanda cautelare del genitore dell’alunno diversamente abile, affermando che “il riconoscimento di un numero di ore inadeguato alle esigenze di assistenza dell’alunno non gli consenta il raggiungimento degli obiettivi individuati nel Pei, né gli garantisca il diritto allo studio e all’integrazione scolastica in condizione di parità con gli altri studenti“.
Pertanto, ha ordinato al Comune di Augusta, “in persona del sindaco pro tempore” Giuseppe Di Mare, di “cessare la condotta discriminatoria nei confronti dell’alunno (omissis, ndr) e di fornirgli l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione secondo le previsioni del Pei (6 ore settimanali, ndr) per l’anno scolastico 2021/2022“. Il giudice ha altresì condannato il Comune al pagamento delle spese processuali in favore del genitore ricorrente, liquidati in complessivi 1.823 euro per onorari (oltre spese forfettarie) dovuti all’avvocato difensore.
Prima che si arrivasse all’ordinanza di un tribunale, nel mese di febbraio è infuriata la polemica politica e non solo, con un botta e risposta incrociato che ha coinvolto amministrazione, consiglieri comunali d’opposizione e l’associazione “20 novembre 1989” che per prima ha sollevato il tema delle criticità di quest’anno scolastico nell’erogazione del servizio Asacom (assistente all’autonomia e alla comunicazione) nelle scuole di competenza del Comune, cioè gli istituti comprensivi.
Dopo la decisione del giudice ordinario, il primo commento arriva da Sebastiano Amenta, augustano, vicepresidente nazionale dell’associazione che ha affiancato la famiglia dell’alunno.
“È di qualche giorno fa, esattamente del 28 febbraio, l’ordinanza con la quale si sancisce il principio – sottolinea – secondo cui i diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità non devono dipendere né da incontri né dalla eventuale disponibilità di risorse“.
Amenta critica certi rappresentanti della maggioranza che hanno “preferito diramare note stampa che a poco servivano per risolvere la situazione, eppure avrebbero dovuto sapere (peraltro prima dell’inizio dell’anno scolastico il sottoscritto lo aveva ricordato all’amministrazione) che, proprio per la funzione cui sono chiamati a svolgere, che i servizi di assistenza allo studio vanno garantiti in tempi brevi e certi, fornendo le ore di supporto necessarie come da Pei“.
“Sappia l’amministrazione, considerate le sue dichiarazioni, che la legge obbliga l’ente a garantire il sostegno – evidenzia il vicepresidente dell’associazione – senza lasciare ad essa il potere discrezionale di ridurne l’entità in ragione delle risorse disponibili. Leggete l’ordinanza del giudice così da capire quando si è in presenza di discriminazione indiretta. Mi chiedo inoltre se anche questa sentenza rappresenti per la politica un palcoscenico mediatico“.
“Si tratta chiaramente di una sentenza importante – conclude Amenta – che lascia sempre l’amaro in bocca perché ritengo inconcepibile finire dinanzi a un giudice per fare rivalere diritti imprescindibili e anche questo ricorso si aggiunge tristemente alle decine di ricorsi avviati per varie querelle non solo Asacom. Purtroppo, va detto, che stanno giungendo tantissime segnalazioni relative a situazioni simili e per questo vogliamo ancora una volta ricordare all’Ente che ha il dovere di fornire le ore di supporto necessarie, nel rispetto dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92 e dei Pei“. “Ricordo che il 2 aprile si avvicina e per la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo – chiosa – dovremmo fare tutti un esame di coscienza prima di illuminare tutto di blu o partecipare a manifestazioni, perché sono i fatti quelli che contano“.
(Nella foto di repertorio in copertina: Tribunale di Siracusa)