Augusta, sospensione lezioni in presenza per scuole superiori, il dirigente Accolla: “Dad non è scuola”
AUGUSTA – A seguito delle più recenti restrizioni governative anti-Covid, proteste si levano non solo dal mondo della piccola e media impresa, ma anche dal mondo della scuola.
L’ultimo Dpcm del 25 ottobre, contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 efficaci dal 26 ottobre al 24 novembre, dispone che nelle scuole superiori le attività didattiche si svolgeranno per la maggior parte a distanza: la soglia minima di erogazione dell’attività in didattica digitale integrata (Ddi) è incrementata, secondo le nuove disposizioni, ad almeno il 75 per cento. Ma in Sicilia resterebbe al momento efficace la misura più restrittiva contenuta nell’ordinanza numero 51 del presidente della Regione siciliana, che per le scuole superiori aveva stabilito la totale sospensione delle lezioni in presenza dal 26 ottobre al 13 novembre, con l’adozione della didattica a distanza (Dad).
Le critiche sono subito state messe nero su bianco dal dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, a ridosso della divulgazione dell’ordinanza. Suraniti ha affermato che “l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, avendo appreso da notizie della stampa dell’adozione di decisioni sulla chiusura delle scuole del secondo ciclo, ha convocato urgentemente per il 23 ottobre il tavolo regionale previsto dal Piano scuola del 26 giugno e dal Dpcm del 18 ottobre 2020, che ne prevede la consultazione. Al tavolo è emerso quasi all’unanimità che la scuola non poteva essere penalizzata per i mancati interventi sul trasporto pubblico”. “La decisione di sospendere le attività didattiche in presenza – ha aggiunto – penalizza anche gli studenti con disabilità, più deboli e a rischio dispersione scolastica. Inoltre non permette lo svolgimento delle attività laboratoriali previste soprattutto dai Tecnici e Professionali. In generale risulta essere incisa l’autonomia scolastica e la flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche, che già alternavano per il secondo grado attività in presenza e a distanza”.
Da Augusta, ha ritenuto di intervenire Michele Accolla, dirigente scolastico del IV Istituto comprensivo “Domenico Costa”, sebbene la sua scuola non sia coinvolta dalle ultime misure governative, ma con la visione e la responsabilità di chi è coordinatore del comparto dirigenti scolastici in provincia. “La misura è colma. Vorrei che fosse chiaro a tutti che la didattica a distanza non è scuola”, ha esordito Accolla con un post pubblicato sui social network la sera prima della prescritta sospensione delle lezioni, nel quale ha provocatoriamente sentenziato: “Se vogliamo abolire la scuola, perché inutile, superflua, dispendiosa, liberi di farlo. Ma non ci illudiamo che la stiamo trasformando, o addirittura riformando. Stiamo sostituendo la scuola con un’altra cosa”.
Abbiamo chiesto ad Accolla, dirigente scolastico d’esperienza, di approfondire il tema oltre la provocazione social. “La didattica a distanza è formazione, mentre la scuola – sottolinea – è principalmente comunicazione attraverso l’esempio, costruzione di rapporti di empatia, comunicazione non verbale”. “A distanza – ci riferisce – si può avere la trasmissione di pacchetti formativi, lezioni preconfezionate, i quali alla lunga, se dura questa tendenza, che tra l’altro tende a cancellare i rapporti umani, possono creare anche barriere”.
Quindi, secondo Accolla, non ci sarebbe la necessità di sospendere le lezioni in presenza nelle scuole superiori. “I protocolli di sicurezza nelle scuole stanno funzionando. Non si possono penalizzare gli studenti se in sei mesi non si è riusciti a rendere sostenibile il sistema dei trasporti”, ci dice. Sulla didattica a distanza, l’idea del dirigente, che sarebbe condivisa da molti colleghi, è chiara: “La didattica a distanza nei momenti in cui non c’è la possibilità di fare scuola, come è stato per la prima fase della pandemia, è sicuramente un modo per continuare a fare formazione, un antidoto allo sconforto, un collante per le famiglie. Ma quando ci sono le condizioni per tenere le scuole aperte la priorità dovrebbe essere tenerle aperte”.
(Foto di copertina: generica)