Augusta, viaggio nella storia delle torri costiere in provincia: Torre Avalos, Torre Cuba, Torre Magnisi e Torre Scibini


AUGUSTA – Il Centro studi storico-militari Augusta (Cssma) in collaborazione con l’associazione culturale “Lamba Doria” di Siracusa e l’associazione filantropica “Umberto I” di Augusta hanno tenuto, sabato 20 ottobre, nella sede di quest’ultima in via Principe Umberto un’interessante conferenza sul tema: “Torri costiere nell’area siracusana dal periodo spagnolo alla Seconda guerra mondiale”.
Dopo i saluti agli intervenuti dei presidenti degli enti organizzatori, rispettivamente Vittorio Sardo, Alberto Moscuzza e Mimmo Di Franco, hanno preso la parola i tre relatori dell’incontro.
Marinella Tino ha discusso sulla Torre Magnisi, situata nell’omonima penisola, oggi territorio del comune di Priolo. Il primo documento certo di un progetto di difesa costiera affidato alle torri risale al 1402 quando il re aragonese Martino I di Sicilia diede ordine di restaurare le torri esistenti e di costruirne altre lungo le coste siciliane, a difesa della pirateria. Nel litorale sud-orientale tra le nuove torri venne compresa anche la Torre sulla penisola di Magnisi. In seguito, il progetto di Tiburzio Spannocchi del 1578, volto alla riparazione delle torri già esistenti e di costruzioni di nuove, riguardante anche rimase in buona parte non realizzato visto l’altissimo costo; questo progetto prevedeva la costruzione di due torri di guardia alle estremità della penisola Magnisi.
Un altro progetto venne ripreso nel 1583 dall’ingegnere Camillo Camilliani. La costruzione della Torre Magnisi risale tuttavia al primo decennio dell’Ottocento, quando la Sicilia, minacciata da Napoleone, divenne un protettorato inglese. Gli inglesi adottarono la tipologia delle cosiddette “Torri Martello” (da Martello Towers) costruite in molti luoghi del loro Impero con particolare resistenza ai colpi di cannone. Nel corso della Seconda guerra mondiale venne utilizzata dalla Regia Marina come osservatorio di artiglieria, nei suoi pressi vi era la Batteria A.S. 361 , con funzione di difesa antiaerea ed antinave.
Le vicende di Torre Cuba, storico manufatto militare di epoca spagnola situata nel comune di Cassibile, sono state affrontate da Lorenzo Bovi. Questi si è soffermato in particolar modo sulla funzione che tale torre ha avuto nel Secondo conflitto mondiale, durante l’occupazione inglese, allorquando venne destinata a torre di controllo delle tre piste di atterraggio realizzata nei pressi (che permettevano il decollo e l’atterraggio con quattro condizioni di vento) ed una più piccola per aerei da ricognizione. Il quartier generale delle forze anglo-americane era invece nelle vicinanze della masseria fortificata di S. Michele, ai margini di quel terreno che passerà alla storia per aver visto mettere la famosa firma dell’armistizio. La torre presenta oggi una struttura diversa rispetto a quella riportata in alcune foto del periodo bellico, priva della parte superiore per via di un crollo verificatosi nel 1956 durante un uragano. Ciò ha reso difficile la sua esatta identificazione effettuata nel 2012 ad opera dello stesso Bovi.
Quindi Francesco Paci è intervenuto su Torre Avalos, realizzata dal viceré di Sicilia, Ferdinando di Avalos, marchese di Pescara, nel 1570 per incrementare le difese del porto di Augusta. Ubicata sopra una secca, nell’estrema punta sud dell’isola di Augusta, aveva un’inusuale conformazione a settore semicircolare, a due livelli. Aveva una doppia funzione, difensiva ospitando quaranta cannoni da fortezza, ed una funzione di avvistamento e di segnalazione con una torre elicoidale per favorire l’avvistamento ed ospitare in sommità una lanterna. La torre venne distrutta una prima volta dai francesi quando alla fine della loro breve permanenza abbandonarono Augusta nel 1678. Venne ricostruita dagli spagnoli nel 1681 ma il terremoto del 1693, che colpì la Sicilia sud orientale, la fece nuovamente crollare. Nel 1736 la torre assunse una funzione doganale, pur tuttavia non perse la sua efficienza militare. Nel 1823, lo scoppio accidentale della polveriera mutilò il forte lungo il semiarco di ponente, mai più ricostruito.
Sono stati ricostruiti tre episodi verificati durante il Secondo conflitto mondiale e che ebbero come scenario Torre Avalos. Il primo risale al 13 agosto 1940, durante un attacco di aerosiluranti inglesi alla navi italiane in rada, uno di questi lanciò il suo siluro contro la torre scambiandone la sagoma per quella di una nave. Il secondo si verificò il 24 settembre 1942 quando alcuni cacciabombardieri inglesi mitragliarono la stazione segnali di Torre Avalos e ferirono due marinai. Il terzo episodio avvenne il 12 luglio 1943 quando, a seguito dell’invasione alleata, Royal Navy diede l’onore al caccia ellenico Kanaris di effettuare l’accesso nella prima base navale italiana conquistata sul suolo metropolitano. In prossimità di Torre Avalos la nave mise a mare una motobarca con un drappello di marinai che vi issarono una bandiera, segnando così, di fatto, la cattura della base.
Ha concluso Alberto Moscuzza, che ha descritto la storia di Torre Xibini o Scibini, situata nel territorio del comune di Pachino, la cui costruzione viene fatta risalire al 1300, e completata dopo il suo rifacimento del 1494. La torre Scibini aveva anch’essa una funzione d’avvistamento per la sicurezza dell’entroterra, ospitava una guarnigione di uomini armati, assoldati dal barone, e a sua volta serviva per rifugio dei servitori del barone, e i contadini con le loro famiglie. Subì le conseguenze del terremoto del 1693, per cui rimase in piedi la sola parte posta a levante. Durante il secondo conflitto mondiale attorno alla Torre vennero costruite tre casematte-fortini in calcestruzzo. Moscuzza ha ricordato il sacrifico di dodici soldati italiani che, la sera del 9 luglio 1943, qui caddero, falciati dal mitragliamento di tre aerei nemici.