Autorità portuale, Assoporto Augusta lancia sospetti sul commissariamento e promette battaglia
AUGUSTA – Questo venerdì mattina, mentre dal Municipio il sindaco Cettina Di Pietro insieme al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio lanciavano l’attacco pentastellato contro l’asse politico che ha determinato l’assegnazione, seppure in via provvisoria, della sede dell’Autorità portuale a Catania, non molto distante, nella sede in via Capitaneria, si riuniva il comitato straordinario di Assoporto Augusta convocato dalla presidente Marina Noè.
Per l’associazione degli operatori portuali il trasferimento della sede rappresenta “un danno per Augusta, sede designata dall’Europa in quanto porto “core” e un piano studiato a tavolino“, oltre che “ennesima conferma della scarsa considerazione che la politica ha del porto di Augusta“.
Anche Marina Noè individua un “movente” politico: “Il ministro, che fino a qualche mese fa aveva affermato che la sede legittima, così come da riforma, sarebbe stata Augusta, sembrerebbe sconfessare se stesso e le valutazioni europee, forse per accontentare l’area politica di cui fa parte, lungo l’asse Roma-Palermo-Catania“.
Ed evidenzia un possibile disegno dietro il regime di commissariamento andato avanti per un lustro: “Appare chiaro che dopo la presidenza Garozzo, che ha avuto il merito di far rientrare Augusta nelle reti Ten –T (corridoi europei dei trasporti), ma anche di essere l’unico porto “core” per la Sicilia, destinatario di ingenti finanziamenti europei con corsia preferenziale, il porto megarese è stato “mantenuto” sotto un commissariamento che forse aveva lo scopo di non portare a termine le realizzazioni delle infrastrutture finanziate e in parte appaltate. Prima con il commissario Enrico Pujia, direttore generale del ministero dei trasporti (11 mesi), continuando con Alberto Cozzo (18 mesi) e con l’attuale Antonio Donato (8 mesi), a cui bisogna aggiungere altri 21 mesi di commissariamento tra la presidenza Spanò e Garozzo. Circa 5 anni di commissariamento su 16 dall’istituzione (12/4/2001)“.
Ricordando nella nota odierna la superiorità tecnica della rada megarese rispetto a quella etnea (“potrebbe contenere circa tredici volte la superficie del porto di Catania“) si promette: “Se sarà necessario metteremo in atto iniziative anche clamorose per avere giustizia di una decisione che troviamo errata e incomprensibile“.
Assoporto Augusta, chiedendo compattezza alla comunità politica e sociale cittadina, richiede in definitiva la revoca in autotutela di “ogni eventuale provvedimento che, in contravvenzione alle vigenti norme, sposti la sede della costituenda Autorità di sistema portuale Sicilia Orientale da Augusta a Catania“; inoltre di “nominare con effetto immediato il presidente ed il comitato di gestione così come previsto dalla legge, esaurendo così il ciclo dei commissariamenti“; infine “un incontro urgente con il ministro e una nostra rappresentanza, al fine di operare la dovuta chiarezza e trasparenza“.