Autorità portuali, Vinciullo avvisa Crocetta: “Determinante la legge, non le spinte politiche”
AUGUSTA – Avevamo anticipato, a ridosso della Conferenza Stato-Regioni dello scorso 31 marzo, che l’asse politico tra il sindaco di Catania Bianco e, in particolare, il governatore della Regione Crocetta potesse determinare la sospensione per tre anni degli effetti dell’accorpamento dell’Autorità portuale etnea a quella megarese, come prevede un emendamento.
Il deputato regionale del Ncd Vincenzo Vinciullo dice la sua in data odierna, invitando il Governatore e la sua Giunta ad “astenersi da qualsiasi tipo di intervento normativo e legislativo che possa mettere in discussione ciò che è stato stabilito“.
In effetti, conferma, la Conferenza ha chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico in maniera tale che si possa ragionare proprio sui tempi e sulla modalità dell’entrata in vigore della norma, così come del raggiungimento degli obiettivi precipui del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica.
Il parlamentare regionale riferisce che la Conferenza ha confermato il giudizio positivo espresso sullo schema di decreto legislativo sulla riorganizzazione della governance dei porti italiani, a condizione che vengano approvati da parte del Governo nazionale alcuni emendamenti, che, però, secondo Vinciullo, non metterebbero in discussione che “l’Autorità portuale di Augusta, così come ampiamente detto, ingloberà anche quella di Catania“.
Spiega: “La conferenza, nell’esaminare l’art.6 – Autorità di sistema portuali, conferma la necessità di mantenerne 15 e poi, soprattutto, che poi è quello che interessa noi, è che “sede della Autorità di sistema portuale è la sede del porto centrale individuato nel regolamento Ue n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013”.
Vinciullo prosegue: “Questo è ciò che interessa, che anche la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha ritenuto corretto quello che dico da sempre e cioè che non devono essere le raccomandazioni, le spinte politiche e le influenze dei potentati di turno a determinare la scelta della sede della Autorità portuale, quanto, invece, il rispetto della legge, perché “sub lege libertas”“.
Il deputato regionale conclude con un ulteriore avviso politico all’indirizzo del Governo regionale: “Sia chiaro che ogni tipo di intervento che vada nel senso opposto rischia di trasformarsi in un conflitto che vedrà la Regione Siciliana soccombente di fronte ai diritti reali e ampiamente riconosciuti del porto di Augusta“.