AUGUSTA – La scorsa settimana il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in occasione di una cerimonia ufficiale tenutasi presso una struttura di Aci Castello, consegnava a diversi sindaci siciliani oltre duecento tra immobili e terreni da destinare a finalità sociali.
Tra gli immobili restituiti alla collettività figura una villa sita in località Castelluccio, frazione del Comune di Augusta, confiscata nell’aprile del 2013 dalla Dia di Catania alla famiglia D’Emanuele, ceppo della cosca mafiosa etnea dei Santapaola.
A rappresentare il Comune di Augusta l’assessore alle Politiche sociali Mary Giovanniello, che ha ricevuto dal Prefetto le chiavi dell’immobile. A riguardo, il sindaco Cettina Di Pietro ci comunica che un primo sopralluogo è già stato effettuato da parte di personale dell’Ufficio patrimonio del Comune e che verrà valutato, in tempi brevi, l’utilizzo più consono tra le finalità sociali.
Secondo il progetto partecipativo sul web “Confiscati Bene”, risulterebbero confiscati alla criminalità organizzata solo nel territorio di Augusta ben cinque immobili e sei aziende.
La legge n. 109 del 1996 prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati, mediante l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita ad associazioni di volontariato, cooperative sociali, oppure che sia il Comune ad amministrare direttamente i beni oggetto di confisca, al fine di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.
Di recente anche la Commissione regionale Antimafia, trattando l’argomento, ha posto in particolare l’attenzione su varie problematiche tra cui l’opportunità di destinare il patrimonio di edilizia abitativa alle famiglie indigenti oppure alle Forze dell’Ordine, contrastando così lo stato di abbandono in cui, a volte, versano i beni in questione.