Breve storia di Augusta: chiese del Sacro Cuore e di S. Giuseppe l’Innografo


AUGUSTA – Nell’ambito di una più ampia iniziativa editoriale promossa da La Gazzetta Augustana.it di divulgazione e promozione della storia di Augusta, abbiamo previsto una rubrica settimanale tematica nel nostro web magazine di approfondimento “Cultura”. Ha per titolo “Breve Storia di Augusta” ed è curata da Filippo Salvatore Lentini, detto Salvo, già ufficiale della Marina Militare, che da appassionato alle vicende storiche e alle tradizioni augustane, facendo ricorso ad un’estesa bibliografia che comprende i numeri del “Notiziario storico di Augusta” e i diversi lavori succedutisi nel tempo di noti studiosi della storia cittadina (che Lentini ci ha chiesto di menzionare in ordine casuale in premessa: Mario Mentesana, Elio Salerno, Tullio Marcon, Ennio Salerno, Vincenzo Vinciguerra, Ezechiele Salerno, Giorgio Casole, Sebastiano Salomone, Giovanni Vaccaro, Giuseppe Messina, Giovanni Satta, Giuseppe Carrabino, Italo Russo e non solo), ha pubblicato nel 2008 l’apprezzata opera dal titolo “L’Isola delle Palme”. Offrirà ai lettori de La Gazzetta Augustana.it, per la prima volta su una testata, la versione ridotta e adattata al web della sua pubblicazione.
17. Chiese del Sacro Cuore e di San Giuseppe l’Innografo.
- Chiesa del Sacro Cuore
Appena superati i Ponti Spagnoli, rappresentanti il vecchio confine dell’antica città posta sullo “Scoglio”, si raggiungeva la terraferma e le sue vaste campagne attorniate dalle estese ed ultrasecolari saline. In questa area, che era il luogo più naturale dove poteva espandersi la città, sin dagli anni Trenta del Ventesimo secolo, cominciò a svilupparsi il quartiere della Borgata. L’aumento della popolazione di questo nuovo rione cittadino, agevolato dal continuo aumento delle abitazioni, rese necessaria la costruzione di una nuova chiesa, ovvero quel luogo che rappresentava il più classico e tradizionale centro di aggregazione sociale: nacque così la Chiesa del Sacro Cuore, la cui costruzione iniziò nel 1937 e si concluse nella prima parte degli anni quaranta, ed ebbe come primo parroco don Aldo Caramagno.
Nata quindi per il nuovo quartiere, denominato Borgata-Stazione, la chiesa “do Cori i Gesù”, termine locale generalmente usato per indicare quel luogo sacro, fu costruita utilizzando anche parte dei fondi ricavati dalla vendita di altre antiche chiese locali, già da tempo sconsacrate. Difatti, i finanziamenti per la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù provennero anche dagli introiti incassati dalla vendita della Chiesa di San Francesco di Assisi, esistente dove si trovava l’antico Convento dei Cappuccini di via Principe Umberto, di quella di San Lorenzo situata in via Megara e dell’altra della Madonna dell’Itria avente la sede in via Epicarmo. Dalla Chiesa della Madonna dell’Itria fu presa anche la campana del suo campanile, che risaliva al 1649 ed era la più antica rimasta in città, per installarla nella nascente chiesa e, allo stesso tempo, preservarla da eventuali sparizioni dolose!
La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù era stata ristrutturata da soli quattro anni, quando il terremoto del 1990 la danneggiò, rimanendo comunque agibile per le sue funzioni religiose. I lavori di ristrutturazione sono avvenuti in concomitanza dell’arrivo del nuovo parroco, don Davide Di Mare, con il proposito di farla ritornare ai suoi vecchi fasti liturgici e sociali, di un passato poi non molto lontano.
I festeggiamenti in onore del Sacro Cuore di Gesù si svolgono nell’ultima domenica di giugno e sono considerati come una festa tutta “Burgaiola” pari, con le dovute proporzioni, alle celebrazioni in onore del Patrono San Domenico. Questo perché la Borgata, sorta in concomitanza della nascita del deposito petrolifero della Nafta (l’attuale Maxicom) e della Stazione Ferroviaria, rimanendo comunque un quartiere di Augusta, è talmente estesa e popolosa da considerarsi simile ad un “paese a parte”. Un immaginario piccolo paese il cui “centro storico” è rappresentato proprio dalla piazza Sacro Cuore, dal Villaggio Ina Casa, dalla via Giovanni Lavaggi, dalla via Carso e, soprattutto, dalla via Barbarino, la più caratteristica strada dell’intero quartiere. Dire “Borgata” è da sempre significato dire “Sacro Cuore”, un accostamento dovuto all’importanza che la chiesa ha per questo grosso rione periferico, soprattutto nello abitato compreso fra gli antichi ponti spagnoli ed il passaggio a livello della ferrovia.
La festa del Sacro Cuore ha vissuto il suo periodo migliore negli anni compresi fra il 1960 ed il 1980; un lungo periodo in cui il pubblico, che partecipava con sincera devozione e gusto per i festeggiamenti, gremiva la piccola piazza antistante la chiesa. Tantissima gente si ritrovava a passeggiare nella vicina via Giovanni Lavaggi, adeguatamente illuminata con diversi archi, ricchi di luci emittenti tanti colori, e con i larghi marciapiedi trasformati, per l’occasione, in maniera simile a dei salottini, grazie alle sedie ed ai tavolini sistemati dai bar esistenti nella zona.
Dopo anni di scialbi festeggiamenti, nell’ultimo periodo c’è una grande volontà ed altrettanto impegno, per rivalorizzare la festa del Sacro Cuore di Gesù. Un progetto ambizioso, fatto con l’augurio di ottenere lusinghieri risultati, soprattutto per i tanti sentimentali che l’hanno vissuta, potendone così ricordare i tempi andati; un’iniziativa necessaria anche per dare una concreta rispolverata ai festeggiamenti, utile soprattutto ai più giovani, con la speranza che questi, apprezzandone il significato ed il valore tradizionale, li possano tramandare alle generazioni future. Il programma delle celebrazioni prevedeva, se ne parla al passato per riferirsi ai cosiddetti tempi d’oro, oltre alle celebrazioni liturgiche, anche giochi di ogni genere e competizioni varie. Si organizzavano mini commedie, gare sportive e di abilità e, in particolare, rassegne canore, dove cantanti dilettanti e gruppi musicali locali si disputavano la palma del migliore. I teatrini, le scenette comiche e le competizioni canore si svolgevano su di un palco allestito nella stessa piazza della chiesa che, per l’occasione, era illuminata su tutto il suo prospetto principale.
Una grande quantità di persone assisteva ai vari giochi pomeridiani e, principalmente, alle esibizioni canore della sera; tantissima era anche la gente che seguiva la “vara” con il simulacro del Sacro Cuore nel suo andare per le vie della Borgata. Fino agli anni Cinquanta, il corteo attraversava anche alcune vie della città vecchia, raggiunta dopo la faticosa “acchianata da Villa”, affrontata con grande entusiasmo dai tanti devoti “Burgaioli” che si prestavano a spingere il pesante mezzo, trasportante il sacro carico. Pressoché immutate sono ancora oggi le principali celebrazioni festive che, dopo la tradizionale processione e la conclusione delle varie manifestazioni in programma, si concludono con i rituali giochi d’artificio, alla presenza del simulacro del Sacro Cuore di Gesù, ancora posto sulla “vara”, posizionata nella piccola piazza, e di tutta la gente rimasta fino a tarda ora per assistere al suo rientro in chiesa.
- Chiesa di San Giuseppe l’Innografo
Da qualche tempo, nella zona vicino alla contrada Cavalera, sopra il vasto Monte Tauro, è nata la Chiesa di San Giuseppe Innografo che, come avvenuto a suo tempo per quella di Santa Lucia, è sorta in un modesto prefabbricato posto in un’area recintata. Intitolata a un santo aventi radici siracusane, noto da poco tempo ai suoi conterranei, la chiesa è affidata a don Giuseppe Mazzotta, che da anni sta impegnandosi per far decollare e crescere questa comunità parrocchiale. Sorta in un quartiere ancora privo di luoghi di aggregazione, sia per i giovani che per gli adulti, il luogo sacro è abbastanza frequentato da tantissimi fedeli e da qualche tempo, in prossimità di questo prefabbricato, sono già iniziati i lavori per far nascere la prima vera Chiesa del Monte, le cui opere di costruzione sono ormai in fase di conclusione.
Salvo Lentini