Breve storia di Augusta: la chiesa e il convento di San Domenico
AUGUSTA – Nell’ambito di una più ampia iniziativa editoriale promossa da La Gazzetta Augustana.it di divulgazione e promozione della storia di Augusta, abbiamo previsto una rubrica settimanale tematica nel nostro web magazine di approfondimento “Cultura”. Ha per titolo “Breve Storia di Augusta” ed è curata da Filippo Salvatore Lentini, detto Salvo, già ufficiale della Marina Militare, che da appassionato alle vicende storiche e alle tradizioni augustane, facendo ricorso ad un’estesa bibliografia che comprende i numeri del “Notiziario storico di Augusta” e i diversi lavori succedutisi nel tempo di noti studiosi della storia cittadina (che Lentini ci ha chiesto di menzionare in ordine casuale in premessa: Mario Mentesana, Elio Salerno, Tullio Marcon, Ennio Salerno, Vincenzo Vinciguerra, Ezechiele Salerno, Giorgio Casole, Sebastiano Salomone, Giovanni Vaccaro, Giuseppe Messina, Giovanni Satta, Giuseppe Carrabino, Italo Russo e non solo), ha pubblicato nel 2008 l’apprezzata opera dal titolo “L’Isola delle Palme”. Offrirà ai lettori de La Gazzetta Augustana.it, per la prima volta su una testata, la versione ridotta e adattata al web della sua pubblicazione.
8. La chiesa e il convento di San Domenico.
Il complesso religioso composto dal Convento e dalla Chiesa di San Domenico fu fondato, secondo la leggenda, dal beato Reginaldo d’Orleans addirittura qualche anno prima della nascita del castello di Federico II di Svevia: pertanto convento e castello si possono considerare le due strutture “coetanee” che hanno dato inizio alla nascita della città di Augusta.
Nel 1219 Domenico di Guzman, fondatore e seminatore dell’ordine dei frati predicatori in Europa, incaricò il confratello Reginaldo d’Orleans di erigere in Sicilia un convento dell’Ordine Domenicano. Lo stesso Fra Domenico, restando alla leggenda, diede un bastone al confratello Reginaldo affinché lo piantasse per individuare, con il suo germoglio, il luogo dove costruire il convento. La casualità ed una tempesta fecero approdare la nave di padre Reginaldo nel vecchio Chersoneso greco, ovvero nella futura “Isola delle Palme”: Augusta. In questa piccola penisola il frate piantò il suo bastone e, avendolo visto il giorno seguente miracolosamente attecchito e rigoglioso di germogli, fu felice di aver trovato il luogo profetizzatogli dal confratello Domenico, per la costruzione del convento: quello di Augusta fu il primo convento dei Padri Domenicani costruito nell’allora Regno di Sicilia.
Leggenda o meno, la presenza di un albero sacro, all’interno del convento domenicano, è spesso menzionata in diversi scritti antichi e recenti. Alcuni di questi testi dicono che, forse per dare più credito alla tradizione, quello contenuto in una teca, accuratamente conservata in chiesa, sia un sopravvissuto frammento di questo antico albero; mentre un altro pezzo è esposto nelle antiche mura del Convento dell’Ordine Domenicano di Santa Sabina a Roma, a conferma dell’importanza sacra riconosciuta alla reliquia proveniente dal leggendario bastone.
Risalenti al primo ventennio del Milleduecento, il Convento e l’attigua Chiesa di San Domenico, nel corso della loro lunga esistenza, sono stati diverse volte danneggiati o addirittura distrutti, per mano di barbari od in conseguenza di calamità naturali. La Chiesa di San Domenico che, con molta probabilità, in origine aveva l’ingresso principale rivolto a ponente, nel 1551 fu devastata e data alle fiamme, insieme al convento, dalle barbariche forze ottomane. I lavori del successivo restauro e dello stesso ampliamento si prolungarono per quasi mezzo secolo ed avvennero per opera dell’augustano fra Salvatore Tringali, unico dei frati rimasti sul luogo dopo il disastro.
Nel 1693 l’intero complesso domenicano fu nuovamente raso al suolo dal fatidico e tristemente noto terremoto, avvenuto nel mese di gennaio. Fu proprio in occasione della ricostruzione post-terremoto, avvenuta in tempi abbastanza brevi, che nacque l’attuale chiesa con il prospetto principale orientato a levante; l’ennesima ristrutturazione, conseguente ai danni subiti dal sisma del 1848, le diede quell’impronta in stile neoclassico che conserva ancora oggi.
La chiesa del Santo Patrono è rimasta chiusa al culto per circa un quarto di secolo: dall’aprile 1981, in quanto inagibile per la vetustà di alcune strutture ed in seguito per essere stata ulteriormente danneggiata, a causa del terremoto del 13 dicembre 1990. Un lungo periodo di totale abbandono, durante il quale dal tempio, non custodito dovutamente, sono stati trafugati vari ed importanti arredi.
Finalmente, il 13 maggio del 2007, dopo difficoltà di ogni genere e su iniziativa del Comitato di San Domenico, sempre molto disponibile ed altrettanto attivo, la chiesa è stata riaperta al culto. L’avvenimento, tanto atteso, ha restituito agli Augustani il luogo cittadino simbolo dell’ispirazione profetica, nella speranza di un ritorno alle antiche tradizioni e ad una nuova forma di aggregazione religiosa, per riportare ai suoi vecchi fasti quella chiesa di San Domenico, dal 1516 Patrono della città, confidando soprattutto nei valori cristiani del popolo augustano.
La funzione religiosa del Convento dei Domenicani cominciò a regredire sin dall’inizio dell’Ottocento, quando nel suo interno, dove ormai vi vivevano pochi frati, vi alloggiavano i Militari della Gran Guardia e fungeva da deposito di attrezzi militari. Dopo l’Unità d’Italia e la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, dal 1867 l’antico convento domenicano, già abbandonato da quei pochi frati che lo abitavano, fu utilizzato come sede di diverse attività pubbliche. Gli uffici della Pretura, l’Ufficio Telegrafico, l’Ufficio del Registro, l’Ufficio del Demanio e la prima Scuola Tecnica di Augusta, furono i primi enti pubblici ad occupare i locali dell’ex convento. Dal 1912, trasferiti i vari Uffici Pubblici, l’edificio ospitò soltanto alcune delle scuole che esistevano a quei tempi ad Augusta.
Abbandonato per un lungo periodo, il Convento domenicano, alcuni anni addietro, è stato sottoposto a lavori di ristrutturazione per recuperare uno dei più importanti edifici storici di Augusta. Purtroppo, i lavori sono stati interrotti e la maestosa struttura è ritornata ad essere una… inutile presenza.
Salvo Lentini