Breve storia di Augusta: la Ricetta dei Cavalieri di Malta
AUGUSTA – Nell’ambito di una più ampia iniziativa editoriale promossa da La Gazzetta Augustana.it di divulgazione e promozione della storia di Augusta, abbiamo previsto una rubrica settimanale tematica nel nostro web magazine di approfondimento “Cultura”. Ha per titolo “Breve Storia di Augusta” ed è curata da Filippo Salvatore Lentini, detto Salvo, già ufficiale della Marina Militare, che da appassionato alle vicende storiche e alle tradizioni augustane, facendo ricorso ad un’estesa bibliografia che comprende i numeri del “Notiziario storico di Augusta” e i diversi lavori succedutisi nel tempo di noti studiosi della storia cittadina (che Lentini ci ha chiesto di menzionare in ordine casuale in premessa: Mario Mentesana, Elio Salerno, Tullio Marcon, Ennio Salerno, Vincenzo Vinciguerra, Ezechiele Salerno, Giorgio Casole, Sebastiano Salomone, Giovanni Vaccaro, Giuseppe Messina, Giovanni Satta, Giuseppe Carrabino, Italo Russo e non solo), ha pubblicato nel 2008 l’apprezzata opera dal titolo “L’Isola delle Palme”. Offrirà ai lettori de La Gazzetta Augustana.it, per la prima volta su una testata, la versione ridotta e adattata al web della sua pubblicazione.
5. La Ricetta dei Cavalieri di Malta.
La ricostruzione della città di Augusta, devastata all’inverosimile dal terremoto del gennaio 1693, fu decisamente agevolata dalla presenza dell’Ordine dei Cavalieri di Malta che, sin dai primissimi giorni successivi alla catastrofe, si prodigarono nello svolgere una grande funzione di assistenza ai superstiti. Per l’occasione essi garantirono soprattutto i rifornimenti di alimenti e di farmaci, un compito molto simile a quello che oggigiorno svolge la Protezione Civile. Credo sia doveroso, per l’importante presenza avuta dai Cavalieri di Malta ad Augusta, spendere qualche parola in più per conoscere meglio questo particolare ed eclettico ordine religioso.
L’Ordine dei Cavalieri di Malta trae le sue origini dall’Ordine Gerosolimitano di San Giovanni, nato intorno al 1040 come custode del complesso religioso, dedicato appunto a San Giovanni Gerosolimitano, esistente a Gerusalemme ed avente lo scopo di dare assistenza e conforto ai tanti pellegrini. Dopo quasi un secolo dalla sua nascita, l’Ordine assunse anche un carattere militare e, come tale, partecipò alle azioni di guerra dei crociati a difesa del cristianesimo. In seguito l’Ordine conquistò l’isola di Rodi, dove costituì la propria roccaforte, rimanendovi per oltre due secoli, fino a quando furono cacciati via dallo strapotere dei saraceni.
Dopo la forzata fuga da Rodi i Cavalieri approdarono ad Augusta, nella speranza di potersi stabilire in una città dove c’era un porto già abbastanza rinomato. Verificato che anche questa terra era facilmente esposta a continui rischi, provenienti principalmente dalle flotte turche, nel 1530 i Cavalieri si trasferirono nella vicina isola di Malta, dove, per l’appunto, assunsero il titolo di Cavalieri di Malta. Questo loro insediamento nell’isola mediterranea, fu possibile grazie soprattutto all’aiuto ricevuto dal re di Spagna Carlo V che nell’Ordine dei Cavalieri vedeva degli ottimi alleati per la desiderata espansione spagnola nel bacino del Mediterraneo.
Nella loro nuova patria, i Cavalieri misero in atto la loro predisposizione verso la produzione ed il traffico marittimo di prodotti alimentari; a tal scopo, consolidarono un sicuro insediamento d’approvvigionamento marittimo, al centro del Canale di Sicilia ed in tante altre città costiere.
Intorno alla metà del Seicento, approfittando del cessato pericolo ottomano e della conseguente ripresa economica di Augusta, i Cavalieri di Malta cominciarono pian piano ad insediarsi nella città megarese, dando inizio ad una prosperosa attività commerciale, collegata anche a scambi culturali e religiosi. La loro avventura augustana iniziò locando diversi magazzini privati, dove poter produrre vari generi di alimenti e creare una complessa e accurata organizzazione di assistenza, denominata “Ricetta”, per le truppe e le navi della loro flotta.
Dopo il terremoto del 1693, i rapporti commerciali, e non solo quelli, fra i Cavalieri dell’Ordine maltese e la città di Augusta si rafforzarono ulteriormente, tanto da portare l’amministrazione locale a concedere loro la costruzione di un complesso industriale all’interno del territorio cittadino. Il luogo scelto per la realizzazione del nuovo stabilimento commerciale, ricadde in un’area situata nella zona sud dell’isola, poco prima della cinta bastionata aragonese e con la vista sul Golfo Xifonio; in seguito questo sito, per la presenza di otto grandi forni costruiti ed utilizzati per la produzione di diversi tipi di alimenti, sarà conosciuto col nome di “quarteri de furna”.
La nuova costruzione permise all’Ordine di poter riunire i vari locali, fino allora sparsi in vari posti della zona, per concentrare in un’unica area i vari settori che componevano la Ricetta. La Ricetta di Malta, la più ampia azienda commerciale di quel periodo ad Augusta, comprendeva più o meno l’attuale isolato delimitato da via della Rotonda, via Cordai, via Alabo e via Epicarmo. All’interno di questa struttura si trovavano i locali logistici, gli alloggi per gli addetti all’Ordine, le cisterne per l’acqua ed altre per contenere gli oli ed i vini, i magazzini per la conservazione di cereali, di prodotti alimentari e delle conserve di carni salate.
Il complesso comprendeva anche un mulino a vento, dotato di una maestosa torre, per la macina del frumento e i forni per la produzione di biscotti e di prodotti similari. All’interno dello stesso edificio vi erano anche un bel giardino ed un oratorio, con l’addetto cappellano, dedicato a San Giovanni di Malta. Il prospetto principale dell’oratorio si affacciava sulla attuale Via Epicarmo, dove ancora oggi esistono dei significanti ruderi, mentre in via Cordai vi era l’entrata principale della azienda commerciale, dove sono ancora presenti altri ruderi a testimonianza di quella che sicuramente fu la prima grande “industria” di Augusta.
La presenza di un tale complesso produttivo e commerciale apportò molti benefici alla città, grazie innanzitutto al continuo ed intenso traffico marittimo tra Augusta e Malta. Negli accordi stipulati, fra la città di Augusta e la Ricetta, c’era una clausola che impegnava l’Ordine dei Cavalieri ad assicurare il mantenimento di riserve alimentari, sufficienti al fabbisogno dei cittadini augustani, in caso d’improvvisa necessità. Come ulteriore ringraziamento verso la città megarese, per l’ospitalità ricevuta, la Ricetta di Malta distribuiva giornalmente sostentamenti alimentari alle tante famiglie povere del luogo, agli istituti religiosi ed inoltre impiegava anche molta manodopera locale nel proprio stabilimento produttivo.
All’inizio dell’Ottocento, dopo circa un secolo di esistenza, la Ricetta chiuse i battenti, lasciando un grande vuoto nell’economia augustana… e molte persone senza lavoro.
I militari britannici, giunti ad Augusta per difendere la piazzaforte dai francesi, nel 1806 s’insediarono nella fabbrica per continuare il lavoro svolto in precedenza dai Cavalieri di Malta: i loro vari tentativi, fatti in seguito, per fare ritornare efficiente la Ricetta, risultarono alquanto inutili.
Nell’isola di Malta l’Ordine dei Cavalieri resistette fino agli anni della Rivoluzione francese, ovvero fino all’arrivo al potere di Napoleone Bonaparte, quando dovette abbandonare l’isola, trasferendosi prima in Sicilia e poi definitivamente a Roma, nel 1834.
Salvo Lentini