Breve storia di Augusta: locali storici delle serate danzanti
AUGUSTA – Nell’ambito di una più ampia iniziativa editoriale promossa da La Gazzetta Augustana.it di divulgazione e promozione della storia di Augusta, abbiamo previsto una rubrica settimanale tematica nel nostro web magazine di approfondimento “Cultura”. Ha per titolo “Breve Storia di Augusta” ed è curata da Filippo Salvatore Lentini, detto Salvo, già ufficiale della Marina Militare, che da appassionato alle vicende storiche e alle tradizioni augustane, facendo ricorso ad un’estesa bibliografia che comprende i numeri del “Notiziario storico di Augusta” e i diversi lavori succedutisi nel tempo di noti studiosi della storia cittadina (che Lentini ci ha chiesto di menzionare in ordine casuale in premessa: Mario Mentesana, Elio Salerno, Tullio Marcon, Ennio Salerno, Vincenzo Cacciaguerra, Ezechiele Salerno, Giorgio Casole, Sebastiano Salomone, Giovanni Vaccaro, Giuseppe Messina, Giovanni Satta, Giuseppe Carrabino, Italo Russo e non solo), ha pubblicato nel 2008 l’apprezzata opera dal titolo “L’Isola delle Palme”. Offrirà ai lettori de La Gazzetta Augustana.it, per la prima volta su una testata, la versione ridotta e adattata al web della sua pubblicazione.
36. Balli e dancing.
Nei primissimi anni cinquanta, nonostante la guerra fosse già finita da più di un lustro e molte famiglie vivessero ancora in modo alquanto stentato, in tanti erano smaniosi di lasciare alle spalle quel brutto periodo fatto di privazioni e di grandi sofferenze patite e si faceva di tutto per vivere nel migliore modo possibile, vogliosi di riprendersi quegli anni perduti. Così in città si scatenò un’incredibile voglia di rivalsa, soprattutto in tutte quelle persone che, per forzati motivi, erano state costrette a reprimere la voglia di divertirsi e di gustare appieno i piaceri della vita. Con metodica frequenza gruppi di giovani, ed anche persone più grandi, organizzavano feste danzanti in case private; un ripiego dettato dalla quasi assenza in città di adeguati locali pubblici. Infatti, all’epoca le serate danzanti si tenevano in quei rari circoli privati o in qualcuno dei pochi luoghi pubblici già esistenti in città.
Nelle feste private, solitamente organizzate in uno spazioso salone della casa di qualche famiglia più agiata, si riunivano parenti, amici, conoscenti, vicini di casa ed addirittura persone dell’intero quartiere. A quei tempi erano ancora di moda i cosiddetti balli comandati, quelli come la famosa ‘Quadriglia’, con i tanti ballerini diretti nei particolari e caratteristici passi dall’altisonante voce e dall’allegra musica emanata dai dischi. Nelle feste in famiglia il ‘pezzo’ più essenziale era un mobiletto, con tanto di giradischi, radio e gli altoparlanti incorporati: era ‘l’impianto musicale’ di quel periodo del Millenovecento, ovvero l’antenato di quello che sarà il moderno ‘impianto stereo’ degli anni settanta ed ottanta. Nella sua parte frontale questo piccolo mobile aveva due sportellini laterali che, da un lato, racchiudevano un portadischi dei vecchi ‘78 giri’ e, dalla altra parte, un gradevole e sempre ben fornito ed assortito minibar. La parte dove si trovavano le bottiglie di liquori, in prevalenza preparati in casa, e i classici bicchierini risaltava particolarmente perché nell’interno aveva le pareti rivestite da tantissimi specchietti, che moltiplicavano all’infinito il numero delle bottiglie lì contenute. Nei locali pubblici invece le serate danzanti si svolgevano con la musica di piccole orchestre cittadine; piccoli gruppi musicali che, ben organizzati e variamente ispirati, spesso allietavano anche le feste private nelle case di famiglie benestanti.
Sulla scia dei loro predecessori, anche i ragazzi degli anni sessanta e settanta organizzavano serate danzanti in privato; infatti, nonostante l’evoluzione dei tempi e dei tipi di balli, l’assenza in città di una discoteca li costringeva alle vecchie soluzioni. Festicciole fatte per socializzare e, principalmente, per avere l’opportunità di stare in compagnia della persona amata, approfittando degli immancabili balli lenti per poterla magari stringere al petto. Solitamente queste semplici serate di balli si svolgevano nella casa di qualcuno che aveva i genitori più accondiscendenti: bastava spostare i pochi mobili di una stanza, mettere in funzione la fonovaligia, il moderno giradischi portatile dell’epoca, e suonare i nuovi dischi a 45 giri. Feste danzanti che, sia in casa d’inverno che nelle terrazze durante l’estate, iniziavano nel tardo pomeriggio perché le ragazze, molto prima della mezzanotte, dovevano assolutamente rientrare a casa!
Nello stesso lasso di tempo diversi giovani, riuniti in comitive, presero l’iniziativa di formare dei club privati per sopperire alla mancanza in città di luoghi adatti alle loro esigenze sociali e per trovare il modo di come trascorrere il tanto tempo libero di cui disponevano. Luoghi dove ritrovarsi con più continuità, per socializzare più a fondo, per rafforzare le amicizie, ascoltare o produrre musica e, soprattutto, dove organizzare dei balli per l’inesistenza in città di impianti adeguati al caso. Volendo citarne alcuni dei più noti di questi club ricordiamo il ‘448’ (che si trovava nello stesso luogo dove ancora oggi è esistente il noto ‘Ristorante Pizzeria 448’ di Via Principe Umberto), il ‘Revolution’ e lo ‘Scorpione’, entrambi esistenti in pieno centro storico, a soli due passi dalla ‘Villa’.
Negli anni cinquanta ad Augusta c’erano soltanto alcune sale da ballo, sicuramente insufficienti per i tantissimi amanti del ballo che, soprattutto in occasione delle serate danzanti del Sabato e della Domenica, le affollavano all’inverosimile. Infatti, all’epoca, le serate danzanti del periodo invernale si organizzavano nei locali del vecchio Cine Teatro Franco, situato nelle vicinanze di Piazza Duomo, ed in quelli del Cinema Teatro Kursaal Augusteo, costruito in quel periodo nella parte centrale dei giardini pubblici; mentre durante la bella stagione il ritrovo dei ballerini era nello “Chalet Arlecchino”, anche esso situato all’interno della “Villa”.
- Dancing Chalet Arlecchino
Lo ‘Chalet Arlecchino’, funzionante fino agli ultimi anni cinquanta ed eliminato all’inizio degli anni sessanta, si trovava nelle vicinanze del belvedere di Ponente in quella parte dei giardini pubblici localmente denominati “Villa nica”. Il locale disponeva di una pista da ballo all’aperto, di forma circolare e rifinita con lucide mattonelle, illuminata da lampioncini ed attorniata da tavolini e da sedie; il luogo, costruito in legno e di modeste dimensioni, allietava le serate dei tanti Augustani che lo frequentavano con assiduità, agevolati anche dal fatto di averlo abbastanza vicino e quindi raggiungibile con una semplice… “passiata a peri”.
- Dancing Villa Carrabino
Quando nel 1957, su iniziativa del signor Peppino Carrabino, venne alla ribalta il ‘Dancing Villa Carrabino’, un ambiente estivo creato per feste danzanti, si evidenziò la generale carenza di mezzi di trasporto privati e molti appassionati di danza, a malincuore, dovevano rinunciare ad andare a ballare, poiché il locale pubblico si trovava nell’allora lontano “Munti”. Difatti, erano pochissimi quei fortunati che all’epoca possedevano un veicolo qualsiasi e spesso una comitiva di giovani si accordavano per finanziare con un rifornimento di carburante qualcuno del gruppo, in possesso di qualche automobile o moto, affinché facesse dei viaggi per portare in più volte tutti a ballare!
Fortunatamente, per risolvere un tale problema ed agevolare così i tanti amanti del ballo, fu istituito un servizio di trasporto che, con un autobus facente avanti e indietro dalla città al Monte Tauro, permise a molti di raggiungere con più facilità ‘Villa Carrabino’, per ballare con allegria e trascorrere delle indimenticabili serate all’aperto, in gradita compagnia e sotto lo stellato cielo estivo. A ‘Villa Carrabino’, l’indiscusso ritrovo estivo dei favolosi anni sessanta, le serate danzanti erano sempre abbastanza animate e vi si svolgevano anche delle piacevoli e simpatiche manifestazioni di intrattenimento, come i graditi concorsi per le elezioni delle varie ‘Miss’ della stagione estiva che spesso prevedevano anche la presenza di noti personaggi dello spettacolo. Al giorno d’oggi un qualsiasi giovane, trovandosi dinanzi all’attuale e semplice costruzione privata ancora esistente in Contrada Serpaolo, non può mai immaginare quanta gente sia ‘passata’ in quel luogo, quante serate spensierate si sono vissute dentro quelle minute mura e quanti amori sono sbocciati nella sua pista da ballo con le note musicali dei vari gruppi canori locali o provenienti da altre città.
- Villa Marina
Nella parte più a levante del Monte Tauro, su iniziativa dei famigliari della signora Farina Nunziatina, sorse ‘Villa Marina’ che ancora oggi è l’unico locale pubblico sopravvissuto fra quelli dello stesso genere nati nella seconda parte del Novecento. Durante la sua gestione, durata dagli ultimi anni cinquanta ai primi anni sessanta, la signora Nunziatina organizzava settimanalmente degli intrattenimenti danzanti ospitando anche cantanti famosi ed anch’essa si prodigò per instaurare un servizio di trasporti con degli autobus che, partendone uno da Piazza Carmine ed un altro da Piazza Risorgimento, permettevano alle persone di giungere in maniera più facile nel locale, non pagando il trasporto già compreso nel biglietto di ingresso. Il luogo, raggruppante un albergo ed un ristorante con un’ampia terrazza che si affaccia sulla scogliera del litorale Est del ‘Tauro’, raggiunse la sua maggiore notorietà negli ultimi anni sessanta. Un successo ottenuto per merito del signor Giovanni Cannavà che, rilevato il locale dagli originari proprietari, lo seppe gestire con geniale accortezza facendolo diventare uno dei luoghi più preferiti dove svolgere ricevimenti vari e serate danzanti, oltre ai tradizionali veglioni di Carnevale e di Capodanno.
- Lido Granatello
Agli inizi degli anni sessanta nell’assolata zona della Contrada Granatello, raggiungibile attraversando la stretta e sterrata strada che scorreva fra il mare e le vicine saline comunali, nacque un moderno stabilimento balneare ovvero il ‘Lido Granatello’. Posizionato nella parte finale del litorale che conduce nella zona di Punta Izzo, il nuovo impianto privato offriva delle comodità ai tanti bagnanti che, soprattutto nei giorni festivi, vi si recavano per trascorrere delle rilassanti giornate. Nel luogo fu costruita una comoda rotonda sporgente sul mare del Golfo Xifonio e nelle parti laterali furono impiantate due file di cabine ad utilizzo dei tanti clienti. Quel nuovo sito estivo lo si adattava abitualmente per ospitare eventi di intrattenimenti vari e, principalmente, anche delle serate danzanti, svolte su quella bella ‘rotonda sul mare’, spesso aventi ospiti artisti della musica leggera, sia quelli locali che quelli anche noti a livello nazionale. In seguito il ‘Lido Granatello’ fu ceduto a nuovi proprietari che, apportando dei mutamenti strutturali allo stesso ambiente, lo trasformarono in quello che attualmente è il “Club Nautico”.
- Locali vari
La nascita del ‘Camping Acquasanta’ risale agli ultimi anni sessanta ed avvenne nella zona verso Nord del Monte Tauro, proprio sulla sponda dello splendido litorale ionico. La struttura divenne ben presto un luogo molto frequentato, soprattutto d’estate, da tanti turisti e gente locale che lo sceglievano come luogo di vacanza. Il sito disponeva di ampi spazi per ospitare serate danzanti, sia all’aperto che all’interno, ricevimenti di matrimoni e veglioni di Carnevale e di Capodanno.
A metà degli anni sessanta risale la costruzione del “Motel Megara” che, nonostante fosse un albergo per gli automobilisti e si trovasse sull’allora SS114 e quindi ben lontano dalla città, lo si utilizzava spesso per svolgere ricevimenti di matrimoni e serate danzanti nell’ampio salone del suo ristorante.
Sulla scia di questi luoghi storici di ristorazione ed intrattenimenti vari costruiti nelle aree extraurbane di Augusta, dagli anni settanta in avanti altri locali del settore aprirono i battenti nell’entroterra megarese. Così, citando alcuni fra i più noti, nacquero “Il Trotilon” della famiglia Bertoni e posizionato nella Baia di Brucoli, ‘A Massaria’ sorta nelle vicinanze dell’Acquasanta per iniziativa del signor Patania, ‘Villa dei Cesari’ fatto costruire nella parte centrale del Monte Tauro dal signor Corrado Amato che lo conduceva con i suoi famigliari, ‘Happy Holidays’ e la ‘Dolce Vita’, ovvero ristoranti e pizzerie che, saltuariamente o in maniera permanente, si adattavano anche quali sale da ballo, per la felicità dei tanti ballerini delle numerose scuole di danza esistenti in città.
- Discoteche
Alla fine degli anni settanta, in un salone ricavato da un ampio garage di Via Luigi Sturzo, nella zona della Borgata, sorse una modesta discoteca; un luogo che, associato all’allora molto ascoltata ‘Radio Spring Music’, una delle emittenti radiofoniche nate in quel periodo in città, consentiva a tanti ragazzi di poter andare a ballare, spesso all’insaputa dei propri famigliari, anche senza la necessità di dover utilizzare un qualsiasi veicolo per raggiungere quel vicino luogo.
Questa piccola discoteca, esistita per quasi un lustro, fece in qualche modo da battistrada ad un più ampio e moderno sito sorto nella zona di ‘Campolato Alto’ nelle vicinanze di Brucoli, ovvero alla “Discoteca della Baia”; una struttura nata per opera della famiglia di Pippo Costa che, associata all’adiacente ‘Camping Baia del Silenzio’ con un importante sito balneare già lì esistente, ha rappresentato il luogo di maggior ritrovo, di svago e di divertimento per i giovani, e non solo per loro, degli anni novanta e di quelli di inizio del nuovo secolo.
Salvo Lentini