“Caso” Vinciullo, il parlamentare contrattacca e indica i responsabili
AUGUSTA – La bufera che nell’ultima settimana si è abbattuta contro il parlamentare regionale del Ncd Vincenzo Vinciullo, che è anche presidente della Commissione Bilancio e Programmazione all’Ars, trova origine in quella dichiarazione resa all’inviato del programma “Tagadà” di La7, mandata in onda il 6 febbraio: “Le posso assicurare che, con quello che prendiamo, abbiamo anche difficoltà ad arrivare a fine mese“. La domanda riguardava gli emolumenti complessivi percepiti dai parlamentari regionali siciliani, al mese circa 11 mila euro lordi, circa 8 mila euro al netto.
È noto il seguito che si è scatenato soprattutto sui social network, diventando quasi un “caso” nazionale. Il parlamentare si recava già l’8 febbraio in Procura, accompagnato dai propri legali, per depositare, come ha riferito, “dettagliata denuncia nei confronti di coloro i quali, in questi giorni, hanno cercato di infangare la mia vita, la mia attività e il lavoro svolto sempre in maniera assolutamente onesta e irreprensibile“, annunciando di aver “chiesto la punizione per quanti si sono macchiati di indicibili dichiarazioni nei miei confronti, riservandomi di depositare ulteriore elenco, nel caso in cui si dovessero verificare ulteriori episodi di questa natura“.
Nel frattempo, proprio questa mattina, è entrata nel “caso” anche la vicenda legata alla scelta di Augusta quale sede della prossima Autorità di sistema portuale e alle recenti dichiarazioni del governatore Crocetta, deciso a impugnare il decreto a tutela delle realtà portuali di Catania e Messina. L’ultima proposta sarebbe quella di dividere, tre anni ad Augusta e tre anni a Catania, la sede dell’Autorità portuale, giudicata da Vinciullo “irricevibile, in quanto maschera uno scippo vero e proprio“, che provocatoriamente chiede allora di rimettere in discussione anche le sedi di altri enti, dalla Banca d’Italia all’Aeroporto di Catania.
Quindi, il parlamentare regionale torna su quella sua dichiarazione oggetto di accuse e questa volta punta il dito: “In queste ultime settimane, manipolando una mia intervista, hanno provato ad azzopparmi, complici basisti augustani, con menzogne assolute, per impedire che io difenda l’Autorità portuale di Augusta“.
E prosegue, minacciando politicamente il governo Crocetta: “Sappiano che non ci sono riusciti, sono più combattivo e risoluto del solito a difendere la causa del Porto di Augusta, che è la causa della provincia di Siracusa; sappiano Crocetta e il suo Assessore catanese alle Infrastrutture che sono i rappresentanti del popolo siciliano e non della provincia di Catania“.
Vinciullo conclude: “Su questa vicenda, o operano nel rispetto della legge o ce ne andiamo tutti a casa, perché trasformerò il Parlamento in un luogo di guerriglia politica quotidiana, affinché le ragioni del diritto prevalgano su quelli di parte“.