Don Palmiro Prisutto resta l’arciprete di Augusta
AUGUSTA – Lunedì sera scadevano i cinque giorni concessi dall’arcivescovo monsignor Salvatore Pappalardo a don Palmiro Prisutto, perché presentasse le dimissioni da parroco della chiesa Madre e accettasse la nomina in altra rettoria, sempre ad Augusta. La notizia era nel frattempo rimbalzata sui media nazionali, dipinta anche come un’iniziativa della Curia per le battaglie considerate scomode condotte da padre Palmiro, quando, secondo indiscrezioni locali, la questione sarebbe legata a tensioni venutesi a creare tempo fa con le confraternite cittadine.
In questi giorni concitati, che hanno visto anche la grande manifestazione di solidarietà dei cittadini augustani all’Arciprete, attraverso un flash mob tenuto la scorsa domenica pomeriggio in piazza Duomo, don Palmiro Prisutto ha richiesto ai sostenitori a più riprese di abbassare i toni, per non produrre l’effetto contrario di danneggiarlo.
Questo martedì sera la svolta, resa pubblica da un comunicato dell’ufficio stampa dell’Arcidiocesi di Siracusa. “Le parole di don Palmiro, pronunziate durante la messa di domenica scorsa, sono il chiaro segno della sua volontà di comunione alla quale da tempo con paterna fermezza lo esortavo”. La nota si apre proprio con le parole con cui monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, dissipa l’alone di dubbi e insinuazioni che aleggiava nell’aria dell’Augusta sia religiosa che laica.
I presupposti della “riconciliazione” nell’incontro mensile che l’Arcivescovo ha tenuto questo martedì mattina con i parroci della città. “La comunità di Augusta – ha detto monsignor Pappalardo – vive tensioni e a volte anche contrapposizioni. Da tempo seguo le vicende con attenzione per riportare un clima di dialogo costruttivo”.
Il comunicato contiene anche le parole di don Palmiro Prisutto, che spezzano anche le ultime resistenze dubbiose e portano la luce verso un cammino in comunione con la Diocesi: “La vicenda è stata strumentalizzata. Ho sempre invitato tutti a non essere contro. Purtroppo le mie affermazioni hanno dato adito a fraintendimenti e mi hanno rattristato gli attacchi rivolti all’Arcivescovo e con lui alla Chiesa diocesana. Quando tre anni fa il Vescovo mi ha nominato parroco della chiesa Madre mi sono subito reso conto della sua vicinanza, e della sua condivisione alle mie battaglie”.
Nella nota, infine, si evidenziano i passaggi di tutto il clero siracusano a sostegno delle battaglie per l’ambiente, di cui don Prisutto è nei decenni diventato alfiere, dalla lettera dello scorso anno dei sacerdoti augustani, “sollecitati dall’Arcivescovo”, alla comunità nella quale si ricordava il mancato avvio di iniziative mirate alla salvaguardia del territorio ed al risanamento ambientale, alla Lettera Pastorale dello stesso monsignor Pappalardo dello scorso settembre contenente le seguenti parole: “Alla fragilità della condizione umana segnata dalla sofferenza e dalla malattia si aggiunge spesso l’indifferenza verso tanti dolori, più o meno nascosti. Un’adeguata prevenzione dei tumori e di altre gravi patologie, accompagnata al rispetto delle leggi in materia di tutela ambientale, potrebbe alleviare, se non evitare sul nascere, molte sofferenze”.
Don Palmiro Prisutto rimane quindi al suo posto, rafforzato se possibile dall’immenso affetto ricevuto dai cittadini augustani, riportando ancora una volta all’attenzione dei media nazionali, seppur attraverso una vicenda interna alla Chiesa, la necessità della difesa dell’ambiente e della vita.