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Festival Lgbt a Noto, l’augustano Luigi Tabita: “È un periodo non felice per i diritti umani e civili”

AUGUSTA – Si è conclusa con successo l’ottava edizione a Noto della manifestazione di informazione Lgbt+, “Giacinto festival”, svoltasi nel fine settimana del 30 e 31 luglio. Il festival sulla cultura omotransessuale è ideato e diretto dall’attore augustano Luigi Tabita (vedi foto di copertina) con il patrocinio di Senato, Camera dei deputati, Regione siciliana, Comune di Noto, e quest’anno anche del Parlamento europeo.

Tabita, che il mese scorso a Caltagirone nell’ambito di un festival di cortometraggi ha ricevuto il premio speciale “Human rights”, commenta: “Quest’edizione dedicata ai temi della vita e dell’opera di Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita, è stata emozionante. Attraverso mostre, documentari, performance, presentazioni di libri, panel, abbiamo cercato di fare informazione al fine di scardinare quegli stereotipi frutto di una cultura dominante machista e patriarcale“.

Esprime quindi alcune considerazioni sul contesto nazionale nel quale conduce da tempo la battaglia per i diritti civili: “Continueremo come sempre il nostro lavoro anche durante l’anno. Il Festival è un punto di arrivo e inevitabilmente un punto di partenza. Stiamo vivendo un periodo non felice per i diritti umani e civili e la paura di tornare indietro è molto forte. Quindi bisogna tenere alta l’attenzione sul tema e lottare, perché come diceva la prima ministra della Repubblica italiana Tina Anselmi: nessuna conquista è definitiva“.

Come di consueto, hanno partecipato al festival netino ospiti di caratura nazionale. Da Porpora Marcasciano, tra le fondatrici del movimento trans italiano, che ha ricordato come “la biodiversità è fondamentale in natura ed è presente nel genere umano”, a personaggi televisivi come Costantino della Gherardesca che ha sottolineato come sia fondamentale per innescare un processo culturale veramente inclusivo “un lavoro di informazione capillare nelle scuole”, sino a figure accademiche come la professoressa Silvana Cirillo, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma che, partendo dalla citazione di Pasolini “gettare il corpo nella lotta”, ha condotto nella seconda serata del festival una lectio sull’importante e poliedrico intellettuale dello scorso secolo.


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