I consiglieri Canigiula, Errante e Niciforo sulla revoca di Schermi: ecco la “pietra dello scandalo”
AUGUSTA – Dopo aver sferrato dure critiche alla presidente del Consiglio comunale Lucia Fichera in merito alla conduzione delle sedute del Consiglio comunale, mettendone in discussione l’imparzialità, i tre consiglieri comunali di opposizione Vincenzo Canigiula, Salvatore Errante e Marco Niciforo, che in Aula costituiscono il gruppo “Civico 89 – Noi per la città – Sicilia democratica”, mettono nel mirino l’intera maggioranza pentastellata.
Come preannunciato, con una nota congiunta in data odierna, dicono la loro dopo la recente revoca dell’assessore e vicesindaco Schermi: “Tra dimessi e revocati dalle fila della maggioranza di governo adesso sono 6 in poco più di un anno: si tratta di Caramagno, Pisani, Schermi, Patti, Fichera e Settipani. Figure queste che occupavano in gran parte posti chiave dell’Amministrazione comunale“.
Esprimono considerazioni sulla qualità amministrativa della maggioranza: “Il tradizionale rodaggio che legittimamente si deve concedere a chi si insedia è già finito da un pezzo, quindi la macchina è da considerarsi a regime. Se ciò che è stato fatto in questi ultimi mesi è il massimo che questa Amministrazione comunale può fare per la città, allora occorre che chi governa prenda coscienza di tutto ciò e adotti le migliori azioni per uscire da questo pantano. Diciamolo chiaramente: questa maggioranza ha imboccato da tempo una strada sbagliata. Le forze di governo, tutte del M5s, non stanno facendo nulla di concreto per questa città. C’è solo da valutare se il tutto avviene per incompetenza, arroganza, invidie, beghe di partito o per altro ancora“.
Secondo i tre consiglieri sarebbe stata stravolta la squadra di governo originaria: “Oggi l’assetto della Giunta è completamente diverso da quello proposto agli elettori durante la campagna elettorale, ai quali furono presentati tutti gli assessori già al primo turno pur essendo obbligatoria solo la nomina del 50 per cento. E questo perché, a dire del Movimento 5 stelle, tutti dovevano sapere fin da subito chi li avrebbe amministrati. Ora a distanza di 15 mesi è tutta un’altra storia fatta da persone diverse che siedono a governare con i voti, il consenso e la credibilità che Pisani e Schermi avevano dato al progetto del M5s. Nessuno di loro riveste più ruoli politici attivi all’interno della maggioranza. Chissà le facce degli elettori!“.
Domandano: “Di quale fiducia può godere un’Amministrazione che con questa frequenza vede figure politiche entrare e uscire, o in qualche caso entrare uscire e ancora entrare, dalla compagine del governo cittadino? Con quale credibilità questa Amministrazione si troverà seduta al tavolo dove si decide il futuro del nostro porto, dell’ospedale, dei precari, del depuratore e di tanto altro ancora?“.
I tre consiglieri di opposizione tornano sulla determina sindacale di revoca di Schermi, evidenziando una presunta omissione: “Ne è l’occasione l’atto sindacale di revoca del vicesindaco del 14 settembre 2016. La suddetta determinazione in due punti cita l’art. 12 della L.R. 7/92 ed in entrambi i casi nel riportare il testo dell’articolo di legge si omette di trascrive l’articolo per intero. E guarda caso ciò che si dimentica è la parte normativa che così recita: “Contemporaneamente alla revoca, il sindaco provvede alla nomina dei nuovi assessori”. E invece si raggira la norma assegnando le rubriche al Sindaco“.
E rilevano: “Le parole dell’ex assessore Schermi non lasciano equivoci. I motivi posti a fondamento della sua revoca sono da ricercare nelle “iniziative che non trovano aderenti coperture in bilancio”. Poiché l’atto in lavorazione è il bilancio di previsione 2016 è del tutto evidente che questo strumento economico è la pietra dello scandalo. Trasparenza vorrebbe che l’Amministrazione ci dicesse su quali punti di questo bilancio si è materializzata la “divergenza di vedute” tra Schermi e gli altri e che l’ex assessore Schermi elencasse su quali iniziative non vi erano aderenti coperture in bilancio“.
Secondo i consiglieri, tra i retroscena anche alcune manovre finanziarie che Niciforo aveva già denunciato lo scorso mese: “Abbiamo la sensazione, sempre più forte, che l’ultimo debito contratto da questa amministrazione per il pagamento di transazioni commerciali pari ad euro 7.867.986,60 a cui si aggiungono euro 614.213,40 di soli interessi per un totale di euro 8.482.200,00, sia stato l’ultimo tentativo dell’assessore defenestrato di fare pace. Tale manovra economica infatti se da un lato indebita ulteriormente il Comune per altri 30 anni, dall’altro consente a questa amministrazione di disporre di risorse finanziarie subito disponibili e da spendere al più presto. Ecco, ora forse arriveranno anche aderenti coperture alle iniziative, ma il prezzo da pagare per i cittadini sarà salatissimo“.
Ironizzano: “Certo sono lontani i tempi in cui durante la campagna elettorale si andava in giro rigorosamente accompagnati dal dott. Schermi il quale veniva presentato come l’esperto economico del movimento, il Varoufakis in salsa augustana. Ci chiediamo allora cosa è cambiato da allora? La lite politica tra l’ex assessore Schermi ed il Sindaco si chiude nel peggiore dei modi. Revocare un amministratore è certamente un’azione pesantissima che avrebbe meritato giustificazioni concrete da parte del Sindaco piuttosto che risposte in politichese in perfetto stile Mastella“.
Concludono: “Pur non avendo condiviso nessuno degli atti politici proposti alla città dall’ex assessore Schermi tra cui ricordiamo il dissesto, la tari, i bilanci 2015 ed il debito di 8,5 milioni di euro, questo gruppo consiliare sente di esprimere umanità e vicinanza ad un avversario politico che ha dato credibilità al progetto del M5S di Augusta e della cui revoca nessuno della maggioranza ha sentito il dovere morale, ancora prima che politico, di porre ostacolo. Ecco, questo era ciò che il nostro capogruppo avrebbe voluto dire in consiglio comunale, ma si sa che a questa maggioranza interessa solo gridare “Andiamo a comandare”“.