Motori

Il circuito del Mediterraneo e altri tracciati storici

Da sempre la Formula 1 spicca come una delle discipline sportive più amate in Italia insieme alla scherma e ovviamente al calcio. La grande tradizione delle aziende costruttrici di automobili sportive del Belpaese è riconosciuta in tutto il mondo. Non a caso tanti sono i piloti di Formula 1 che si allenano sui circuiti italiani e che addirittura parlano la lingua, qualcosa di importante dal punto di vista culturale. Case come l’Alfa Romeo, la Lamborghini, la Bugatti e la Maserati sono il fiore all’occhiello dell’industria italiana di automobili sportive, seppur il grande privilegio di rappresentare il tricolore nel campionato di Formula 1 spetta alla Ferrari. E così, mentre il mondiale di F1 2018 vede finalmente Sebastian Vettel prendere la testa del campionato piloti, è bene tornare indietro nel tempo e parlare di alcuni storici tracciati italiani ormai purtroppo quasi dimenticati.

  • Il Gran Premio del Mediterraneo

Nostalgicamente, tanti sono i circuiti che riportano alle vecchie gare nelle quali la sicurezza non era assolutamente una priorità e lo spettacolo era confermato da molti più sorpassi e manovre azzardate. Essendo il Mediterraneo il bacino della cultura italiana, non risulta sorprendente che in passato gli si è dedicato un Gran Premio di Formula 1. E quale posto rappresenta meglio il Mediterraneo in Italia se non la Sicilia, l’unica isola nel mezzo del Mare Nostrum e che ha visto il proliferarsi al suo interno di tutte le culture circostanti, araba compresa? Tale Gran Premio, per il quale si era candidata la città di Bari un paio d’anni fa, si disputò per la prima volta nel lontano 1962, quando si corse nel tracciato di Pergusa, in provincia di Enna, tanto da venire in seguito chiamato proprio Gran Premio di Enna. In seguito questa gara venne riproposta per 40 edizioni in totale, sebbene non tutti gli anni, fino al 2003, anno in cui si impose il pilota brasiliano Augusto Farfus.

La caratteristica di questo Gran Premio per i primi quattro anni fu quella di utilizzare le vetture di Formula 1 non valide per il campionato mondiale. Si trattava, dunque, di una gara totalmente avulsa dal calendario della Fia, mentre in seguito a gareggiare erano auto di Formula 2 e successivamente ancora Formula 3000. John Surtees, Jackie Stewart, Clay Regazzoni, René Arnoux, Juan Pablo Montoya, David Coulthard e Luca Badoer sono tra i piloti più famosi ad essersi imposti in questo circuito. E così, mentre Lewis Hamilton al volante della Mercedes punta a vincere il mondiale attuale, per il quale è l’assoluto favorito secondo le quote delle scommesse live che il 2 luglio pagano 2,1 volte la quantità puntata, in Sicilia molti sognano con il ripristino di questa corsa romantica nella quale sventolavano le bandiere Cinzano a fine gara.

  • La suggestione milanese

Per quanto riguarda l’Italia, il cui Gp si disputa nel mastodontico circuito di Monza, a 30 km da Milano, in pochi sanno che nel 1947 fu proprio il capoluogo lombardo ad ospitare una corsa di Formula 1 proprio tra le mura cittadine. In quel frangente la pista brianzola risultò inagibile, data che durante la seconda guerra mondiale era stata utilizzata come deposito per i documenti dell’Aci oltre che come magazzino per migliaia di automezzi militari che sarebbero poi stati venduti per la conversione ad uso civile. La soluzione più pratica fu dunque quella di disputare comunque il Gp in questione. Domenica 7 settembre 1947 la città di Milano fu teatro di una spettacolare corsa: il circuito improvvisato, lungo 3,5 km, si snodava attorno alla Fiera campionaria, oggi conosciuta come CityLife. I numeri dell’epoca riportano addirittura la presenza di 100 mila spettatori che presenziarono ad un evento storico e mai più ripetuto, che oggi è stato riproposto come suggestione d’altri tempi. Milano seguirebbe così l’esempio prima di Montecarlo, uno dei tracciati storici, e poi di Valencia, i due circuiti cittadini più spettacolari fino ad ora, sebbene quello spagnolo sia stato ormai cancellato dal calendario della Fia.

  • Nuovi e vecchi circuiti

Da quando l’autodromo di Imola non è più uno dei teatri delle grandi corse del circo della F1, si è cercato di sostituirlo con tanti altri tracciati in Italia. Per adesso, tra le pressioni degli sponsor che preferiscono gareggiare in Paesi emergenti dove gli introiti sono più elevati, come per esempio in Bahrein, questa non è che una suggestione. Tuttavia sono tanti i circuiti di un tempo che potrebbero tornare ad essere utilizzati per rendere il campionato più lungo e anche attraente. La proposta di allargare a 21 Gp il torneo dell’anno prossimo è stata già inoltrata, sebbene non sia ancora stata approvata. Al di là dell’opzione storica di Buenos Aires ci sono anche le possibili candidature di Miami negli Usa e di Hanoi in Vietnam. In generale il circo della F1 potrebbe continuare ad allargarsi nel caso in cui si volesse allargare il giro economico che lo coinvolge, sebbene bisognerà sondare anche il parere dei piloti che vengono sballottati di continuo da una parte all’altra del mondo.

L’ipotesi di un Gran Premio del Mediterraneo, tuttavia, continua ad essere tale, dato che ancora non sono stati presentati programmi al riguardo. La voglia c’è ma nel circo-business di oggi bisogna trovare prima gli sponsor e poi i fondi adeguati per preparare il tracciato. Magari, però, un giorno le F1 torneranno a sfrecciare nel cuore del Mare Nostrum.


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