Hobby & Hi-Tech

Il futuro degli e-sport, fra investimenti e professionisti

Quello degli e-sport è un mondo relativamente giovane ma, nel giro di circa vent’anni, si è imposto nella realtà economica e ludica mondiale, facendo orbitare attorno a sé quantità notevoli di denaro. Si tratta, essenzialmente, di competizioni virtuali che coinvolgono giocatori e spettatori in modo radicalmente diverso rispetto agli sport tradizionali.

Prevederne gli sviluppi è difficile, proprio perché esistono delle differenze di fondo notevoli tra il mondo sportivo classico e quello virtuale: il gioco in cui si compete non è libero, ma è posseduto – letteralmente – da determinate compagnie video ludiche e dai loro editor; senza il prodotto in questione, non è possibile giocare. Inoltre, cambia l’idea e il ruolo del giocatore: a competere negli e-sport troviamo giovani con un approccio al gioco completamente diverso, per età e mentalità.

Malgrado alcuni pregiudizi, che potrebbero far pensare a queste forme di competizione come a qualcosa di tipicamente giovanile, se non immaturo, i numeri raccontano una storia diversa, in Italia e nel mondo: il settore della competizione videoludica è in decisa crescita, indipendentemente dal tipo di videogioco in questione. Le community di players crescono costantemente e, parallelamente, anche quelle di spettatori: Fortnite, Callo of Duty, Fifa, Pes e League of Legends sono i titoli che più si sono imposti nel settore, lasciando intravedere come i simulatori di competizioni sportive e di sparatutto sappiano fare tendenza.

E- sport: la sfida in diretta sui social

Un notevole giro di denaro orbita intorno alle principali competizioni sportive virtuali: questo denaro passa anche per i principali social, tra cui YouTube e fFacebook. Sono questi i principali portali su cui vengono trasmesse – in canali dedicati, privati o direttamente legati agli editori del videogioco – le dirette delle partite giocate dai campioni, veri o presunti, del settore.

Cambiano dunque gli accordi e gli investimenti, che non si focalizzeranno più sulle sole esclusive televisive: le competizioni – piccole e grandi – passeranno per video pubblicati sui principali social dedicati, dopo precise decisioni stabilite dai titolari dei diritti del gioco in questione.

  • E-sport: nuovi giocatori e spettatori

La pandemia ha influenzato il delicato equilibrio tra sport tradizionali ed e-sport, andando decisamente a favore di questi ultimi: nuovi e vecchi giocatori che – per forza di cose – hanno avuto più tempo da dedicare alle consolle o al computer; nuovi canali di dirette e raccolte di partite più o meno avvincenti; numeri più alti di visualizzazioni e interazioni con i contenuti pubblicati sui principali canali social; grande attenzione da parte dei bookmaker (visita 22bet, che ha una sezione dedicata proprio agli aggiornamenti sugli e-sport). Questi sono elementi che hanno contribuito a incrementare in maniera esponenziale il valore delle competizioni sportive virtuali.

  • E-sport: non sempre qualcosa di nuovo

Si è fatto riferimento a un contesto diverso dal mondo sportivo tradizionale ma, per meglio cercare di prevedere gli sviluppi futuri di questo settore, è bene ricordare che – a giocare – sono sempre giovani, più o meno desiderosi di arrivare alla vetta e mantenere il podio per il maggior tempo possibile. La pressione sui player potrebbe finire per riecheggiare quella vissuta, o alimentata, dai giocatori più tradizionali.

Anche il problema di scandali e imbrogli è già divenuto familiare al mondo virtuale: esistono, infatti, casi di competizioni sabotate o truccate, con conseguenze su giocatori e spettatori, in termini di denaro e di prestigio. Per tutelarsi, sarà necessario uscire dagli schemi imposti dalla casa videoludica che fornisce il gioco su cui si compete, ma organizzare sindacati e sistemi più grandi, che siano dalla parte del giocatore e lo aiutano a mediare con sponsor e altri gruppi di interesse (sempre ammesso che i sindacati stessi non diventino gruppi di interesse capaci di premere sul giocatore).

  • E-sport: cosa accadrà domani?

Sindacati, slogan più o meno politicizzati, giri di investimenti per sponsor, esclusive sui social e altri movimenti e sogni (Olimpiadi nell’aria?): i numeri delle competizioni videoludiche crescono considerevolmente da tempo e sembra proprio che il nuovo assetto globale – sempre più digitalizzato – stia spingendo in questa direzione. Sembra questa la forma di competizione sportiva più adatta ai nativi digitali.


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