IL LABIRINTO di Elisabetta Ternullo
Che la tua solidità liberi desideri senz’ali
che i desideri scavino solchi per radici d’amore
che le radici, innaffiate dalle piogge del disincanto,
innalzino rami fieri
e diano bellezza
e chiedano vita
così: che tu sia.
Ed essendo, in te,
che io trovi ancora la via
in mezzo a queste mura d’edera
che mi stringono il fiato
tra confusione e solitudine
in questo bordello di vita
che mi schernisce senza vita.
Ed essendo, in te,
che io svincoli
questo fardello di parole recluse
e che liberandole
appaia l’uscita.
L’AMORE LIBERA di Marcella Di Grande
Dentro il labirinto dei limiti, della razionalità, delle convinzioni, delle parole che ci vestono e ci etichettano, facciamo fatica a trovare la giusta direzione. Ogni volta che ci sforziamo di essere a tutti i costi coerenti col mondo esterno a discapito delle nostre reali volontà e ligi a mantenere l’idea che, attraverso il giudizio degli altri, ci siamo fatti di noi stessi, perdiamo la direzione. Quando teniamo alte le aspettative e lottiamo e ci frantumiamo se non riusciamo a rispettarle, piccoli pezzi di noi, sparsi ovunque, rimangono esanimi a chiedere l’elemosina per il tempo che non ci siamo dedicati. In questi momenti perdiamo la direzione.
È un po’ come se qualcuno, volutamente e con una ragione ben precisa, centrifugasse la nostra mente con l’intento di spingerci di continuo verso l’esterno, per allontanarci da qualcosa. È un po’ come se qualcuno, sottraendoci l’orientamento, si appropriasse del potere di sbatterci contro un muro che blocca non solo la nostra creatività ma anche il ricordo atavico di chi siamo veramente e del motivo per cui siamo venuti al mondo.
Ci centrifugano dentro la velocità delle cose che cambiano fuori di noi, quelle che sfuggono al nostro controllo e che ingoiamo senza accorgerci di quanto lontano ci portino dal nostro centro. Ci allontanano dalla nostra essenza, dalle nostre risorse, dalla possibilità di pensare e di desiderare.
Ma c’è una cosa che può innalzare al di sopra di tutto questo, rallentare la velocità, slegare i nodi dell’anima, sgretolare le paure, modificare le convinzioni estendendo il territorio dentro il quale possiamo muoverci e “Liberare”. È l’amore. E prima ancora che ci liberi attraverso quello che doniamo agli altri, deve liberare noi stessi.
L’amore libera perché è l’unico sentimento che può ricongiungerci con la parte più intima di noi, con le nostre verità, con il nostro centro. L’amore libera perché spinge oltre la soglia, fino al punto in cui siamo disposti a sperimentare, a mettere tutto in gioco, a cambiare, a comprendere, ad ascoltare, ad accettare quello che non conosciamo e che non rientra nella nostra esperienza di mondo. L’amore libera perché innalza e quando siamo alti scopriamo che il labirinto sotto di noi, quel contenitore di miserie, che non appartengono affatto alla nostra natura, quella mappa costruita dalla manipolazione della società in cui siamo immersi, contiene solo due strade: una che porta lontano da noi, l’altra che porta, come ho già detto, verso il nostro centro.
Questa scoperta diventa per noi un importante momento di crescita perché veniamo a conoscenza del fatto che avevamo solo sbagliato strada, che siamo ormai liberi di immetterci sul sentiero giusto e che possiamo, con questa grande consapevolezza, intraprendere ciò che Joseph Campbell ha definito “il viaggio dell’eroe” quello che “porta verso” l’interno, verso la libertà del pensiero , delle scelte e delle azioni, affinché , come scrive Elisabetta nella sua poesia ” Il labirinto”, “(…) le radici, innaffiate dalle piogge del disincanto (…) diano bellezza e chiedano vita così: che tu sia“.