Il premier Gentiloni “esclude” Augusta dalle rotte cinesi, Assoporto polemizza
AUGUSTA – La notizia è di due giorni fa e viene da lontano, da Pechino esattamente: il premier Paolo Gentiloni, al vertice istituzionale con l’omologo cinese Li Keqiang, ha siglato alcuni accordi bilaterali di cooperazione economica, commerciale e finanziaria per il prossimo triennio. Tra questi, gli investimenti sui porti italiani da inserire come terminali europei nella cosiddetta “Via della Seta“, esplicitando che si punterà su Genova prima e Trieste e Venezia poi e “cancellando” sia Augusta che i porti siciliani dall’ambita rotta commerciale.
Nel silenzio della deputazione della provincia, regionale e nazionale, sono gli operatori economici a levare la voce contro l’iniziativa del premier.
Tra questi, Assoporto Augusta, presieduto da Marina Noè, che in una nota esprime la forte contrarietà: “Non si capisce l’esclusione del porto di Augusta dalla “Via della Seta” a vantaggio di altri porti italiani come Trieste e Venezia che si trovano a migliaia di chilometri di distanza da Augusta che, com’è noto, è il primo porto dopo il canale di Suez ed è baricentrico tra Suez e Gibilterra“.
Si aggiunge: “Se la riforma della portualità realizzata dal Governo italiano ha motivo di esistere, è proprio per valorizzare le peculiarità e potenzialità dei singoli porti. Non si spiega pertanto come mai il Governo italiano, che ha dichiarato in più occasioni di voler avviare un progetto reale per il rilancio del Sud, quando ha una reale possibilità di mettere in pratica i suoi propositi sembra non farlo e sceglie, al posto di Augusta, un porto del Nord senza un’oggettiva giustificazione“.
L’associazione degli operatori portuali augustani rivendica almeno una “compensazione” per il porto megarese, da anni principale meta di sbarchi assistiti di migranti e negli scorsi mesi costretto a subire pure lo “scippo” della sede amministrativa, trasferita dal ministro Delrio a Catania: “Crediamo che l’inserimento del porto di Augusta nella “Via della Seta”, oltre che spettare di diritto, rappresenterebbe anche un segnale forte del Governo e un’occasione di ristoro per il porto megarese, che dal 2013 è il primo punto di sbarco in Italia per le migliaia di migranti che arrivano dopo essere stati soccorsi nel Mediterraneo, con le inevitabili conseguenze per l’operatività del porto che deve fare i conti con la presenza di una tendopoli permanente per la prima accoglienza, allestita già nel 2013 sulle banchine“.
L’appello è rivolto al neo presidente dell’Adsp Catania-Augusta, recentemente incontrato: “Siamo certi che il presidente dell’Autorità di sistema del Mare di Sicilia orientale, Andrea Annunziata, farà sentire forte la sua voce per l’interesse che Augusta ha nei confronti di questa ipotesi di movimentazione delle merci dalla Cina ai porti italiani“.