Il sindaco Di Pietro replica alle critiche su hotspot, protocollo sbarchi e intese trasversali


AUGUSTA – Questo lunedì 25 settembre, conferenza stampa al Municipio, aperta ai consiglieri comunali, del sindaco pentastellato Cettina Di Pietro sul tema del cosiddetto “hotspot“, burocraticamente denominato centro di identificazione e prima accoglienza per i migranti che vengono fatti sbarcare nel porto commerciale di Augusta, che da quattro anni ha surclassato Lampedusa. “Eppure il presidente del Senato, Grasso, è andato a Lampedusa ad appendere medagliette nello stesso giorno in cui ad Augusta sono sbarcati quasi 1.5oo migranti”, ha precisato subito il primo cittadino, affiancato dagli assessori Canto e Spinitta, mettendo in rilievo la sua coerenza e i suoi personali interventi, dacché è al governo della città, per tutelare gli interessi della città e del porto commerciale.
Di Pietro, durante tutto il suo lungo intervento, non ha fatto altro che rintuzzare, punto per punto, tutte le accuse che le sono state mosse, per il sostanziale via libera all’hotspot di fine luglio (vedi articolo) e in particolare per il successivo protocollo d’intesa con la Prefettura sulla gestione sbarchi, firmato lo scorso 7 agosto e approvato da una delibera di giunta il 15 settembre. “Un protocollo – ha sottolineato – che libera il Comune di Augusta da una serie di gravosi impegni, fra cui quello della fornitura di pasti caldi”, che sarebbe l’obiettivo di un lavoro ininterrotto della stessa Di Pietro da quando è diventata primo cittadino. In merito all’accusa di non aver informato il Consiglio comunale o la cittadinanza sul protocollo prima che se ne apprendesse dalla pubblicazione della delibera di giunta, ha replicato che “il protocollo è stato oggetto di una commissione consiliare con la capigruppo” di averlo “riportato per iscritto anche nella mia relazione annuale, basta andarla a consultare” e di averne “diffusamente parlato in Consiglio comunale“.
“Questa è una tematica molto complessa che ho dovuto studiare per bene e anche gli altri dovrebbero sapere di che cosa stanno parlando, prima di lanciare anatemi che sanno comunque di campagna elettorale”. Di Pietro si è riferita quasi unicamente al deputato regionale Vincenzo Vinciullo, in corsa per la riconferma all’Ars, il quale aveva accusato la Di Pietro di non conoscere bene la tematica. Puntualmente, il primo cittadino ha reagito mettendo in evidenza il “silenzio” dello stesso Vinciullo, esponente dell’Ncd ora Alternativa popolare, cioè del partito guidato da quel ministro Alfano che, quando era responsabile del dicastero agli Interni, ha deciso che sul porto di Augusta dovevano dirigersi le navi militari che salvavano i migranti dalle tragedie del mare.
Rispetto alle accuse ricevute di incoerenza, “il sindaco è ufficiale di governo”, ha scandito Di Pietro più volte, “e quale ufficiale di governo non posso che prendere atto di quanto decide il governo in carica”, tenendo in considerazione anche il fatto che il porto di Augusta è sì nel territorio comunale, ma la competenza non sarebbe dell’ente Comune. “Io ho sempre sostenuto, e a conferma di questo ci sono video, interviste e quant’altro nella mia pagina facebook e nei giornali, ho sempre sostenuto che il porto di Augusta non può essere idoneo a questi sbarchi per tanti motivi, perché c’è una base Nato, perché c’è il deposito costiero della Maxcom, oltre al fatto che il porto commerciale viene danneggiato, anche dalla lentezza con cui in questi ultimi tempi avvengono gli sbarchi, ma non posso certo oppormi come ufficiale di governo, governo nazionale o regionale che, quindi, si assumerà eventuali responsabilità!”. Quello di Augusta, ormai, è diventato il porto d’Italia dove avvengono più sbarchi e dove c’è un attendamento di prima accoglienza con evidenti problemi di temperature, d’estate e d’inverno, per il numero indefinito di immigrati ospiti.
Motivo per cui, rispetto alla proposta lanciata nei giorni scorsi dai coordinatori cittadini di Fratelli d’Italia, potrebbe essere d’accordo su un referendum consultivo, ma sottoponendo alla cittadinanza il quesito su “Augusta punto di sbarco“, che a suo dire è preliminare rispetto alla questione dell’hotspot, poiché “nel momento in cui Augusta è punto di sbarco, una struttura per la prima identificazione ce la impone la Comunità europea“.
“Dov’era Vinciullo quando Alfano ha deciso questo hotspot, che non è nemmeno ufficiale, nel senso che lo è di fatto, ma non dichiarato? Dov’era Vinciullo? Dov’erano tutti gli altri che sono rimasti in silenzio?“. È stato l’affondo di Di Pietro, che ha risposto pure all’accusa di accordi sottobanco con il sindaco renziano Bianco di Catania: “Con Bianco abbiamo avuto incontri di lavoro perché entrambe le città sono interessate alla nuova Autorità di sistema portuale, la cui sede è ancora Augusta, almeno finché il Consiglio di giustizia amministrativa non deciderà in merito”.
Si è appreso dal primo cittadino che il presidente della nuova Autorità di sistema portuale, il salernitano Andrea Annunziata, ha chiesto al prefetto di Siracusa, Castaldo, di “spostare l’attendamento in un’area del porto commerciale commercialmente non appetibile, come quella attuale”. Il sindaco Di Pietro ha affermato, in conclusione, che Augusta avrebbe subìto il danno e la beffa riguardo ai finanziamenti previsti per questi sbarchi. “Augusta ha avuto un finanziamento di 534 mila euro, ma avrebbe potuto avere un dieci per cento in più se l’hotspot fosse stato ufficiale – ha sostenuto –. Invece, abbiano un hotspot di fatto, con tutte le conseguenze negative che ne conseguono, senza, però, avere la corresponsione finanziaria prevista perché l’hotspot non è stato mai ufficialmente dichiarato”.
Infine, ha colto l’occasione della conferenza stampa per annunciare una prossima tappa in città dei big del M5s, il candidato governatore Giancarlo Cancelleri e il neo candidato premier Luigi Di Maio.