“In viaggio con papà”, padri detenuti e figli riuniti dalla lettura. Presentato progetto al carcere di Augusta
AUGUSTA – In occasione della riapertura dell’area verde della casa di reclusione di Augusta che ha avuto luogo venerdì pomeriggio, il festival itinerante del viaggio e del viaggiatore “Nostos”, ideato e curato da “Naxoslegge“, ha presentato il progetto “In viaggio con papà; viaggi da fermi per conquistare il mondo”.
Ha aperto l’incontro il direttore del carcere, Antonio Gelardi, sottolineando l’importanza che, all’interno di un istituto penitenziario, assumono simili progetti finalizzati mantenere vivo il legame tra il detenuto e la vita sociale oltre le mura di una cella, nel caso specifico del suddetto progetto, con i propri figli.
Mariada Pansera, curatrice del progetto insieme a Fulvia Toscano, direttore artistico di “Naxoslegge”, e ad Antonello Nicosia, pedagogista ed esperto in trattamento penitenziario, ha illustrato “Nostos” (in greco antico “il viaggio”), che apre la sua terza edizione il 3 maggio scorso presso il museo archeologico di Naxos, con la presentazione del libro di Marinella Fiume e Paolo Romano dal titolo “Viaggio in Sicilia”.
Ha trovato spazio all’interno del festival itinerante la nuova sezione “Viaggi di un altro genere”, dedicata allo sguardo femminile sul viaggio e ai luoghi legati a figure femminili, sulle cui tracce “Nostos” invita il pubblico: sulle tracce di Adelasia del Vasto (terza moglie di Ruggero I di Sicilia), a cui sarà intitolata la Biblioteca delle donne del comune di Barcellona; sulle tracce di Chiara Palazzolo, la talentuosa scrittrice, prematuramente scomparsa, di Floridia; sulle tracce di Macalda di Scaletta (baronessa di Ficarra), nello splendido castello della cittadina della provincia di Messina, con la studiosa Dora Marchese che ha dedicato a Macalda il suo ultimo saggio.
Pansera ha quindi introdotto il progetto per il carcere di Augusta, “In viaggio con papà”, in cui la lettura assume un ruolo fondamentale. Ai detenuti, fino a cinque, che prenderanno parte al progetto saranno concesse ore di colloquio supplementari da trascorrere soli con i loro figli presso l’area verde messa a disposizione e, durante le quali, leggere un libro insieme ed insieme immaginare un loro viaggio da annotare su un taccuino.
I libri proposti, precedentemente selezionati dai curatori in base all’età dei figli dei detenuti e alla preparazione degli stessi, sono stati consegnati il giorno prima della presentazione del progetto. Il libro diviene, quindi, strumento di “evasione” e condivisione al fine di recuperare la genitorialità negata e, nello stesso tempo, buona pratica per educare i figli alla lettura. Il progetto permette ai genitori di rimanere da soli con i propri figli, momento utile per il recupero del rapporto e dei ruoli.
Hanno chiuso la presentazione del progetto i detenuti che ne faranno parte, i quali, dopo avere ringraziato il direttore, gli educatori e i curatori dell’iniziativa, che li seguiranno durante il percorso, hanno riferito delle loro emozioni e motivazioni.
I “cahier di viaggio”, i taccuini, risultato di questo progetto saranno presentati durante un evento opportunamente organizzato in autunno.