Inchiesta “Borderless”, le precisazioni dell’Autorità di sistema portuale Augusta-Catania
AUGUSTA – Interviene l’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale con un comunicato ufficiale sull’inchiesta “Borderless”, coordinata dalla Procura di Catania e condotta da Guardia di finanza e Polizia, che nei giorni scorsi ha portato al sequestro preventivo della nave Aquarius e di 460 mila euro, con 24 indagati, tra i quali membri della ong “Medici senza frontiere” e due agenti marittimi augustani.
L’indagine della Procura etnea verte sullo smaltimento dei rifiuti portuali in occasione di alcuni scali tecnici effettuati dalle navi della ong Msf, “Aquarius” e “Vos Prudence”, impiegate per il soccorso in mare dei migranti, ipotizzando lo smaltimento illecito di “rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non“, con particolare riferimento agli indumenti degli stessi migranti.
“In merito alla nota vicenda della nave Aquarius – si legge nel comunicato diramato dall’Adsp – questa Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale, ente di diritto pubblico che amministra i porti di Augusta e di Catania, non ha alcuna competenza in materia di controlli ambientali riguardanti il conferimento dei rifiuti di bordo da parte delle navi che scalano i due porti, ma ha l’obbligo ope legis di provvedere esclusivamente all’espletamento della procedura di gara per la ricerca del contraente. Soggetto che è stato selezionato mediante procedura di gara comunitaria. La società affidataria del detto servizio provvede al conferimento dei rifiuti di bordo ed inoltre, alla raccolta dei rifiuti presenti nel sedime portuale che vengono consegnati alla discarica autorizzata“.
“Si coglie l’occasione – si legge – per ringraziare l’attività profusa dalla Magistratura inquirente, assicurando la massima collaborazione istituzionale“.
(Nella foto di repertorio: nave Aquarius)